
Nella sua opera scientifica Darwin sosteneva che gli organismi si evolvono gradualmente nel tempo secondo un processo definito di “selezione naturale”, che porta alcuni di essi a mutare geneticamente così da diventare più adatti al proprio ambiente e a riprodursi più efficacemente rispetto agli organismi della stesse specie che non mutano, e sono quindi proprio tali trasformazioni genetiche a risultare essenziali per garantire la continuazione delle specie.
Le conclusioni di Darwin erano il frutto di studi scientifici che il naturalista britannico aveva condotto per cinque anni durante spedizioni alle isole Galapagos e in Nuova Zelanda, dove aveva acquisito una vasta conoscenza della flora, della fauna e della geologia.
L’opera segnava un passo importante nello sviluppo delle teorie evoluzioniste, e fu accolta con vivo interesse dalla comunità scientifica mondiale, ma fu avversata dalle autorità religiose in quanto contraddiceva apertamente il racconto biblico sulla creazione.
Alessandro Guardamagna