25 novembre, in Camera del Lavoro una mattinata di azioni concrete contro la violenza di genere

Presentato il nuovo protocollo regionale su accoglienza e supporto nei luoghi di lavoro. Esperte a confronto su strumenti, diritti e responsabilità collettive

di Tatiana Cogo

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è stata celebrata anche quest’anno con un intenso e partecipato incontro ospitato nel Salone Trentin della Camera del Lavoro di Parma e promosso da Cgil e Women Cgil Parma. Un appuntamento che, più che soffermarsi sulle parole, ha scelto di mettere al centro azioni concrete, prassi, strumenti e responsabilità diffuse, in particolare alla luce del recente protocollo regionale per l’accoglienza e il supporto delle persone che hanno subito violenza o molestie nei luoghi di lavoro.

A moderare l’incontro è stata Paola Bergonzi, segretaria confederale Cgil Parma con delega alle politiche di genere, che ha guidato un confronto serrato e ricco di contributi tra professioniste e studiose impegnate quotidianamente sul fronte della prevenzione e del contrasto alla violenza.

A introdurre il cuore normativo e operativo della mattinata è stata Isabella Pavolucci, segretaria Cgil Emilia-Romagna con delega alle politiche di genere. Pavolucci ha illustrato il nuovo protocollo sottoscritto dalla Regione Emilia-Romagna insieme a Cgil, Cisl e Uil, che prevede la creazione di punti di ascolto dedicati all’interno di consultori e Case della Salute per accogliere persone che hanno subito violenza o molestie sul lavoro, con particolare attenzione alla violenza di genere. Le organizzazioni sindacali diventano così il primo presidio di ascolto e orientamento. Due gli elementi chiave: la formazione specifica di figure interne alle Camere del lavoro e la massima diffusione nei luoghi di lavoro grazie alla preparazione di delegate e delegati. Pavolucci ha ricordato inoltre che, nonostante i progressi della regione, la disparità retributiva tra uomini e donne resta al 34%, confermando l’urgenza di interventi strutturali e culturali.

Un secondo sguardo operativo è arrivato da Barbara Bezzi, presidente del Cug – Comitato unico di garanzia dell’Azienda Usl di Parma, che ha raccontato le azioni portate avanti in ambito sanitario contro molestie e violenza nei luoghi di lavoro. Bezzi ha messo in luce come, quando le vittime sono donne, questi fenomeni si intreccino spesso con ostacoli di carriera e con il peso del lavoro di cura non retribuito, che espone a maggiore stress e logoramento. Ha ribadito la necessità di promuovere la cultura della cura di sé come strumento per contrastare radici profonde di un patriarcato ancora diffuso.

Di dinamiche patriarcali ha parlato anche Paola Capponi, avvocata ed esperta di diritto di famiglia, che ha portato testimonianze dirette del suo lavoro, sia in studio sia allo sportello dedicato in Cgil. Capponi ha condiviso le frasi e i meccanismi ricorrenti nelle donne vittime di violenza fisica, psicologica o economica, sottolineando quanto sia difficile, per molte, riconoscere la violenza e uscirne. Informare sui diritti, sugli strumenti legali, sulle possibilità di tutela è fondamentale per spezzare la dipendenza e aprire percorsi di autonomia.

La sociologa Elena Buccoliero, docente dell’Università di Parma, ha invece approfondito il tema della violenza assistita, quella di cui i minori sono testimoni, un fenomeno spesso sottovalutato ma di enorme impatto. Buccoliero ha ricordato come la presenza di bambini o adolescenti in contesti familiari violenti rappresenti un ulteriore aggravante, e come la violenza vissuta possa generare una dolorosa ripetizione nei modelli relazionali futuri. Ha infine presentato due progetti concreti dedicati proprio alla prevenzione e al sostegno dei minori esposti a queste dinamiche.

L’incontro si è concluso rilanciando la raccolta fondi per il Centro antiviolenza di Parma, iniziativa che, come negli anni passati, invita cittadine e cittadini a contribuire con una donazione a partire da 2 euro, un gesto semplice ma fondamentale per sostenere servizi indispensabili per chi affronta percorsi di uscita dalla violenza.

Una mattinata intensa, segnata dalla consapevolezza che la violenza di genere non è un tema simbolico, ma una responsabilità collettiva che attraversa luoghi di vita, di cura e di lavoro. Contro la violenza, servono parole chiare, strumenti concreti e comunità capaci di prendersi cura.


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