
Nell’Ottobre del 1860 Giuseppe Garibaldi incontrò a Teano il Re di Sardegna Vittorio Emanuele II, salutandolo come nuovo re d’Italia. Solo pochi mesi prima l’Eroe dei Due Mondi era sbarcato in Sicilia con circa mille volontari per provocare un’insurrezione popolare e liberare l’isola e l’Italia meridionale dal dominio borbonico. All’inizio di ottobre 24.000 garibaldini, dopo sei giorni di scontri nella valle del fiume Volturno, avevano sconfitto l’esercito borbonico ed erano entrati a Napoli.
Dopo il Volturno la resistenza militare organizzata da parte delle truppe borboniche, che pur disponevano ancora di decine di migliaia di uomini, cessò inspiegabilmente di colpo, e per coloro che si opponevano ai garibaldini e alla venuta dei piemontesi rimase la via del brigantaggio.
Al quadrivio di Catena di Vairano, nei pressi di Teano, Garibaldi incontrava finalmente Vittorio Emanuele e dopo un breve colloquio, che i presenti descrissero come formale, consegnò al sovrano l’incarico di comandante e il potere sulle regioni meridionali conquistate. Garibaldi sacrificava in tal modo le speranze di realizzare l’unità d’Italia sotto un governo repubblicano. Dopo più di 1000 anni l’Italia si apprestava ad essere nuovamente unita in un unico regno.
Alessandro Guardamagna