
All’inizio dell’ottobre 1935 per volontà di Benito Mussolini oltre 500.000 truppe presenti nei possedimenti italiani in Africa orientale sotto la guida dal generale Emilio de Bono – che in un secondo tempo verrà sostituito da Pietro Badoglio – invadevano l’Etiopia e ne portavano avanti la conquista.
Desideroso di ampliare i possedimenti extra-europei dell’Italia, Mussolini mirava da tempo alla conquista dell’Etiopia, l’unico paese africano non ancora assoggetto al dominio di potenze europee. Durante il conflitto, che si concluderà nel maggio del 1936 con la occupazione definitiva dell’Etiopia e la sua annessione a quello che nella propaganda fascista era l’impero italiano, il Regio Esercito e le milizie fasciste non esiteranno a colpire duramente anche la popolazione civile.
Essi infatti furono i primi durante una guerra moderna ad utilizzare armi di distruzioni di massa come il gas – iprite nel caso specifico – contro non combattenti, non facendosi scrupoli nel bombardare anche i campi di rifugiati allestiti dalla croce rossa.
Mentre la Società delle Nazioni condannerà la guerra e gli attacchi ai civili, alcuni dei suoi esponenti più rappresentativi, fra cui Stati Uniti, Inghilterra e Francia, continueranno a vendere forniture di gas per uso bellico all’Italia per tutta la durata del conflitto.
Alessandro Guardamagna