Emilia Romagna, Bonaccini: “Alleanza Pd-M5S anche a livello locale contro la Lega” Morrone (Lega): “E’ in evidente difficoltà”

“Il M5S deciderà cosa fare. L’avversario è la Lega: chi vorrà dare una mano, previo accordi sui programmi, è benvenuto al confronto”. Così il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini del Pd in un’intervista a La Stampa. Un’alleanza politica con il M5S, afferma, è “necessaria. Serve un’assunzione di responsabilità, bene la decisione unitaria della direzione sull’ottima relazione di Zingaretti. Sarebbe sbagliato chiedere ai 5 Stelle abiure per le scelte pregresse, ma non si può chiedere al Pd di proseguire nello schema precedente. Serve un’alleanza, non un contratto fasullo”. (Lapresse)


“La misura delle difficoltà in cui si dibatte Stefano Bonaccini, governatore dem dell’Emilia Romagna, emerge in modo eclatante dalle dichiarazioni rilasciate alla stampa, dove, insieme alla solita propaganda, manda messaggi di grande apertura all’arcinemico di sempre, ovvero il M5s, che proprio il presidente ha sbertucciato e denigrato durante tutto il suo mandato.” Lo dichiara il segretario della Lega Romagna Morrone.

“Il Pd senza una qualche stampella, fosse anche quella grillina, non ha speranze, neppure in Emilia Romagna dove il suo potere reticolare ha affondato le radici più salde. L’entourage di Bonaccini lo sa tanto bene che avrà pensato di utilizzare il voto del M5s, per poi addomesticarne i velleitarismi. Un po’ come sperano di fare a Roma. Da qui appare evidente come la classe dirigente dem non sia più quella di una volta, come il ‘modello emiliano’ sia obsolescente e non risponda alle esigenze di una società in evoluzione. Inutile appellarsi ai cambiamenti climatici, all’ambientalismo di facciata, l’ultimo espediente ideologico dei piddini. Ciò che serve a imprenditori, giovani e famiglie è un progetto ben più ampio, scollegato dalle logiche clientelari e dai miti del passato, pragmatico e meritocratico. Se qualcuno volesse enumerare progetti di ampio respiro, e non di piccolo cabotaggio, realizzati concretamente dall’amministrazione Bonaccini il risultato sarebbe sconsolante: nessuno. Solo dichiarazioni di intenti. Bonaccini promette, enuncia che farà, ancora di più oggi che è in campagna elettorale. Quanto alle solite banali accuse contro Matteo Salvini, Bonaccini dovrebbe invece ringraziarlo per aver finalmente garantito al Paese politiche serie e concrete in tema di sicurezza e immigrazione, soprattutto se si pensa ai livelli record di insicurezza raggiunti delle province emiliano romagnole, alle provate infiltrazioni della criminalità organizzata e ai numeri di presenze di stranieri irregolari.

Bonaccini parla poi di una esperienza negativa dell’anno e mezzo di governo’ M5s-Lega. Gli raccomandiamo più prudenza e saggezza. Primo perché il Pd andrà a sostenere un governo con lo stesso M5s che ha governato in questi ultimi quindici mesi. Secondo perché in così poco tempo nessun esecutivo avrebbe potuto fare peggio dei sette anni di governi tecnici e Pd. Anzi, in quindici mesi siamo riusciti, in particolare noi della Lega, a raddrizzare, per quanto si poteva, una barca che stava affondando grazie alle pessime gestioni da Monti a Gentiloni. Bonaccini, infine, non venga a raccontarci favole sul ‘sistema Bibbiano’, il prodotto di un ambiente ideologico ampiamente rappresentato in Emilia Romagna, lo stesso che ha generato il pateracchio normativo sulla ‘omotransnegatività’.

L’auspicio dei dem, lo capiamo, è che con il nuovo governo tutto venga dimenticato, come lo scandalo del CSM, come tutti i dossier ancora aperti che coinvolgono esponenti del centro sinistra. Già la commissione ‘Bibbiano’ insediata a Bologna, dal cui ufficio di presidenza è stata esclusa la Lega che l’aveva fortemente voluta, sembra stia tirando i remi in barca. Nulla di nuovo – mi verrebbe da dire – pensando ai tanti ‘casi’ che si vorrebbero chiudere nei cassetti. Ovvio, quindi, il livore di Bonaccini e del Pd nei confronti della Lega: nasce dal timore di una forza politica che non si può irregimentare, estranea alle logiche di potere e degli inciuci di corridoio di fronte alla quale le nomenclature dei vecchi partiti sono perdenti”.

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