Ospedali sicuri, Lega: “Dopo un anno ancora nulla di fatto”

“Sempre più spesso e soprattutto nelle ore notturne i degenti nei vari reparti degli ospedali vengono assistiti da badanti o altro personale esterno. Molto spesso il personale è gestito da agenzie e cooperative del settore, in alcuni casi proviene da relazioni del degente o della sua famiglia, in altre ancora da realtà completamente abusive. Questa situazione è scarsamente monitorata e monitorabile. Ci risulta che l’Ospedale di Parma sia da tempo in possesso di un software in grado superare questo problema che genera insicurezza, caporalato e spesso illegalità. Ci chiediamo perché non sia ancora stato messo in opera”, dice Emiliano Occhi, candidato della Lega alle elezioni regionale nel corso di una conferenza stampa cui hanno partecipato anche il capogruppo del Carroccio al Senato, Massimo Romeo, i parlamentari parmigiani Laura Cavandoli e Maurizio Campari e Sarah Chiusano di Professione Famiglia.

“Per affrontare questa criticità è stato ideato un progetto chiamato “Ospedali Sicuri”, prima sperimentato poi implementato nell’Ospedale di Piacenza che prevede l’utilizzo di un software per accreditare e monitorare la presenza di personale come assistenti, badanti privati che assistono i degenti negli ospedali sia che provengano da agenzie che da rapporti personali dei degenti o dei loro familiari.

Il software tramite la generazione di un barcode e di un badge fa in modo che qualunque esterno operi all’interno degli ospedali sia censito e riconoscibile”, spiega Sarah Chiusano, referente per le imprese di Professione in Famiglia, associazione nazionale che rappresenta le imprese che erogano servizi assistenziali alle famiglie.

“La sperimentazione condotta tra aprile e agosto 2018 nel reparto di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale di Piacenza ha evidenziato l’utilità del progetto in termini di maggiori ordine e sicurezza sia per il personale che per i degenti anche in caso di emergenza ed evacuazione, censimento puntuale di tutte le persone presenti, semplificazione nell’archiviazione dei dati e standardizzazione delle procedure di accreditamento”, aggiunge Chiusano.

La gara d’appalto indetta dall’Ausl di Piacenza è stata aggiudicata nel maggio 2018, con l’impegno dell’aggiudicatario di rendere disponibile gratuitamente anche per l’Ausl e l’Ospedale di Parma il software Ki-ce oggetto dell’appalto. Mentre le spese di installazione, configurazione, avvio e mantenimento sarebbero state a carico degli enti parmigiani che possono contare su un finanziamento di 800.000 euro in base alla delibera regionale 1811 del 28/10/19 per “ammodernamento tecnologie informatiche” (760.000 di provenienza statale e 40.000 regionale).

“Nel Marzo 2019 il software è entrato in attività in tutti i reparti degli ospedali di Piacenza e Provincia. Per provare a smuovere le acque in ottobre dello scorso anno la Lega ha presentato una risoluzione votata all’unanimità da tutte le forze politiche in Consiglio Regionale per estendere il progetto in tutti gli ospedali della regione. Son ostati fatti diversi incontri con la dirigenza dell’Ospedale di Parma per avviare il progetto, ma a oggi dopo più di un anno è ancora tutto fermo. Come è possibile?”, conclude Occhi.

“A fronte di questa situazione – conclude il capogruppo in Senato Massimiliano Romeo – mi chiedo perché l’Emilia-Romagna, governata da quella sinistra che parla sempre di lotta al lavoro nero e all’illegalità, non sia ancora intervenuta per chiedere maggiore celerità nell’intervenire dal parte dell’Ospedale di Parma. A questo punto lo faremo noi dal 27gennaio subito dopo aver vinto le elezioni”.


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