5 gennaio 1895: scoppia l’affaire Dreyfus

SMA MODENA
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Dopo esser stato accusato di aver passato segreti militari alla Germania imperiale, il trentacinquenne ufficiale francese di origine ebraica Alfred Dreyfus fu degradato durante un’umiliante cerimonia pubblica nella corte dell’Ecole Militaire di Parigi nel Gennaio 1895.

Il detenuto venne prelevato dalla cella e condotto nella piazza d’armi dove le mostrine gli vennero strappate dalla divisa mentre un altro ufficiale spezzava una spada sul ginocchio, ad indicare che veniva cacciato dall’esercito che si era mostrato indegno di servire. Tutto questo avvenne dopo che Dreyfus era stato condannato alla deportazione perpetua ai lavori forzati nella colonia penale dell’Isola del Diavolo nella Guyana francese, al termine di un processo nel quale erano state acquisite come autentiche numerose prove irregolari.

Il caso Dreyfus rivelava il profondo ostracismo antisemita presente nelle forze militari francesi ed in generale, in Francia, dove pochi inizialmente avevano espresso dubbi riguardo al verdetto di colpevolezza. In tale contesto l’opinione pubblica vide Dreyfus come colui che avrebbe tradito per denaro, e non furono in molti ad osservare che quell’uomo, proveniente da una famiglia di industriali dell’Alsazia, non aveva bisogno di soldi e che dopo la sconfitta della Francia nella guerra Franco-Prussiana del 1870 aveva optato per la nazionalità francese.

Ancora minore fu il numero di coloro che rilevarono che nelle scelte di vita di Dreyfus e nei suoi scritti vi erano ampi riscontri comprovanti il suo patriottismo. Nel 1896 la scoperta che un maggiore aveva tentato di insabbiare il caso fece scoppiare uno scandalo che divise profondamente l’opinione pubblica. Processato due anni più tardi, il maggiore fu assolto.

In quel frangente il romanziere Emile Zola condannò apertamente la sentenza contro Dreyfus, e con una lettera intitolata “J’Accuse” denunciò l’asservimento del sistema giudiziario francese nei confronti degli alti quadri dell’esercito. Processato nuovamente nel 1899, Dreyfus fu ancora ritenuto colpevole, ma il nuovo presidente Emile Loubet sospese la sentenza.

Si scoprì infine che le prove a carico di Dreyfus erano state alterate e create ad hoc dai servizi segreti dell’esercito per ottenerne la condanna dell’ufficiale, totalmente estraneo ai fatti contestatigli. Riabilitato nel 1906, Dreyfus morirà nel 1935, quando ancora si accenderanno i fuochi fra gli innocentisti, sostenuti dalla sinistra radicale, e i colpevolisti, specialmente di destra, che consideravano Dreyfus l’emblema del tradimento supremo verso la patria.

Alessandro Guardamagna