Copador, Cgil e Uil: “Deve essere salvata, è sana industrialmente”

SMA MODENA
lodi1

Siamo stati informati che Copador ha depositato richiesta di concordato in continuità. La società ha una situazione finanziaria complicata a causa di un pesante indebitamento e per la decisione del ceto bancario di non concedere più la liquidità concordata negli ultimi anni. Anni in cui ci risulta essere diminuita l’esposizione nei confronti delle banche.

Copador è uno dei maggiori trasformatori di pomodoro fresco del nord Italia, ha 600 dipendenti diretti tra fissi e stagionali, un considerevole indotto e una capacità produttiva di 3 milioni di quintali. Di fondamentale importanza per i lavoratori, per le aziende agricole e per tutto l’indotto è la continuità e la partenza della campagna 2017. Diversamente le ricadute per tutta la filiera sono difficilmente prevedibili, sia in tema di prezzo del pomodoro, sia sulle quote di mercato di tutto il Paese Italia, che calerebbero a vantaggio dei competitori esteri, Spagna per prima.

E’ utile ricordare anche che gli operai agricoli delle imprese di trasformazione industriale, a seguito delle riforme e dell’abolizione dell’indennità di mobilità, non hanno nessun ammortizzatore sociale in caso di licenziamento. Queste scelte. Come ampiamente previsto, possono portare solo a veri drammi sociali.

Come sindacato chiediamo immediatamente che la Regione Emilia Romagna, in particolare gli Assessorati alle Attività Produttive e all’Agricoltura convochino subito le parti sociali, le associazioni degli agricoltori, le organizzazioni dei produttori, i rappresentanti dell’azienda e le istituzioni del territorio per verificare la situazione e per mettere in campo ogni iniziativa utile a salvaguardare l’occupazione e la produzione. Anche il Ministero dell’Agricoltura deve essere parte attiva per costruire le soluzioni possibili.

Copador è industrialmente sana, ha le maestranze professionali per lavorare con qualità e deve essere salvata.

FLAI CGIL

UILA UIL

RSU COPADOR