
Nei giorni scorsi è stato pubblicato sul sito del Comune di Parma, come riportato anche su parte della stampa locale, il verbale della Conferenza di Servizi preliminare con l’esito della valutazione del progetto di ristrutturazione dello Stadio Tardini di Parma.
Il verbale conclusivo, a firma del Responsabile del Procedimento, esprime un “parere sostanzialmente favorevole” alla valutazione complessiva operata dalla suddetta Conferenza, pur a seguito di diverse “indicazioni e prescrizioni, appropriate ed utili per il progetto definitivo” con l’invito al proponente, Parma Calcio 1913, a “tenerne conto come indirizzi per la progettazione definitiva”.
A una attenta lettura dei pareri espressi dai componenti della Conferenza, la valutazione complessiva appare alquanto ottimistica e francamente incomprensibile. Infatti, in particolare i pareri e le prescrizioni di quasi tutti i settori tecnici del Comune e della Provincia appaiono in molti casi di difficile soluzione, in altri insormontabili. Vengono poste in rilievo molteplici criticità, nonché il pesante impatto che l’opera avrebbe sul quartiere e sulla città dal punto di vista della compatibilità urbanistica e della sostenibilità ambientale, sul piano idrogeologico, commerciale, sociale, viabilistico, acustico e della sicurezza.
Non pare certamente una valutazione positiva, come espresso nelle dichiarazioni del Comune e riportato dalla stampa locale. Si rileva infatti una profonda discrasia tra le criticità riscontrate e il giudizio complessivo espresso nel verbale conclusivo.
Segnatamente, sono assai critici i rilievi espressi sul piano normativo giuridico ed economico-finanziario.
▪ Sotto il profilo normativo giuridico non risulta che il proponente Parma Calcio 1913 possegga i requisiti previsti inderogabilmente ed espressamente per il concessionario; requisiti che il proponente deve possedere già in sede di formulazione della proposta e mantenere fino alla stipulazione del contratto. Il difetto di tali requisiti non può essere integrato né compensato durante il procedimento che segue la presentazione del progetto. Già questa lacuna sarebbe dirimente.
▪ Per di più è di tutta evidenza il problema economico-finanziario che riguarda la società proponente: una serie di risultati negativi di gestione del Parma Calcio 1913 con consecutive consistenti perdite, una situazione finanziaria a fine 2020 con 175 (cento-settanta-cinque) milioni di debiti, la previsione che l’anno contabile 2021 riservi alla società ulteriori perdite di gestione e la crescita del debito complessivo oltre i 200 (duecento) milioni, a cui si sommerebbe l’impegno di 93 (novanta-tre) milioni per la realizzazione del nuovo stadio, che porterebbe l’esposizione debitoria complessiva oltre i 300 (trecento) milioni e un Piano Economico Finanziario del progetto di realizzazione e gestione del nuovo stadio non realistico.
Auspichiamo che il Comune voglia valutare con grande serietà le prescrizioni della Conferenza e in particolare la sussistenza dei requisiti succitati: al di là del giudizio fortemente negativo sul progetto proposto, non vorremmo ritrovarci a cantiere avviato con problemi di ordine giudiziario o economico-finanziario e dunque con un’altra opera incompiuta, abbandonata al degrado, nel cuore della città, con tutte le conseguenze che ciò comporterebbe sia per i cittadini, che per la squadra del Parma.
Non possiamo dimenticare un triste precedente, quello di Piazza Ghiaia, come esempio di concessione di una parte di patrimonio pubblico a società privata che ha prodotto esiti rovinosi. Un bene collettivo oggetto di una folle ristrutturazione, tanto caldeggiata dall’allora amministrazione comunale come fonte di sicura valorizzazione commerciale e immobiliare, con gli esiti disastrosi oggi sotto gli occhi di tutti. Allora si erano fatte tante promesse ai residenti e agli ambulanti. Ciò che è rimasto di quelle promesse, come purtroppo ben sappiamo, sono solo il degrado e la desertificazione di uno dei luoghi più caratteristici e cari ai parmigiani. Questa amministrazione comunale ha il dovere di evitare che l’impianto del nuovo Tardini, con il suo apparato commerciale e le sue nuove funzioni, in ragione della sua ubicazione particolarmente critica dal punto di vista paesaggistico e urbanistico, per assenza dei requisiti e delle dovute garanzie e impegni contrattuali del concessionario segua prima o poi la stessa sorte.
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Ci auguriamo che il Comune metta in campo tutte le risorse, le competenze e l’autorevolezza necessarie a tutelare l’interesse pubblico ed evitare un altro errore del genere con i conseguenti danni per la collettività.
Chiediamo quindi come questa amministrazione comunale intenda procedere per accertare la capacità del soggetto privato proponente il progetto del nuovo Tardini di assumere i rischi derivanti dalla realizzazione del nuovo impianto e della connessa gestione, che avrà un impatto fondamentale sul quartiere e sulla città per l’intera durata della concessione.
Chiediamo quali garanzie di continuità societaria ed economico-finanziaria questa amministrazione comunale intenda chiedere per la mitigazione dei rischi di fallimento o abbandono da parte del proponente e quali impegni e vincoli contrattuali intenda mettere in campo a tutela del Comune concedente e a salvaguardia dell’interesse pubblico e della qualità della vita dei cittadini per l’intera durata della concessione.
Chiediamo, inoltre, se risulti confermato che il Parma Calcio 1913 non abbia dichiarato i requisiti previsti per il concessionario al momento della presentazione del progetto del nuovo stadio e se questa Giunta intenda o meno proseguire nella procedura avviata, stante l’assenza di un essenziale requisito del proponente.
Roberta Roberti, consigliera comunale di Parma (Gruppo Misto)