Fondo affitti, Spagnoli (CGIL Parma): “Gli stanziamenti della Regione non rispondono ai bisogni reali”

SMA MODENA

A proposito delle risorse erogate nella nostra regione nell’ambito del fondo affitti, di cui nei giorni scorsi si è parlato anche sulla stampa locale, interviene Paolo Spagnoli, segretario confederale CGIL Parma con delega alle Politiche abitative, che “pur riconoscendo lo sforzo della regione Emilia-Romagna” ritiene urgente che le istituzioni e le parti sociali chiedano a gran voce di rimettere al centro dell’agenda politica il problema casa, di fatto oggi solo un titolo a livello nazionale”.

“Se da un lato – dice Spagnoli – è apprezzabile che nessun Distretto abbia fatto valere l’opzione della riduzione della soglia Isee, abbassando da ottomila a seimila euro tale soglia, dall’altra dobbiamo rilevare che la platea degli aventi diritto si è estremamente ridotta, in quanto una soglia Isee sotto gli 8000 euro riduce drasticamente la platea. Ci sarebbe da disquisire su quale sia la soglia di reddito per arrivare dignitosamente a fine mese. Sicuramente non sono gli 8000 euro di Isee attualmente previsti”.

“La regione Emilia-Romagna ha giustamente cercato di sopperire alla totale mancanza di risposte a livello governativo attraverso risorse dedicate che, se da un lato sulla singola esigibilità potrebbero innalzare il contributo da 1500 fino a 2000 euro, dall’altro tuttavia comprime drasticamente gli aventi diritto a tale sostegno. Teniamo conto che i bandi precedenti prevedevano un Isee per l’accesso al fondo affitti fino a 17.154 euro. Tutto questo – conclude Paolo Spagnoli – nel contesto di un aumento esponenziale del costo degli affitti, che impone alla politica di considerare, in prospettiva, il rischio di una sempre maggiore marginalizzazione delle famiglie a basso reddito”.

Sulla questione interviene anche il SUNIA APU Parma, il cui segretrario generale, Yuri Ferrari, sottolinea la crescente tensione sociale legata al settore delle abitazioni. “Le politiche abitative attuali – secondo Ferrari – non rispondono più alle reali esigenze delle famiglie, che si trovano a fronteggiare un continuo impoverimento. Non si tratta solo di un problema legato agli affitti, ma di un quadro più ampio che include l’aumento generalizzato del costo della vita. I salari, infatti, non crescono in proporzione, mettendo sempre più persone in difficoltà nel far fronte alle spese quotidiane, incluse quelle legate all’abitazione”.

Ferrari evidenzia anche come le politiche regionali, pur presentando alcuni aspetti positivi, non siano sufficienti a risolvere la crisi abitativa che interessa una fetta crescente della popolazione. “Sebbene ci sia stato uno sforzo da parte della Regione Emilia-Romagna, è necessario un intervento urgente per una revisione generale e nazionale delle politiche abitative, che devono andare oltre le misure emergenziali e affrontare la radice del problema. Se non si interviene in maniera strutturale, il pericolo è che la marginalizzazione dei nuclei a basso reddito diventi un fenomeno irreversibile, con pesanti ripercussioni sociali”.