
In vista del Referendum sulla cittadinanza previsto per l’8 e 9 giugno, è fondamentale fare chiarezza su ciò che la consultazione realmente propone e su cosa, invece, non rappresenta.
Non si tratta di “regalare” la cittadinanza né di favorire indiscriminatamente l’ingresso di nuovi immigrati o rifugiati.
L’obiettivo del Referendum è un altro, concreto e profondamente legato alla realtà quotidiana del nostro Paese: ridurre gli ostacoli burocratici per l’ottenimento della cittadinanza da parte di persone che vivono in Italia da anni, che sono già parte integrante della nostra società.
Parliamo di persone che lavorano, pagano le tasse, mandano i figli a scuola, partecipano attivamente alla vita delle comunità locali, si impegnano nel volontariato e nel sociale, parlano l’italiano e si riconoscono nei valori democratici e civici della Repubblica.
Il Referendum vuole semplificare e rendere più giusto un processo oggi spesso ingiustificatamente lungo e opaco, che può richiedere anche oltre 10 anni per il riconoscimento di diritti fondamentali. La cittadinanza non è solo un pezzo di carta: è la possibilità di votare, di sentirsi pienamente parte della comunità nazionale, di poter costruire il proprio futuro con dignità e responsabilità.
Siamo di fronte a una scelta di civiltà, che riguarda il futuro del nostro tessuto sociale. Non concedere la cittadinanza a chi di fatto è già italiano per vissuto, per cultura, per impegno quotidiano, significa mantenere migliaia di persone in una condizione di incertezza e disuguaglianza.
Il voto dell’8 e 9 giugno è l’occasione per dire sì a un’Italia più giusta, più moderna e più coerente con i suoi valori costituzionali. Un’Italia che riconosce, premia e valorizza l’integrazione reale, non la ostacola con barriere inutili e anacronistiche.
Luca Amadasi
Comitato Referendario Si Cittadinanza Parma