
06/03/2013
h.13.50
“L’Unione europea ha registrato l’Indicazione Geografica Protetta Salame Felino proposta dai salumifici parmensi. Ora i consumatori avranno la certezza che i salami tutelati dall’IGP provengono effettivamente dal territorio del Comune di Felino e dagli altri Comuni della provincia di Parma e che sono frutto di una lavorazione avvenuta nel pieno rispetto della tradizione, dalla quale derivano sapori e caratteristiche senza eguali. Il salame di Felino grazie a queste qualità è noto ed apprezzato in tutto il mondo ed è per questo che molti produttori fuori zona, in Italia e in Europa, hanno avviato produzioni che si richiamano ad esso. Da oggi, salvo deroghe transitorie, questo non sarà più possibile.”
Questo il commento dell’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni al riconoscimento da parte della Commissione europea dell’Indicazione Geografica Protetta al Salame Felino, con la quale sale a 37 il numero delle DOP e delle IGP prodotte nel territorio emiliano-romagnolo.
Il «Salame Felino» IGP prende il nome dal Comune di Felino, in provincia di Parma, centro di particolare importanza per il mercato suinicolo. Già dal 1927 le istituzioni pubbliche locali competenti, riconoscevano al salame prodotto nella Provincia di Parma la denominazione di Salame Felino. Tutte le fasi di produzione, compreso il confezionamento sottovuoto o in atmosfera protettiva, devono avvenire all’interno della zona d’origine, che coincide con il territorio amministrativo della provincia di Parma.
Il via libera alla IGP per il Salame Felino è arrivato dal Regolamento di esecuzione n. 186/2013 della Commissione europea, a conclusione di una procedura di registrazione lunga e impegnativa caratterizzata anche da vertenze giuridiche e opposizioni in Italia e in Europa.
LA “RICETTA” DEL SALAME FELINO
Ottenuto dalla carne di suino di razze determinate o di tipi genetici compatibili con il suino pesante italiano, il Salame Felino è preparato con tagli selezionati quali, ad esempio, la testa di pancetta o trito di banco (sottospalla). Le carni sono macinate con tritacarne, impastate con sale, pepe intero e/o a pezzi e aglio pestato. E’ poi possibile aggiungere ingredienti facoltativi.
In seguito si procede all’insaccatura in budello naturale suino (a differenza della stragrande maggioranza di quelli in commercio che utilizzano budello sintetico), alla legatura con spago non a rete, all’asciugatura e stagionatura.
Il Salame Felino IGP si distingue dagli altri prodotti della stessa categoria merceologica per la sua compattezza e consistenza non elastica, per la sua omogeneità e magrezza, e per la colorazione rosso rubino. Il gusto è dolce e delicato. Il Salame Felino è privo di lattosio e di farine di latte, presenta proteine più elevate e minore quantità di grasso rispetto agli altri salami di tipologia analoga.
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06/03/2013
h.17.20
“La registrazione come IGP del Salame di Felino è un riconoscimento di straordinaria importanza per le produzioni italiane di qualità. Infatti con essa non solo si certifica la qualità di un prodotto eccezionale ma consente di tutelarlo al meglio contro la contraffazione e l’agropirateria”.
Questo il commento di soddisfazione rilasciato dall’On. Deborah Bergamini, deputato appena rieletto in Emilia-Romagna nelle file del PdL e vice presidente della commissione d’inchiesta sulla pirateria e contraffazione, riguardo il riconoscimento dato dall’UE al ‘Salame di Felino’ come prodotto alimentare ad Indicazione Geografica Protetta.
“Data l’eccellenza del ‘Salame di Felino’ esistono in Italia ma soprattutto in Europa e in altre parti del mondo alcune produzioni che si richiamano appunto ad esso ma che ingannano i consumatori sulla provenienza reale del prodotto e quindi anche sulla sua qualità e genuinità – ha quindi proseguito Bergamini – La riproduzione ingannevole crea enormi danni all’economia italiana che punta giustamente sulla qualità e originalità dei prodotti. Ora il ‘Salame di Felino’ potrà essere meglio tutelato contro le sue ingannevoli imitazioni perché per l’Europa diventa un prodotto alimentare unico ed originale in quanto può essere prodotto con disciplinare determinato solo nella Provincia di Parma.
Si tratta di un passo avanti importante dunque per Parma, per l’Emilia-Romagna e per l’Italia intera nella difesa della qualità. Oltre però al riconoscimento serve anche la reale tutela che deve vedere impegnate al meglio tutte le istituzioni pubbliche in campo oltre che i soggetti privati interessati. Abbiamo proprio in questi giorni buoni esempi di impegno nella lotta contro l’agropirateria per eccellenti prodotti locali come la sentenza del Tribunale di Avellino degli scorsi giorni per Prosciutti di Parma dal marchio contraffatto e il sequestro di Parmigiano – Reggiano irregolare a Brescia e Pordenone”.
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