I renziani con il vento in poppa, i bersaniani se la cavano bene

27/06/2013
h.17.00

E’ stato un incontro molto riuscito quello di ieri sera alla Corale Verdi promosso dal Circolo degli Indipendenti x Renzi sul tema “Renzi & dintorni”: il cambiamento dentro il Pd, fuori dal Pd (oltre il Pd?)” in una sala gremita di persone.
Hanno partecipato due renziani doc (Mara Morini, del coordinamento dei Comitati Renzi, e Filippo Fritelli, neo sindaco di Salsomaggiore), due bersaniani (Lorenzo Lavagetto, coordinatore del circolo Pd Parma Centro, e Domenico Altieri, sindaco di Fontanellato), tre esterni al centrosinistra che guardano con interesse al sindaco di Firenze (Marco Ferrari, imprenditore e collaboratore della prima Leopolda, Giuseppe Scotti di Parma Unita di Ghiretti, Fabrizio Pezzuto, ex dirigente del Pdl). Il moderatore è Andrea Bertora degli Indipendenti x Renzi. Ma soprattutto hanno partecipato più di 100 persone. Poche altre volte, in una serata di fine giugno lontana da scadenze elettorali e senza big nazionali di richiamo, ho visto altrettanti presenti ad un incontro politico.
E’ difficile sintetizzare in poche righe cosa sia uscito dall’incontro, visti i numerosi interventi dei relatori e del pubblico durante il dibattito con vari punti di vista diversi. Diciamo che è emersa soprattutto la grande disponibilità a votare per Renzi fuori dai confini tradizionali del centrosinistra e la speranza di cambiamento che questi oggi incarna.
I relatori se la sono cavata bene: la Morini e Fritelli giocano in casa e sono sicuri di sé; la prima è consapevole di avere il vento “renziano” in poppa, il secondo è fresco vincitore delle comunali di Salsomaggiore nonostante il boicottaggio di mezzo partito locale (leggi). La Morini, vergine renziana purissima, non risparmia affondi e stoccate ai “bersaniani” ma non infierisce. Sa di non averne bisogno. Fritelli è molto calato nella parte del giovane sindaco, è stato bravo ad impersonare con umiltà l’eccezione vincente del centrosinistra parmigiano di cui oggi è testimonial.
Lavagetto e Altieri partono in salita essendo i rappresentanti di una posizione risultata sconfitta dal voto popolare e che oggi, in tempi di renzismo dilagante, appare fuori dal tempo quando deve giustificare “i respingimenti ai seggi del ballottaggio ultime primarie perchè non si erano registrati al primo turno” o il tentativo di taluni di cambiare le regole e ridurre la partecipazione alle prossime primarie. Ma la coppia bersaniana si fa ben volere dal pubblico e in più di un’occasione strappa applausi. Non attacca mai Renzi, per convinzione, per disciplina, per accettazione dell’inevitabile destino che li attende: con richiami all’unità e alla ricerca della sintesi alla fine sono loro i più democristiani in sala. In confronto a cotanto ecumenismo la Morini sembra un’extraparlamentare che lancia le molotov.
Marco Ferrari è l’esegeta del renzismo purosangue, impietoso con Pd, va giù con l’accetta, della serie “non sono mai riuscito a votare questo partito”, “Renzi non è gratis ed è auspicabile una piccola scissione a sinistra che porterebbe il Pd di Renzi a superare il 40% dei consensi”.
Giuseppe Scotti apre a Renzi: “Sono contento di essere qui questa sera. Con a Parma un Pd renziano il dialogo con il nostro movimento civico sarebbe naturale”.
Fabrizio Pezzuto è forse il relatore più applaudito dai bersaniani per alcuni suoi apprezzamenti all’organizzazione del Pd: “Invidio il dibattito interno del vostro partito e la sua contendibilità. Renzi è una speranza, anche per tanti di noi che rimangono allibiti quando leggono che il futuro del Pdl sarebbe Marina Berlusconi”.
Quando si parla di Pd si finisce sempre a discutere di regole, di correnti, di schematismi interni… ragionamenti che lasciano un po’ allibiti i neofiti di questi incontri presenti in sala che ancora non hanno il pelo sullo stomaco per queste contorsioni mentali. A volte si guardano intorno esterrefatti per capire se qualcuno li avesse teletrasportati sulla luna.
Ma il Pd è anche questo, nel bene e nel male. E’ l’unico partito rimasto in Italia e questa sua dialettica permanente che può apparire astrusa (e lo è anche) e masochistica (e lo è anche) ma dovrebbe essere apprezzata nella sua democraticità, quando non degenera nel correntismo esasperato del tutti contro tutti che tanti morti ha lasciato sul campo in questi anni. Le alternative alla polveriera democratica sono i partiti personali, le epurazioni via web, le successioni di sangue.
Una cosa è venuta fuori chiara: se scende in campo Renzi non ce n’è per nessuno. Sempre che il Pd non riesca in un qualche modo ad imbrigliarlo in tatticismi e regolamenti “ad personam”, farlo correre a vuoto, sfiancarlo, arrivando alla fine a sostituire il suo giocatore migliore per mandarne sul dischetto un altro… che puntualmente poi sbaglierà il rigore a porta vuota. Una partita già vista. Ma questa volta il risultato potrebbe essere diverso perchè i tifosi della curva hanno in Renzi il loro beniamino. Non sarà facile per nessuno dirgli di accomodarsi in panchina per mettere in campo al suo posto l’ennesimo bidone.

Andrea Marsiletti

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