
19/02/2014
h.17.50
Nei giorni scorsi, complice la situazione meteo fuori controllo (ci sono state precipitazioni piovose simili a quelle che si possono misurare durante un monsone!), sull’Appennino si sono mosse, o meglio si sono rimesse in moto, centinaia di frane. Come nel caso del fenomeno franoso che ha colpito alcune abitazioni del Boceto, una frazione densamente abitata e ben tenuta di Borgotaro.
Andando a guardare bene le mappe tematiche regionali che riguardano le frane e i fenomeni geologici a rischio, si può vedere come la frana in questione, il suo perimetro più pericoloso, più a rischio, sia ben evidenziato. Come per centinaia di altre situazioni di pericolosità, tutte ferme e in attesa di iniziare a fare danni.
Una situazione ben censita, ben conosciuta, che però è di fatto mal gestita, visti i fatti degli ultimi mesi: per mancanza di fondi, per mancanza di interventi, per mancanza di competenze affidate ai comuni, unici veri soggetti in grado di poter gestire puntualmente le situazioni di rischio.
In poche parole, le conoscenze puntuali delle criticità, con gli strumenti tecnologici attuali, sono alla portata di tutti gli enti preposti. Cosa ben diversa è la possibilità di intervento; soprattutto, la volontà di intervento.
Il sito regionale per il catasto idrogeologico, su cui verificare le criticità geologiche: https://applicazioni.regione.emilia-romagna.it/cartografia_sgss/user/viewer.jsp?service=dissesto