
04/03/2014
h.17.30
Apprendiamo dal direttore di Iren Emilia Eugenio Bertolini che nell’inceneritore di Parma verranno bruciati i rifiuti urbani provenienti da Piacenza, mentre l’impianto piacentino di Borgoforte – che secondo il sottosegretario alla Presidenza della Regione Bertelli dovrebbe chiuderà il 31 dicembre 2020 – continuerà a bruciare per i prossimi trent’anni i rifiuti speciali provenienti da ogni parte d’Italia. Le parole del direttore Bertolini sono state pronunciate nel corso del Consiglio comunale di Piacenza, e altro non sono che la lettura di quello che il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti consente di fare. Si prefigura dunque un’operazione priva di ogni logica e che non rispetta minimamente non solo il principio di autosufficienza territoriale ma anche il buonsenso.
Ecco smascherato il doppio gioco della Giunta regionale, che parla di dismissioni degli inceneritori ma scrive il contrario all’interno del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti. Stavolta non sono comitati cittadini o singoli amministratori a scoprire le mistificazioni dei vertici della Regione, ma il direttore di Iren Emilia. D’altronde il comma 3 dell’articolo 18 delle norme tecniche non lascia spazio a interpretazioni: negli inceneritori della nostra regione «è consentito trattare anche quote di rifiuti speciali nei limiti della capacità autorizzata disponibile».
È palese anche a chi si ostina a non voler vedere perché il PRGR – già legge a tutti gli effetti – sia stato adottato dalla Giunta regionale senza passare al vaglio dell’Assemblea Legislativa: si è trattato di un autentico colpo di mano con cui la Regione ha imposto la sua volontà, che coincide con quella di Hera e Iren, evitando che il Piano Rifiuti potesse essere discusso e modificato. Un Piano che ha a cuore gli interessi dei gestori degli inceneritori, mentre i cittadini che pagano e si impegnano per la raccolta differenziata non vengono affatto tutelati.
Ormai è sempre più chiaro: grazie al Piano Rifiuti gli inceneritori avranno almeno ancora trent’anni di vita. Ci chiediamo a cosa servano i sacrifici dei cittadini – in termini economici e di tempo – per pagare profumatamente la raccolta differenziata se poi l’Emilia Romagna è obbligata a incenerire i rifiuti di tutte le altre regioni d’Italia.
Paola Zilli
Segretario provinciale Italia dei Valori – Parma
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04/03/2014
h.17.50
L’Assessore all’Ambiente del Comune di Parma Gabriele Folli interviene in relazione alla dichiarazione del direttore di Iren Piacenza, Enrico Bertolini, apparsa sul quotidiano Libertà che riportava l’audizione nel Consiglio Comunale piacentino sul futuro dell’impianto di Teconoborgo:
“La possibilità che al 2020 l’inceneritore di Parma gestisca anche 44.000 tonnellate di rifiuti urbani di Piacenza ed oltretutto che l’inceneritore di Piacenza venga mantenuto in funzione con rifiuti speciali provenienti da tutta Italia non ha letteralmente senso perché si andrebbero a movimentare carichi di rifiuti da una parte all’altra della regione producendo ulteriore inquinamento, senza raggiungere l’obiettivo della progressiva dismissione degli impianti.
La pianificazione pubblica si deve occupare dei rifiuti urbani e non degli speciali che sono a libero mercato e che, se fatti rientrare nella pianificazione, vanno a proteggere un mercato che dovrebbe essere aperto a tutti gli operatori violando in questo modo il principio della libera concorrenza
Questo dimostra una volta di più i limiti del piano così come è stato proposto con una evidente volontà di mantenere accesi tutti ed 8 gli impianti attualmente presenti in regione. Noi crediamo che vi debba essere una pianificazione che vada verso la progressiva dismissione degli impianti non più necessari e che vengano compensati i territori che raggiungono elevati standard di raccolta differenziata e riduzione rifiuto residuo.
A questo punto chiederemo un incontro con la Regione per capire se le affermazioni fatte a Piacenza trovano riscontro nel PRGR oppure se ci troviamo di fronte ad una fuga in avanti di Iren Piacenza”.