Due romanzi diversi ma uniti dalla forza della memoria e delle passioni hanno conquistato il primo premio nella terza edizione del Premio Letterario Città di Salsomaggiore
La Sala Mainardi del Palazzo dei Congressi si è trasformata sabato 13 settembre in una vera cattedrale della parola scritta. Tra applausi, emozioni e riflessioni, il Premio Letterario Città di Salsomaggiore ha incoronato i vincitori della sua terza edizione: “Io ricordo tutto” di Pierdante Piccioni e Pierangelo Sapegno e “Dell’amore e della rivoluzione” di Eufemia Griffo. Due storie lontane per ambientazione e stile, ma accomunate dalla capacità di scavare nel cuore umano e nelle pieghe della storia.
La serata, introdotta dall’assessora Daniela Isetti e accompagnata dalla voce della cantante salsese Lorenza Giordana, è stata condotta da Eddy Lovaglio e dal critico letterario Claudio Ardigò, presidente di una giuria composta da firme autorevoli del giornalismo e della critica.
A rendere l’edizione memorabile, una decisione insolita: decretare i primi tre gradini del podio tutti ex aequo.
Il noir esistenziale di Piccioni – già ispiratore della serie tv “Doc – Nelle tue mani” – racconta un medico che ricorda tutto, trasformando il dono della memoria assoluta in un tormento. La Griffo, invece, porta i lettori tra Francia e Inghilterra a fine Settecento, dove la rivoluzione politica si intreccia a una rivoluzione intima, dettata da un amore travolgente.
Il secondo posto è andato a “L’Isis raccontato da mia madre” di Younis Tawfik, intenso memoriale familiare sulla brutalità del terrorismo, e a “La mula e gli altri” di Alessandro Conforti, raccolta di racconti ironici e profondi che danno voce tanto agli uomini quanto agli animali della provincia italiana.
Sul terzo gradino, “Nel nome del pane” di Andrea Accorsi, drammatica epopea di un giovane migrante dal Pakistan all’Italia, e “La strada racconta” di Luca Bonechi, viaggio in bicicletta lungo le vie antiche della storia e della cultura.
Un’edizione, quella di quest’anno, che ha dimostrato come la letteratura sappia essere specchio fedele delle fragilità, dei sogni e delle lotte di uomini e popoli.

			        