L’angelo della morte

SMA MODENA
lombatti_mar24

07/02/2015

ACCADDE OGGI: Nel febbraio del 1979 moriva nella località balneare brasiliana di Bertioga Josef Mengele, il famigerato medico nazista conosciuto a partire dall’immediato dopoguerra per gli esperimenti che aveva condotto nel campo di concentramento di Auschwitz.
Nato nel 1911 Mengele, dopo aver studiato medicina a Monaco, conseguirà un dottorato in genetica nel 1935 ed otterrà un posto fra il personale di ricerca dell’Istituto di Biologia Ereditaria e Igiene Razziale del Reich a Francoforte, dove conobbe Otmar Freiherr von Verschuer, futuro, direttore del Dipartimento di Antropologia del Kaiser Wilhelm Institut a Berlino, di cui diventerà assistente.
Mengele condivide le teorie razziali e genetiche del suo mentore, fervente sostenitore dell’idea che per migliorare la purezza della razza ariana e garantire il progresso della scienza medica fosse “assolutamente necessario compiere una ricerca su serie di famiglie e gemelli selezionati in modo casuale”. Nel 1937 Mengele entrerà a far parte del partito nazista e l’anno dopo delle SS. E’ il 1943 quando viene chiamato a ricoprire una posizione che gli assicurerà un posto d’infamia nella storia. Il capo delle SS Heinrich Himmler lo nomina infatti dirigente del personale medico del campo di sterminio di Auschwitz in Polonia.
Era la sua la figura che, in immacolati guanti bianchi, sarà spesso ricordata nei resoconti dei sopravissuti mentre camminava tranquillamente lungo le rampe dove i deportati venivano fatti scendere dai treni all’arrivo al campo. Li selezionava direttamente scandendo semplicemente le parole “Destra” o “Sinistra”, separando così coloro che sarebbero stati utilizzati per il lavoro da altri che, ritenuti inidonei, erano destinati alle camere a gas. Dopo un ora dal loro arrivo ad Auschwitz quegli esseri umani sarebbero divenuti cenere. Ad Auschwitz- Birkenau morirono più di un milione di persone e in centinaia di migliaia di quelle morti ebbe parte Joseph Mengele.
La responsabilità di Mengele non si fermava al processo di selezione. Infatti, desideroso di avanzare la sua carriera medica pubblicando risultati di ricerche che nella sua visione sarebbero dovute essere innovative, Mengele iniziò a condurre esperimenti su prigionieri vivi. Le vittime di Mengele e del suo staff medico furono oggetto di un orrore meticolosamente studiato e di sofferenze volutamente inflitte, che annoverarono esperimenti dove i prigionieri furono posti in camere a pressione finché gli organi interni non venivano spappolati, testati con droghe, castrati e congelati a morte.
I bambini erano sottoposti ad interventi chirurgici in cui venivano iniettati loro germi letali, operazioni di cambio di sesso, rimozione ed innesto di organi ed arti. Con l’obiettivo di riuscire ad ottenere la formula genetica che avrebbe consentito di creare esseri umani perfetti, Mengele compì numerosissimi interventi sui gemelli, iniettando nei loro occhi sostanze chimiche per cambiarne il colore, compiendo trasfusioni di sangue da gemello a gemello, cucendoli insieme o sterilizzandoli.
Molti di tali esperimenti venivano compiuti senza anestesia per verificare il livello di sopportazione del dolore. I sopravvissuti erano generalmente uccisi a conclusione degli interventi ed i loro corpi sezionati. In una deposizione rilasciata l’8 Giugno 1961 durante il processo di Adolf Eichmann, Vera Alexander, sopravvissuta ad Auschwitz, descrisse come Mengele avesse cucito due gemelli lungo la schiena nel tentativo di ricreare due gemelli siamesi . Dopo alcuni giorni di agonia i due bambini morirono di cancrena. Altri gemelli, come Eva e Miriam Mozes Kor, riuscirono a sopravvivere e fu grazie anche alle loro testimonianze che gli orrori compiuti da Mengele poterono essere ricostruiti.
Mengele abbandonò Auschwitz il 17 Gennaio 1945 poco prima dell’arrivo dell’Armata Rossa che avrebbe liberato i prigionieri del campo. Aiutato da una rete di ex-membri delle SS, giunse in Argentina nel Luglio del 1949. Inizialmente visse nell’area di Buenos Aires, ma poi, temendo forse di essere stato individuato, fuggì in Paraguay nel 1959 e l’anno successivo in Brasile.
Nonostante fosse nella lista nera dei servizi segreti israeliani – che proprio nel 1960 avevano catturato in Argentina Eichmann successivamente giustiziato in Israele – ricercato dalle autorità federali tedesche e da cacciatori di nazisti come Simon Wiesenthal, Mengele riuscì ad eludere la cattura. A stroncarlo sarà un infarto mentre stava nuotando lungo la costa del Brasile nel 1979.
Nonostante vivesse nell’anonimato, voci della sua morte iniziarono a circolare e nel 1985 un gruppo di esperti forensi si recò in Brasile e accertò l’identità di un tale Wolfgang Gerhard morto per arresto cardiaco e seppellito nella località di Embu das Artes. Gerhard era in realtà il nome di un altro ex-membro del partito nazista che Mengele aveva conosciuto anni prima e di cui aveva assunto l’identità. La prova sarà stabilità tramite il calco dentale. La figura di Mengele ispirò il personaggio interpretato da Gregory Peck in I Ragazzi Venuti dal Brasile (The Boys from Brazil, 1978) dove Laurence Olivier è Simon Wiesenthal.
Soprannominato l’Angelo della Morte per il ruolo avuto nello sterminio di centinaia di migliaia di prigionieri ad Auschwitz, nonostante l’infinito materiale umano che Mengele, ed in generale il personale medico delle SS, aveva a disposizione, la scienza medica non è assolutamente progredita in termini di conoscenza grazie agli esperimenti da lui compiuti, elemento che ne sottolinea, al di là delle sua attività criminale, la mediocrità come ricercatore.

Alessandro Guardamagna