
28/02/2014
Riconoscere il ruolo che le cooperative sociali hanno assunto nel sistema di welfare regionale, sia come erogatrici di servizi che nel collocamento protetto, affermarne l’operato in nuovi ambiti e sottolineare la rilevanza del sistema cooperativo nell’economia regionale.
È quanto propone il progetto di legge presentato ieri mattina (27 febbraio) presso Palazzo Giordani della Provincia di Parma, in un incontro promosso da Legacoop e Confcooperative con il patrocinio della Provincia, tenuto dal consigliere Pd Marco Carini (primo firmatario e relatore).
La proposta “Norme per la promozione e lo sviluppo della cooperazione sociale” abroga l’attuale norma regionale in materia per l’attuazione della legge 381/1991 (L.r. 7/1994).
In Emilia-Romagna operano 920 cooperative sociali per un totale di 37.646 dipendenti. Più del 77% degli addetti è assunto con contratto a tempo indeterminato e il 76% del totale è costituito da donne, mentre l’8% appartiene a categorie svantaggiate. “Oggi – si legge nella relazione che accompagna il testo – le cooperative sociali sono soggetti imprenditoriali a tutti gli effetti, uguali nei valori fondanti a quelle di un tempo, ma profondamente diverse nelle loro relazioni col territorio, nel rapporto con la Pubblica Amministrazione, nella capacità di fare impresa portando benefici tanto a se stesse quanto alla collettività”.
Composta di 26 articoli, la proposta in sintesi prevede “l’istituzione dell’Albo regionale delle cooperative sociali con ampliamento della gamma dei servizi; la determinazione delle forme di partecipazione della cooperazione sociale alla programmazione, progettazione, gestione, realizzazione e valutazione dei risultati del sistema integrato di interventi e servizi alla persona; l’individuazione dei criteri di affidamento e conferimento dei servizi; la definizione di un calendario massimo dei pagamenti alle coop; la costituzione di un fondo rischi consortile per il sostegno a varie misure creditizie; altre misure di promozione, sostegno e sviluppo della cooperazione sociale”.
Il percorso molto complesso e articolato è stato intrapreso da un paio d’anni, e ora il testo è stato iscritto ai lavori dell’Assemblea regionale; seguiranno le parti dibattimentali, le votazioni articolo per articolo e l’approdo in aula dove sarà oggetto di un altro iter. Ma il lavoro è in corso e il sostegno del movimento cooperativo e di tanti altri soggetti coinvolti non manca. Parlare di cooperazione sociale significa infatti parlare di comunità e di diritti.