“Ho votato per Matteo Renzi”

SMA MODENA

28/01/2014

Intervista a Claudio Bigliardi, già Presidente di Parma Civica e consigliere e assessore comunale dell’amministrazione Ubaldi.

L’Amministrazione a 5 Stelle ha smantellato la società partecipata del Comune di Parma “CasAdesso” di cui tu sei stato il Promotore e Presidente. Pizzarotti sta facendo bene a sfoltire un pò le società partecipate del Comune?
Ha smantellato Casadesso e poi, il giorno dopo, forse per correre ai ripari o forse per distogliere l’attenzione sulla scelta, ha chiesto alla Prefettura di bloccare gli sfratti. Risultato: si è deresponsabilizzato dal problema casa cedendolo ad un’altra istituzione, facendo pure la figura dell’incompetente quando la Prefettura gli ha ricordato che, per legge, era impossibile fare quanto chiedeva.
A parte questo, mi è dispiaciuto perché Casadesso è stata messa alla pari di altre società partecipate, chiusa per i suoi debiti e non per i risultati sociali che ha conseguito.
Casadesso era una risposta al problema dell’abitazione, un’idea clonata a livello nazionale e che rientrava in quell’innumerevole mole di welfare che Parma, in modo trasversale lo riconosco, è stata capace di dare alla città nel corso degli anni. Un patrimonio che, come si vede dai servizi per l’infanzia dove le coppie sono state costrette a trovare alternative per i propri figli, è stato messo in crisi in nome e per conto del risanamento.

Dell’esperienza civica che ha amministrato Parma prima con Ubaldi e poi con Vignali cosa c’è da salvare?
Mi sento più legato alla prima in quanto ho partecipato alla sua nascita, sono stato in Consiglio e poi ne ho fatto parte come assessore. Un Governo contraddistinto da servizi innovativi che ha avuto la capacità di smuovere una città immobilizzata da decenni di guida della sinistra.
Con Vignali sono stato a capo di una componente politica importante per la maggioranza. Nella prima parte si è continuato il buon lavoro delle precedenti giunte, poi si è perso il senso della misura, non si è capito che il mondo stava cambiando; per spirito di emulazione con Ubaldi si è continuato ad investire smodatamente e abbiamo visto come è finita.

E cosa c’è da rinnegare?
Avere dato la città in mano ad alcuni che con il civismo poco centravano. Di non aver cercato di tutelare il movimento dai partiti che con il lasciapassare di Vignali stavano prendendo in mano il Governo della città. Infine di non aver staccato prima la spina finendo, giustamente, fra i colpevoli del fallimento politico. Una colpa, però, che va dosata a seconda delle responsabilità e che il tempo aiuterà a chiarire.

Il civismo a Parma è morto per sempre liquidato dalle fotografie delle manette?
No, il civismo va oltre agli errori politici e ai fatti giudiziari, è un’idea per e con la gente. Nessuno la può cancellare. Può rimanere in ombra per un periodo di tempo ma ritornerà perché la gente avrà ancora bisogno di innovazione, buon governo e capacità amministrativa. Lo farà dopo un fisiologico periodo di assestamento inevitabilmente connotato dalla protesta.
Con l’amico Ghiretti abbiamo provato a costruire un percorso iniziando dalle scorse amministrative e sono certo che sarebbe stato un ottimo sindaco così come è stato, nel recente passato, il migliore assessore allo sport della storia di Parma repubblicana. I soliti personalismi, però, gli hanno sbarrato la strada. Ora sta lavorando bene all’opposizione e ha il difficile compito di fare da guida e rimettere insieme tanti pezzi oggi sparsi e dispersi. No, le manette non sono state messe al civismo.

A livello politico nazionale dove ti collochi?
Mi sono sempre collocato e riconosciuto nel centro, ma adesso diventa difficile riconoscersi nei valori e nei principi che hanno contraddistinto i moderati nei decenni. La gente è delusa, distaccata… un po’ lo sono anch’io.
Alle primarie ho votato per Renzi; il mio è stato un atto di fiducia. Per adesso una buona partenza. Vediamo ora il seguito.

Bigliardi, togliti un sassolino…
Ho provato tanta delusione per essere stato lasciato solo da tutto il movimento. Erano tutti pronti a schierarsi in prima fila nei momenti di gloria, ma sono stati altrettanto svelti ad abbandonare la nave quando questa stava affondando. Sono stato lasciato solo con alle spalle tanti problemi, anche economici, a causa di scelte e decisioni di altri.
A fare da contraltare, però, c’è l’affetto di tanta gente che mi chiede di ritornare a impegnarmi per Parma.

Andrea Marsiletti