
16/04/2015
ACCADDE OGGI: Nell’aprile 2007 si consumava una delle peggiori tragedie avvenute in un campus universitario americano.
Al Virginia Polytechnic Institute and State University di Blacksburg trentadue tra studenti e insegnanti morirono sotto i colpi esplosi da Seung Hui Cho, uno studente ventitreenne che al termine dell’eccidio si suicidò.
Le prime uccisioni si verificarono attorno alle 7.15 del mattino, quando Cho sparò ad una studentessa e ad un assistente residente in un dormitorio del campus prima di fuggire. La polizia venne allertata e si presentò subito sulla scena. Ignari dell’identità del killer, inizialmente gli agenti ricercarono il fidanzato della vittima e pensarono che l’uccisione fosse dovuta ad un caso isolato di violenza domestica sfociato in tragedia.
Tuttavia, intorno alle 9.40, Cho, armato di una pistola 9 millimetri e di una calibro 22, entrò nuovamente nel campus, dopo aver incatenato o sbarrato diverse porte d’accesso, ed iniziò ad andare da un’aula all’altra aprendo il fuoco su chiunque gli capitasse a tiro. A circa 10 minuti dall’inizio della sparatoria il killer si era tolto la vita, ma solo dopo aver causato altri 30 morti e 17 feriti.
Due giorni dopo, il 18 aprile, la NBC News ricevette un pacchetto da Cho con un timbro postale indicante che il materiale era stato spedito nella mattina del 16, tra il primo e il secondo attacco. Nel pacchetto vi era una foto del killer che impugnava una pistola, insieme a un video.
Le indagini che seguirono non trovarono prove che Cho, che era nato in Corea del Sud e si era trasferito in America con la sua famiglia nel 1992, avesse voluto espressamente prendere di mira alcuna delle sue vittime. Successivamente si venne a conoscenza che il giovane, descritto da ex-compagni come un solitario che raramente rivolgeva la parola a qualcuno, aveva una storia pregressa di problemi di salute mentale.
Fu anche rivelato che alcuni suoi scritti dal contenuto particolarmente violento erano stati redatti in seguito a certi compiti in classe e avevano sollevato preoccupazione tra alcuni dei suoi ex-professori e compagni di studio ben prima degli eventi del 16 aprile.
Dopo il massacro dell’aprile del 1999 alla Columbine High School raccontato da Michael Moore nel film Bowling for Columbine e che costò la vita a 12 ragazzi, quello del Virginia Tech nel 2007 rimane uno dei più gravi episodi di violenza avvenuto nel sistema scolastico statunitense e che contribuì a riaprire il dibattito ancora irrisolto sulla facile circolazione delle armi negli Stati Uniti.
Alessandro Guardamagna