
08/10/2014
Le primarie del 4 ottobre riservate agli iscritti del Pd di Parma per la scelta dei candidati consiglieri regionali non hanno sorpreso per il loro esito prevedibile (leggi i risultati delle primarie interne – seggio per seggio).
Non hanno stupito neppure per la nullità del confronto politico.
Mentre a Roma lo scontro tra Renzi e la vecchia guardia di Bersani, D’Alema e Fassina è reale e palese (come è giusto che sia), con violentissime e astiose accuse a Renzi che mai sono state riservate persino a Berlusconi, e ogni giorno si manifestano divergenze profonde sui contenuti e sulla gestione del partito, nel Pd di Parma l’encefalogramma è piatto… salvo poi divampare ed andare in fibrillazione quando c’è da scegliere un nome da mandare da qualche parte.
Renzi e D’Alema rappresentano due partiti diversi, se non contrapposti. Chi lo nega non conosce o non vuole prendere atto della realtà, illudendosi che Renzi sia solo la continuità presentabile e vincente della vecchia dirigenza, l’escamotage dietro al quale il vecchio spera di conservarsi, a maggiore ragione in periferia. Mandare a Bologna un “renziano” o un “bersaniano”, pertanto, non è solo una sfumatura lessicale ma dovrebbe fare la differenza, nel merito, nei programmi, nel concreto del futuro che si vuole per questa Regione e per questo partito.
A Parma non è così. Sebbene a parole la grande maggioranza del Pd si professi di fede renziana, chi della prima, chi della seconda, chi della terza ora, alle primarie interne del 4 ottobre l’unico candidato davvero renziano (Gabriella Corsaro, tra l’altro membro dell’Assemblea nazionale del Pd) è arrivato ultimo nella competizione con 94 voti su 1.939 (4%).
Il Pd di Parma non si divide sui contenuti politici (il che darebbe un valore alla propria attività) ma su base “territoriale”, ovvero si assiste alla distorsione che anche per le cariche sovra provinciali il criterio decisivo di selezione dei candidati è la geografia della sezione di partito di appartenenza.
Domenica, ammesso che ce ne fosse bisogno, ne abbiamo avuto l’ennesima controprova: il candidato della Montagna Ovest (Alessandro Cardinali, vicesindaco di Tornolo) ha vinto in Montagna Ovest col 87,4% dei voti, il candidato della Bassa Ovest (Filippo Carraro, San Secondo) ha vinto nella Bassa Ovest col 45,8%, il candidato della Bassa Est (Liana Lambertini, vicesindaco di Mezzani) ha vinto nella Bassa Est col 76,6%, il candidato della Pedemontana (Barbara Lori, già sindaco di Felino) ha vinto in Pedemontana col 65,2%, il candidato cittadino (Massimo Iotti, consigliere comunale di Parma) ha vinto in città col 62,5%. Non fa eccezione neppure la vittoria di Iotti in Montagna Est, visto che in conferenza stampa questi era stato battezzato dall’ex sindaco di Langhirano Bovis come il rappresentante della Valparma.
Tutto ciò senza alcuna logica o corrispondenza politici, quindi a prescindere che questi candidati fossero “renziani”, “civatiani” o “cuperliani”, o che in quei territori alle Convenzioni degli iscritti di fine 2013 avessero vinto Renzi, Cuperlo o Civati.
La realtà è che quando mancano i contenuti, che sono per definizione divisori, soprattutto se significativi per il futuro di una Regione o di un Paese, non si va più a votare la persona che più ha le idee simili alle tue ma si ostenta pubblica fedeltà a chi ha idee opposte alle tue perchè a prevalere è la “cordata”, le relazioni personali, le antipatie storiche, l’alleanzismo delle tessere fino alla prossima conta interna, le “truppe cammellate”, lo scambismo della serie “oggi tocca a te, domani tocca a me”.
Quindi non stupisce che un sedicente renziano duro e puro faccia dichiarazione di voto per il bersaniano più ortodosso e anti-renziano e viceversa, perchè a livello locale la divisione è fittizia, è solo tattica e mero posizionamento politico.
Il problema è che un partito che vive di posizionamenti, poi rischia di posizionarsi male anche alle elezioni. E a Parma sono vent’anni che il Pd le perde.
PS: “Il mio maestro mi insegnò com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire…” (Prospettiva Nevski, Franco Battiato).
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