“La propaganda grillina ha l’egemonia in Rete”

SMA MODENA
lodi1

26/08/2013
h.11.15

Intervista a Carlo Eridan, “responsabile della propaganda” dei Giovani Comunisti di Parma”. I Giovani Comunisti sono i giovani che fanno riferimento al Partito della Rifondazione Comunista.

Qualche giorno fa il sindaco di Parma Pizzarotti ha rivolto un appello ai suoi “fans” su Facebook: “Volete far conoscere le nostre iniziative? Aumentare i contributi alle discussioni? Oltre al “mi piace”, ricordate che è fondamentale condividere il post. È come il passaparola 🙂”. Tu ti occupi di comunicazione. Cosa ti convince e cosa non ti convince della comunicazione del Comune di Parma e di quella grillina?
La propaganda grillina a livello nazionale è terribilmente efficace: il M5S ha, de facto, l’egemonia della rete a livello politico, può manovrare enormi masse di persone… basti pensare che gli ultimi dati affermano che più di 20 milioni di italiani sono iscritti a Facebook.
A livello locale, in quanto a slogan, il Comune di Parma non è cambiato molto dalla giunta Vignali: tante parole e pochi fatti. Si parlava di miracolo della giunta Pizzarotti quando non aveva ancora fatto nulla sui problemi rilevanti di Parma: edilizia selvaggia e inceneritore in primis.

Tanto per rimanere ai social network, sul tuo profilo Facebook ti presenti come “responsabile della propaganda dei Giovani Comunisti”. Qual è la procedura che seguite per emettere un comunicato stampa di “propaganda”? Quanti e quali passaggi ci sono?
Direi sia meglio parlare di “semplici comunicati stampa” visto che non vi è una particolare differenza. Per farli semplicemente ci riuniamo e decidiamo se vi siano questioni urgenti per le quali emettere un comunicato a nome di tutti i Giovani Comunisti. Poi io semplicemente scrivo o aggiusto un’eventuale bozza che abbiamo scritto insieme per poi metterla sul sito e sui social network. La propaganda, invece, seguendo il significato russo del termine, com’era tradizione nel P.C.I. consiste nell’informare i cittadini sulle linee politiche del Partito riguardo determinati temi o la pubblicità di alcuni eventi. Un esempio sono stati dei volantini di alcuni fa dei Giovani Comunisti di Parma che illustravano tutti i numeri dei tagli alla scuola pubblica.

Spesso il linguaggio della sinistra cosiddetta “radicale” appare un po’ complicato e desueto, se non incomprensibile, alle orecchie dei più. Perché la sinistra non riesce a farsi capire?
Vi sono in realtà due problemi.
Da un lato vi è un problema comunicativo di alcuni politici della sinistra radicale i quali dovrebbero imparare a non partire sempre dalla malattia in sé, il capitalismo, ma dai “sintomi” di tale malattia di modo che l’ascoltatore non si trovi spaesato e possa comprendere la linea del Partito.
Dall’altro vi è il problema della crescente ignoranza nel campo politico e filosofico, ignoranza incentivata anche da importanti politici e istituzioni, da diversi media nazionali per poter meglio controllare le masse, un popolo ignorante è un popolo che non si ribella.

Sei anche collaboratore del giornale del Prc “Liberazione”. Ma quel giornale non aveva chiuso?
Sì, sono un collaboratore saltuario, come un po’ tutti i tesserati che hanno voglia di scrivere. Liberazione chiuse il 1° gennaio 2012 a causa dei tagli del governo Monti ai fondi per l’editoria. In seguito, grazie ad una campagna di finanziamento per far rinascere il giornale operata in tutte le federazioni di Rifondazione, il 7 gennaio 2013 il nostro giornale è tornato. Purtroppo oggi è solo online e a pagamento, va avanti con gli abbonamenti e le offerte dei lettori.

Sei favorevole al finanziamento con soldi pubblici dei giornali?
Sì, sono favorevole, anche se penso vadano ridimensionati basandosi su diversi criteri come, ad esempio, l’attendibilità delle informazioni e la condotta a livello giornalistico (vedi i casi di denunce per diffamazione tipo Sallusti).
Un altro criterio sarebbe anche valutare la disponibilità finanziaria del proprietario. Il finanziamento pubblico ai giornali venne fatto per garantire la più completa libertà di stampa, in modo che anche una persona dal reddito basso potesse avere fondi per pubblicare. Ma personaggi ricchi sfondati come Berlusconi o De Benedetti dubito abbiano bisogno di denaro da parte dello Stato per mantenere il Giornale o la Repubblica.

Andrea Marsiletti