19/01/2015
ACCADDE OGGI: Nel gennaio 1983 Nikolaus “Klaus” Barbie, il famigerato ex-ufficiale nazista conosciuto come il Boia di Lione o il Macellaio, venne arrestato in Bolivia e successivamente estradato in Francia dove aveva commesso efferati crimini durante la Seconda Guerra Mondiale. Barbie era stato responsabile della deportazione di ebrei nei capi di sterminio e dell’uccisione indiscriminata di altri civili francesi e di uomini appartenenti alla Resistenza. Nel Settembre del 1935 Barbie entrò nell’SD o Sicherheitsdienst – servizio di sicurezza – un ramo speciale delle SS incaricato di svolgere attività di intelligence a protezione del Partito Nazionalsocialista. Allo scoppio della guerra fu inviato prima in Olanda nel 1940 e due anni più tardi a Lione dove fu posto a capo della locale sede della Gestapo. Simone Lagrange, unica sopravvissuta di una famiglia di origine ebraica sterminata durante l’Olocausto, ricorderà il suo arresto e quello dei suoi genitori avvenuto il 6 giugno 1944, dopo che un vicino di casa li aveva denunciati come ebrei. Simone con i suoi familiari fu trasferita al quartier generale della Gestapo a Lione dove venne posta di fronte ad un uomo che, vestito in un’uniforme grigia, accarezzava un gattino. Quell’uomo era il trentunenne Klaus Barbie e Simone nella sua testimonianza rammentò chiaramente come stesse “accarezzando il gatto. E io, una ragazzina di 13 anni, non immaginavo che potesse essere malvagio perché amava gli animali. Venni torturata da lui per otto giorni.”
Durante la settimana seguente l’uomo la tirò fuori dalla cella ogni giorno, trascinandola per i capelli, picchiandola e colpendola più volte sulle ferite ancora aperte nel tentativo di ottenere informazioni.
Jean Moulin, uno dei capi della resistenza francese, fu torturato da Barbie e dai suoi uomini e selvaggiamente picchiato finché il suo volto, ridotto ad un ammasso sanguinante, fu reso irriconoscibile. Moulin fu ripetutamente frustato, le nocche delle mani gli furono spezzate e aghi roventi conficcati sotto le unghie, ma si rifiutò di parlare. Dopo essere entrato in coma, il corpo ormai quasi esanime di Moulin fu esposto, seduto su una poltrona in un ufficio, per essere mostrato come monito agli altri prigionieri, finché scomparve. Come riconoscimento per la gestione del caso Moulin, Hitler conferì a Barbie la Croce di Ferro di Prima Classe con Foglie di Quercia, una delle più alte decorazioni militari del Terzo Reich. Tristemente celebre rimase il caso del ritrovamento di 41 bambini ebrei scoperti dagli uomini della Gestapo nel villaggio di Izieu, che Barbie fece personalmente deportare ad Auschwitz. Di fronte all’avanzata degli Alleati in Francia nel Settembre del ’44 Barbie organizzò la distruzione degli archivi della Gestapo a Lione, ordinò l’uccisione di circa un centinaio di persone che erano a conoscenza delle sue attività e fece eliminare diversi agenti infiltrati nella Resistenza che lavoravano per lui. Dopodiché scomparve e di quanto fece negli ultimi mesi della guerra non si seppe più nulla.
Al temine delle ostilità fu reclutato dal servizio segreto britannico per cui lavorò fino al 1947 per poi passare alle dipendenze del servizio segreto militare americano che lo impiegò come agente in funzione anti-comunista in Germania. I Francesi, che nel frattempo lo avevano condannato a morte in absentia, lo individuarono e ne chiesero la consegna agli Americani, senza ottenerla. Nel 1950, sempre grazie ai servizi segreti statunitensi, riuscì a riparare, sotto il nome di Klaus Altmann, in Bolivia con moglie e figli e poté rifarsi una vita come uomo d’affari nel continente sudamericano, come avevano già fatto altri gerarchi e militari nazisti.
Barbie ottenne anche un incarico come consigliere dei servizi segreti boliviani e, secondo alcune fonti non confermate, avrebbe avuto un ruolo nelle cattura di Che Guevara che avvenne in Bolivia nell’Ottobre del 1967.
Sebbene fosse stato identificato già nel 1971, fu solo 12 anni più tardi che il governo di La Paz ne concesse l’estradizione al termine di lunghi negoziati. Il suo processo, non senza polemiche e colpi di scena dove diverse accuse nei suoi confronti furono fatte cadere grazie a leggi che avevano protetto altri responsabili di crimini nella Francia di Vichy e al tempo della guerra in Algeria, iniziò nel 1984 e si concluse 3 anni più tardi con una condanna all’ergastolo per crimini contro l’umanità. Durante il processo Barbie affermò che “Quando mi troverò davanti al trono di Dio, sarò giudicato innocente”. Morirà di leucemia in carcere il 23 Settembre 1991.
Furono circa 4.000 le persone torturate e uccise per mano di o per ordine di Klaus Barbie e gli storici gli attribuiscono la responsabilità diretta per la morte di almeno 14.000 persone. E’ impossibile conoscere esattamente il numero di quante altre perirono come conseguenza delle azioni da lui intraprese.
Alessandro Guardamagna