La visione europea di Andrea Borri

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30/11/2013

Andrea Borri uomo di cultura e amministratore a servizio della collettività e della sua città con lo sguardo verso l’Europa. E’quanto è emerso questa mattina nel corso del convegno “Andrea Borri uomo di cultura e amministratore locale con visione europea”, che si è tenuto a Parma presso il Palazzo del Governatore. Numerosi gli interventi sulla biografia storica e amministrativa di Borri che si sono conclusi con una tavola rotonda a cui hanno preso parte l’on. Silvia Costa, l’on. Pierluigi Castagnetti, il sen. Giorgio Pagliari, l’on. Patrizia Maestri, la prof.ssa Daniela Romagnoli e il prof. Corrado Truffelli.
I lavori introdotti da Bernardo Borri, presidente della Fondazione Andrea Borri, sono iniziati con l’intervento di William Gambetta, ricercatore dell’Università di Parma, focalizzato sugli anni della prima esperienza politica di Andrea Borri, quella in Consiglio comunale come rappresentante della Democrazia cristiana che copre dodici anni di vita politica e amministrativa della città, dal novembre 1964 all’ottobre 1976. Dai primi interventi, il giovane notaio di 29 anni (eletto con 800 voti), vive una velocissima e profonda maturazione politica, fino a guidare, nel 1970, una volta rieletto consigliere, il gruppo democristiano, e a diventare poi uno dei principali leader del partito a livello provinciale. “Un’affermazione d’autorevolezza – ha dichiarato Gambetta – che sarà poi sancita definitivamente a metà degli anni ‘70, con la sua terza elezione a consigliere comunale nel 1975 (questa volta primo degli eletti dei 14 consiglieri della Dc, con 3 mila e 500 voti personali) e poi, un anno dopo, nel giugno 1976 a deputato del Parlamento italiano.”
E’ seguito l’intervento di Alfredo Alessandrini che, all’epoca dell’amministrazione provinciale guidata da Borri, è stato direttore generale della Provincia di Parma, che ha tracciato il profilo di Borri nel suo ruolo di amministratore locale, sottolineando il suo “umanesimo accogliente” che prevedeva il coinvolgimento e la concertazione con tutti i soggetti pubblici e privati del territorio, per la ricerca di soluzioni condivise. “Al centro della sua attività amministrativa – ha dichiarato Alessandrini – l’equilibrio delle opportunità e lo sviluppo dei singoli territori, con la consapevolezza che non c’è crescita economica se non c’è equilibrio sociale. Grazie alla sua forte idealità, ma con una grande attenzione a organizzazione e operatività, Borri ha saputo coltivare la sua visione europea arrivando a realizzare il bilancio sociale della Provincia di Parma, primo a livello nazionale”.
Margherita Becchetti, ricercatrice dell’Università di Parma: “Andrea Borri ha lasciato una corposa eredità culturale in questa città. Nella sua biografia, politica e cultura rimangono un binomio inscindibile: in politica come nella cultura, Andrea Borri amava il disegno di lungo periodo, il quadro di riferimento in cui poi inserire le scelte di ogni giorno. Anche per questo, forse, divenuto presidente della Provincia nel 1999, tenne per sé la delega alla cultura. Un presidente con l’idea che la cultura da valorizzare dovesse essere espressione del territorio, che dovesse servire al territorio, nutrirlo, arricchirlo, elevarlo. Per questo, attraverso questa dimensione locale, lui guardava sempre più in là, ad una dimensione più ampia, nazionale e internazionale. Era come se Borri si chiedesse sempre: che cosa della mia città può avere una dimensione europea, cosa di Parma può dialogare con gli altri, con l’Europa e con il mondo?Tra le iniziative più significative da lui promosse in questo ambito, ricordiamo l’assegnazione a Parma dell’Efsa – l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ALMA – la Scuola Internazionale di Cucina italiana e il rilancio del Collegio Europeo”.
E’ seguita la tavola rotonda moderata dall’on. Pierluigi Castagnetti con importanti testimonianze, anche personali, da parte di tutti i relatori che, a vario titolo, hanno collaborato con Borri. “Andrea Borri – ha dichiarato Castagnetti – è stato un “politico moderno e concreto, aperto costruzione del futuro. Borri apparteneva alla sinistra democristiana, difficilmente inquadrabile in una corrente, perché dotato di una sua aristocrazia del pensiero. “ Borri – ha detto Silvia Costa – ha avviato la modernizzazione della politica nazionale attraverso battaglie politiche che mettevano al centro l’importanza delle persone e il dovere del Parlamento di tutelare la pluralità della partecipazione alla vita pubblica, di affrontare la questione del conflitto di interessi in politica e la tutela della presenza dei minori in tv. In particolare si impegnò in una strenua battaglia per il pluralismo dell’informazione televisiva al momento dell’approvazione della legge Mammì”.
Patrizia Maestri ha dichiarato “Andrea Borri aveva grandi doti di capacità di confronto, di dialogo tra gruppi politici e partitici e oggi dobbiamo fare tesoro di questo suo modo di agire e portarlo avanti per riuscire a discutere oltre le ideologie e per rispondere in modo concreto ai bisogni dei cittadini. In particolare Borri ha alimentato la tradizione culturale di Parma con iniziative idonee a darle una forte identità”. Per Giorgio Pagliari “ Andrea Borri aveva visione di una politica forte e libera, cioè che si assume le sue responsabilità fino in fondo. È stato vero parlamentare del suo territorio, perché ha iniziato il suo percorso politico dentro alle amministrazioni locali. Da ricordare la sua battaglia per il piano regolatore di Parma, come era stato concepito dall’allora sindaco Lavagetto, contro l’amministrazione di Ubaldi che ne aveva snaturato l’impianto”. Daniela Romagnoli, che nel 2003 curò la mostra a Parma – voluta da Andrea Borri – su il grande medievalista francese Jaques Le Goff , ha ricordato lo spessore culturale e la visione europea del presidente Borri.
Corrado Truffelli – che aveva preceduto Borri alla presidenza della Provincia – ha ricordato “il decennio terribile degli anni ’90 con la fine del partito comunista dopo i fatti dell’89 e della DC travolta da Tangentopoli, e il superamento di 50 anni di contrapposizione tra forze cattoliche e comuniste, avviando un percorso di avvicinamento che porterà alla nascita del PD”.
Quello di oggi è il secondo di due appuntamenti (il precedente si è tenuto il 9 novembre scorso) mirati ad esaminare e a contestualizzare l’operato di Andrea Borri nell’ambito delle diverse istituzioni in cui ha operato. I convegni sono stati organizzati dalla Fondazione Andrea Borri sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio della Camera dei Deputati, dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna, della Provincia e del Comune di Parma.