“Poste, non ci siamo proprio”

SMA MODENA

23/02/2015
h.15.50

La contemporaneità degli eventi non giova a Poste italiane; da un lato annuncia l’ennesimo taglio di Uffici Postali secondo una logica centralistica e di pure soppressioni, con nessuna attenzione ai bisogni degli utenti e dei territori, e dall’altro richiede incrementi enormi alle tariffe della corrispondenza.
Siamo di fronte a scelte inaccettabili.
Per l’Emilia-Romagna il piano di chiusure prevede la cancellazione di 53 uffici e la “razionalizzazione” per altri 34, per lo più ubicati in zone già prive di servizi che vedrebbe costretti gli utenti, se possono farlo in auto o con i mezzi pubblici, a spostamenti di parecchi chilometri con aggravio di tempo e di costi.
Teniamo inoltre in conto che Poste non è un servizio puramente a mercato ma un servizio pubblic e per certi versi svolto in monopolio.
Federconsumatori si unisce quindi alle proteste dei Sindaci e dei lavoratori, per chiedere un piano alternativo e sollecita la Regione Emilia-Romagna che ha recentemente raccomandato un incontro urgente alla direzione di Poste, di imporsi affinché questo piano abbia un impatto minore sui cittadini.
Le percentuali di incremento delle tariffe della corrispondenza si commentano purtroppo da sole, andando dal 122% al 375%!
Di fronte a inflazione zero, crisi dei redditi, aumento della povertà, gente che non arriva a fine mese e un servizio in peggioramento (ritardi nelle consegne e mancati recapiti) Poste avanza richieste folli: la corrispondenza ordinaria (soppressa, con la solita scarsa lungimiranza, nel 2006) tornerebbe, ma passando da 0,45 euro a 1,00 euro e portando il recapito a 5 giorni. La posta prioritaria passerebbe da 0,80 euro a 3,00 con recapito entro due giorni, ma non certificato.
Tutto questo avrebbe dei costi e dei disagi per le famiglie inaccettabili.
Federconsumatori chiede pertanto ad AGCOM (l’Autorità per le Comunicazioni) di rispedire al mittente, cioè a Poste SpA, tali ingiustificate e ingiustificabili richieste.

FEDERCONSUMATORI EMILIA-ROMAGNA

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I sindacati di categoria SLP CISL, SLC CGIL, UILPOSTE, FAILP CISAL e CONFSAL COMUNICAZIONI di Parma esprimono la propria preoccupazione e perplessità al piano di chiusure e riorganizzazione degli uffici postali nonché sul metodo seguito da Poste Italiane.
Nella provincia di Parma sono previste le chiusure totali di 11 uffici postali e la riduzione degli orari di apertura di altri 3.
Le organizzazioni sindacali di categoria ritengono che dal piano di riorganizzazione non debbano derivare ripercussioni negative e disagi per i cittadini e neppure una diminuzione della qualità ed efficienza del servizio postale, già oggi molto discutibile. Inoltre, va considerato che l’esistenza di un ufficio postale, insieme naturalmente ad altri servizi, è vitale per la sopravvivenza di comunità, in maggior parte costituite da anziani, che spesso, per la loro collocazione geografica, vivono forti situazioni di disagio, emarginazione e abbandono.
Altrettanto importanti e da non sottovalutare sono gli effetti che ne deriverebbero per i dipendenti di Poste, ma anche per i cittadini, degli uffici limitrofi in cui si concentrerà un maggior numero di utenza appartenente ad un’area molto più vasta.
Purtroppo e non per pessimismo, ma perché già oggi la situazione in molti uffici è estremamente critica, si assisterà ad un peggioramento delle condizioni di lavoro dei dipendenti e a uno scadimento del servizio fornito.
Situazione che i sindacati di categoria da tempo hanno denunciato all’azienda e che ha portato all’apertura di una vertenza contro Poste SpA in Emilia-Romagna e che vedrà nei prossimi giorni la definizione delle iniziative di lotta da intraprendere.
Vertenza che, oltre a tutta una serie di questioni inerenti l’organizzazione del lavoro, la gestione del personale, l’inadeguatezza di strumenti, attrezzature di lavoro e procedure, pone l’accento sulla cronica situazione di carenza degli organici negli uffici postali della nostra provincia con tutto ciò che ne consegue su lavoratori e clientela.
Occorre, quindi, che a livello provinciale si costituisca un tavolo attorno al quale siedano tutte le parti interessate (azienda, Comuni, sindacati confederali e di categoria) per valutare le varie criticità e formulare soluzioni condivise (che ci sarebbero) per un adeguato mantenimento dei servizi, nell’interesse delle esigenze e dei diritti di clienti/cittadini e lavoratori.

SLP CISL
SLC CGIL
UILPOSTE
FAILP CISAL
CONFSAL COMUNICAZIONI

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