
11/06/2013
Salsomaggiore è il primo Comune debersanizzato d’Italia.
E questo non perchè ieri ha prevalso al ballottaggio un sindaco renziano (guarda le foto), il che non sarebbe poi una grossa novità, ma perchè Filippo Fritelli ha vinto nonostante e contro i bersaniani e perchè non ci sarà neanche un consigliere comunale bersaniano in un Comune amministrato dal Pd.
In pochi fuori dai confini salsesi conoscono il travaglio e la lacerazione del Pd della città termale in questi mesi: dopo la sconfitta alle primarie, la metà del partito bersaniana ha appoggiato esplicitamente una lista (capeggiata dall’assessore provinciale del Pdci Andrea Fellini, che non aveva partecipato alle primarie) antagonista alle elezioni a quella di Fritelli. Non sta a me sindacare le motivazioni di questa scissione che non conosco nei dettagli; posso dire, però, che sono pochi i precedenti a livello nazionale di mezzo partito che si rivolta e si candida in prima persona o attraverso i figli contro chi ha vinto le primarie.
Un’avversione della componente bersaniana nei confronti di Fritelli che è manifestata in modo palese ieri pomeriggio con l’assenza della nomenclatura provinciale del Pd alla festa in piazza del neo eletto sindaco. Il Pd conquistava il terzo comune più importante della provincia, eleggeva il suo primo cittadino più prestigioso (la città di Parma è a guida grillina, quella di Fidenza civico-leghista), ma a Salso per le tradizionali congratulazioni non sono venuti neppure un sindaco democratico (con l’eccezione di quello di Fontevivo), un assessore o un consigliere provinciali, un dirigente locale di partito. E così è stata una festa tutta e solo renziana, con i volti raggianti del consigliere regionale Gabriele Ferrari, del Coordinatore dei Comitati Renzi Marco Franceschini, della passionaria Mara Morini, dei sorbolesi Massimo Petrelli e Nicola Cesari, del collechiese Angelo Scita…
In consiglio comunale Fritelli potrà contare su una maggioranza monocolore renziana, blindatissima. La sua giunta durerà cinque anni, a meno che non Fritelli non si metta a dare fuoco al Municipio e venga arrestato per piromania.
Come Parma lo è per il grillismo, Salsomaggiore diventa il banco di prova nazionale del renzismo. A Fritelli il compito di dimostrare che il renzismo non è solo una parola alla moda o il facile mettersi in scia ad un leader vincente ma pragmatismo, risoluzioni dei problemi, rottamazione della vecchia politica.
Fritelli ricordi l’insegnamento dell’arcangelo della morte Saint-Just, il compagno più vicino a Robespierre nel Comitato di salute pubblica della Rivoluzione francese, tribuno del popolo e il sostenitore più inflessibile del Terrore e della ghigliottina: “chi fa le rivoluzioni a metà si scava la tomba”.
Salsomaggiore è in ginocchio. O adesso o mai più.
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