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18/05/2010
h.17.00
Dopo il tavolo di confronto e la visita al termovalorizzatore di Bolzano, si è tenuto ieri un secondo incontro coordinato dall’Assessore provinciale all’ambiente Castellani sulla gestione dei rifiuti e sulla costruzione dell’inceneritore o termovalorizzatore.
Lo comunica Coldiretti rappresentata all’incontro dal dott. Marco Tamani, responsabile ufficio sindacale.
L’argomento per la sua portata complessiva non è dei più facili, anzi deve essere inserito in un progetto ad ampio respiro sul modello di programmazione dello sviluppo per la città di Parma e per l’intera provincia. Certamente, proseguire in una logica consumistica sfrenata atta a produrre rifiuti senza implementare seriamente politiche di rigorosa raccolta differenziata, riciclo e recupero non può che avere come soluzione finale la necessità di creare inceneritori per far sparire ogni cosa materiale visibile.
Il modello di sviluppo proposto da Coldiretti , che si impernia sulla filiera agricola italiana, prevede in tema di confezionamento il contenimento stesso delle confezioni dei generi alimentari, che incidono fino al 30% sul prezzo industriale di vendita degli alimenti e pesano anche sulle tasche dei cittadini più del prodotto agricolo in esse contenuto.
Metà dello spazio della pattumiera, come evidenziato in studi presentati da Coldiretti, è occupato da scatole, bottiglie, pacchi che generano complessivamente 12 milioni di tonnellate di rifiuti (il 40% della spazzatura prodotta ogni anno in Italia). E per invertire questa situazione il processo culturale da avviare non è di poco conto e richiede un impegno serio delle forze sociali rappresentanti di interessi e delle Istituzioni.
Non siamo andati a Bolzano in visita “istituzionale” – evidenzia Marco Tamani– abbiamo optato per una visita anonima parlando con gli imprenditori agricoli del posto per raccogliere i problemi e le opinioni derivanti dalla realizzazione dell’impianto. Problemi – afferma Marco Tamani – di cui Coldiretti non può non farsi carico, avendo a cuore sia le esigenze dei propri associati sia quelle della collettività in termini di salvaguardia del territorio e salute pubblica.
E proprio ieri – prosegue Tamani – con stupore abbiamo appreso dall’assessore Giancarlo Castellani fatti interessanti: l’accordo tra Enia e i Comuni di Parma, Sorbolo, Mezzani, Torrile e Colorno prevede la corresponsione da parte di Enia ai comuni stessi della “bellezza” di 1.560.000 euro ogni anno per 20 anni con l’obbligo di spendere questi denari su iniziative di compatibilità ambientale.
E qui cominciano a fiorire spontanee alcune domande.
Domande – sottolinea Tamani – che rivolgiamo e saranno oggetto di confronto con le stesse amministrazioni comunali che hanno siglato il patto: come si pensa di impiegare queste risorse? quali azioni sono state preventivate per risarcire il danno di immagine alle imprese agricole e ai caseifici sociali posti su questi comuni e nell’immediato circondario? quali le garanzie per i danni che potrebbero subire gli imprenditori nella loro attività di impresa di oggi e di domani?.
Questi interrogativi, che ai tavoli istituzionali sono solo di Coldiretti ed è questa una solitudine di cui andiamo fieri e di cui ne siamo orgogliosi per il settore, non possono che dare adito – sottolinea Tamani – a riflessioni, che non possono essere solo nostre ma di tutti: chi è accondiscendente perché lo è? Non sarà che ci sono interessi diversi da perseguire, che poco hanno a che vedere con quelli delle imprese agricole e dei cittadini?
Pensare male non va bene, ma spesso ci si azzecca!
Come mondo agricolo guardiamo con interesse i suggerimenti e le azioni che il Coordinamento gestione corretta rifiuti e risorse sta portando avanti, in quanto vi rileviamo alcune linee di pensiero in sintonia con il modello di sviluppo economico proposto da Coldiretti.