
28/05/2012
Si è svolto sabato 26 maggio a Parma, presso la sede del circolo “Carlo Cattaneo” il congresso regionale del Partito Liberale Italiano dell’Emilia- Romagna.
I delegati aventi diritto al voto hanno eletto ad ampia maggioranza Stefano Angeli segretario regionale e Marco Marucco presidente regionale del partito.
Stefano Angeli è il nuovo segretario regionale del Pli.
Sono risultati eletti inoltre al direttivo regionale: Caterina Naldi, Marco Perazzi, Aldo Volpi, Marco Juvenal, Pietro Stefani, Nadia Ghiselli, Axel Famiglini, Quinto Leprai, Pierfranco Serafini, Michele Trancossi, Michele Zampino, Giovanni Cavatorta e Marco D’Angelo.
L’assemblea, presieduta da Aldo Volpi ha approvato all’unanimità anche la mozione presentata da Angeli e Trancossi intitolata “Moderati, ma rivoluzionari, trascinatori e non trascinati”.
Il PLI ringrazia infine il presidente del circolo “Carlo Cattaneo” Tiziano Catellani per l’ospitalità.
CONGRESSO REGIONALE DEL PARTITO LIBERALE ITALIANO DELL’EMILIA-ROMAGNA
Mozione congressuale
MODERATI, MA RIVOLUZIONARI, TRASCINATORI E NON TRASCINATI
Innanzi tutto dobbiamo imparare ad essere orgogliosi d’essere liberali, di essere in un partito che in questi mesi nasce e non in uno di quelli che in questi giorni sta morendo e soprattutto di non essere tra i responsabili del tracollo della politica italiana degli ultimi anni.
Riteniamo l’attuale situazione italiana catastrofica, nel senso etimologico del termine catastrofe. Catastrofe è il quarto atto della tragedia greca, significa infatti mutamento di stato. Riteniamo la situazione talmente catastrofica che, quasi inevitabilmente, nei prossimi mesi, qualcosa dovrà succedere, in senso positivo o negativo.
Proprio in negativo osserviamo con preoccupazione che l’attuale situazione abbia molte analogie con la precedente catastrofe nazionale, cioè l’esperienza di Tangentopoli nel’92-’93. Siamo quindi convinti che da qui potrà solo nascere la Terza Repubblica, che superi il degrado della seconda.
Quello che dobbiamo ora riuscire a realizzare è di essere invece tra i protagonisti della rinascita della politica in Italia, perché di politica c’è bisogno e ci sarà bisogno nel prossimo futuro per affrontare e risolvere gli enormi problemi che questo Paese ha e che i suoi cittadini ogni giorno di più avvertono sulla loro pelle.
Vogliamo rimanere un partito laico e liberale, moderato, ma non conservatore. Siamo fautori di una pacifica rivoluzione, democratica e liberale che ha il fine di realizzare una trasformazione radicale della società, della struttura dello stato e del rapporto tra stato e cittadino. Liberare le energie positive dei cittadini per il rilancio dell’economia, del civismo, dell’intraprendenza privata è un compito primario per i liberali, così come lo è quello di ridurre la burocrazia, l’invasività e l’ipertrofia dello stato, nonché la corruzione nella pubblica amministrazione che a questo sistema è spesso legata.
Siamo anche laici, nel senso più nobile del termine, ma non anticlericali, così come siamo di centro, ma certamente non disposti a tutto e disponibili a chiunque.
Siamo quindi pronti oggi a dialogare con tutti, ma a legarci a nessuno, almeno per il momento. Certamente non rincorreremo partiti morenti che fra pochi mesi spariranno o saranno drasticamente rivoluzionati. Siamo attenti alle nuove proposte politiche che da qui a breve si offriranno sul panorama politico, perché desideriamo trovare alleati alle nostre battaglie. Noi però, a differenza di altri già ci siamo e il nostro spazio politico dobbiamo occuparlo e mostrare a chiunque voglia avventurasi in questo nostro territorio che deve prima di tutto chiedere il permesso a noi per accedervi.
Molti già oggi aspirano a presentarsi come “liberali”, ma a questi occorre far sapere chiaramente che un partito liberale già c’è, è il Partito Liberale Italiano e nessuno che voglia veramente dirsi liberale può prescindere dal PLI.
Dobbiamo fare questo radicandoci sul territorio, dando visibilità ai nostri colori, al nostro progetto politico e alle nostre idee. Anche se siamo ancora piccoli dobbiamo essere un esempio da seguire, un collante, ed un catalizzatore per attrarre altri. Non dobbiamo essere noi ad inseguire altri, ma provare invece a farci seguire perché in un momento di grande confusione mostriamo una strada ragionevole, chiara e ben tracciata.
Dal punto di vista organizzativo vogliamo una gestione partecipativa del partito a livello regionale e provinciale, che includa attivamente tutti gli iscritti nei momenti propositivo, decisionale e comunicativo, in forme e modi che saranno definiti collegialmente.
A mio avviso possiamo farlo e lo insieme faremo.
Parma, 26 Maggio 2010
Stefano Angeli – Michele Trancossi
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