
26/03/2009
(Si ringrazia fcparma.com per la collaborazione)
Stefano Morrone, il Parma sta attraversando un buon momento…
“Sicuramente è un buon momento: noi come gruppo e come squadra non abbiamo stilato tabellE, non abbiamo neanche guardato il calendario.
Andiamo avanti partita dopo partita, e domenica contro il Piacenza ci aspetterà una tappa fondamentale, la prima delle dieci che restano alla fine della stagione.
Sarà una partita difficile, contro una squadra che attraversa un buon momento di forma e che sta facendo bene. Noi la prepareremo come facciamo sempre, come se fosse una finale.”
Il fatto che nonostante i convocati in Nazionale la società non abbia chiesto il rinvio della gara contro il Piacenza, può essere una dimostrazione di fiducia nei vostri confronti?
“Sì, credo che sia proprio una dimostrazione di fiducia nei confronti del gruppo. E poi penso che nell’arco di questa stagione ci sono stati tanti infortuni e diverse squalifiche, ma la squadra ha sempre sopperito a queste assenze. Il gruppo è forte in tutti i suoi componenti.”
C’è il rischio che domenica al Tardini si scenda in campo con la testa già al Bari?
“Assolutamente no. Noi pensiamo solo ed esclusivamente al Piacenza, perché il Bari viene dopo. Il campionato quest’anno è stranissimo: se pensiamo solo ad un mese fa, dopo la sconfitta di Ancona, sembrava che in un colpo solo avessimo buttato via tutto il lavoro fatto fino ad allora; adesso siamo a più cinque sul Livorno, quando gli amaranto, fino ad un mese fa, avevano quattro punti più di noi: insomma le rimonte sono possibili. L’unica cosa da fare è pedalare, pedalare forte e correre più degli altri. Sicuramente non dovremo mancare nelle caratteristiche che sono nostre e che ci contraddistinguono, ovvero l’intensità,la voglia, il carattere, la grinta, il cuore. Sotto tutti questi aspetti non possiamo mancare assolutamente, e credo che in queste partite l’abbiamo dimostrato.”
Adesso il Parma può cambiare sistema di gioco in corsa…
“Anche. Oltre al sistema di gioco – come ha più volte evidenziato il mister cambiamo spesso e non abbiamo difficoltà a variare – credo che la squadra abbia trovato più consapevolezza nei propri mezzi, nelle proprie giocate, nelle situazioni che prova in allenamento, e secondo me questo è un fattore importante.”
Vi siete sbloccati in trasferta, ma in casa ci sono ancora un po’ di perplessità…
“Sì, in effetti al Tardini qualche difficoltà c’è, perché in casa nostra vengono a giocare squadre come il Mantova attrezzate per andare in Serie A, ma che hanno avuto qualche difficoltà nel corso della stagione. Squadre così, vengono a Parma e si chiudono in difesa, perciò trovare dei varchi non è facile, però dobbiamo essere bravi, tranquilli e pazienti, perché consapevoli che la giocata decisiva da parte nostra può arrivare in qualsiasi momento della partita.
E credo, comunque, che anche nelle partite casalinghe giocate finora l’abbiamo fatto: con il Treviso qualche episodio ci poteva andare meglio, però non pensiamo al passato, ma concentriamoci sulla gara di domenica contro il Piacenza, che sarà un punto cruciale del nostro campionato.”
E’ solo un problema di assetto degli avversari o c’è dell’altro?
“Sinceramente se ne è parlato tanto, ma io non vorrei farlo, perché non ha importanza. Al contrario, vorrei sottolineare un episodio particolare che è accaduto nella gara in casa contro il Mantova, quando a circa un quarto d’ora dalla fine era apparso sul maxi schermo dello stadio che il Grosseto aveva pareggiato contro il Bari c’è stato un momento in cui il pubblico ha spinto tanto: con un boato che ha fatto capire a noi giocatori in campo che avremmo dovuto dare il massimo e anche di più.
La squadra ha premuto ed infine ha ottenuto il gol, anche con la voglia, forse tra le polemiche, ma con il supporto del pubblico.
Quello che vogliamo noi giocatori in campo è proprio quella spinta lì: nelle restanti cinque partite in casa da qui alla fine della stagione, credo che la gente, come ha sempre fatto finora, ci debba stare molto vicina, perché la Serie A è di tutti, non è solo dei calciatori ma della città, di tutti quanti, e tutti volgiamo realizzare questo sogno.
Il mio auspicio ed il mio appello da capitano è che tutti quelli che vogliono bene al Parma stiano vicini alla squadra in questo momento, perché è un passaggio decisivo della stagione, perché possiamo veramente allungare.
Oltretutto si gioca di domenica, quindi anche chi lavora al sabato ha la possibilità di venire.
Speriamo che siano in tanti a venire al Tardini a dare una mano a questa squadra: noi vogliamo il loro affetto.”
Che insidie nasconde la partita con il Piacenza?
“Nella partita di andata, in effetti, avevamo sofferto tanto, soprattutto nel primo tempo, perché loro ci avevano aggredito facendoci giocare poco.
Il Piacenza vive un bel momento, hanno quasi raggiunto la salvezza, ma nessuno ti regala nulla: hanno tante motivazioni, sono a cinque punti dai play off, l’allenatore che era stato esonerato qui a Parma.
Noi sappiamo tutte queste cose, ma, come dicevo prima, prepariamo la partita come se fosse veramente una finale. Nello spogliatoio si respira carica ed adrenalina che vogliamo trasmettere in campo.”
Nelle ultime partite è esploso Mariga: come spiega questo suo miglioramento?
“Tutti quanti, fin da quando era arrivato, avevamo visto le sue qualità: l’adattarsi al calcio italiano non è semplicissimo.
Lui lo ha fatto, è un ragazzo intelligente, ha sempre lavorato con il sorriso sulle labbra, ha sfruttato la sua occasione: adesso si vedono i frutti, ma deve continuare così perché ha un futuro veramente importante.”