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09/09/2010
In provincia non siete tantissimi voi amministratori di Rifondazione comunista? Ti senti un panda? Perchè questa moria?
A mio parere, la Sinistra in Italia, negli ultimi trent’anni, ha commesso l’errore di non rendersi conto di quanto stava avvenendo nel substrato più profondo del tessuto sociale. Mentre al livello superiore tutti noi continuavamo a proclamare l’indissolubilità dei nostri valori, sottoterra si modificava gradualmente la percezione reale di tali principi, alcuni dei quali oggi sono considerati superati, altri negati, altri ancora ignorati.
In pratica, sono mancate le fondamenta della casa perché abbiamo continuato a preoccuparci solo del tetto. E’ il risultato di tre decenni di egemonia culturale del liberismo berlusconiano che ha trovato facile sponda nella destra di pancia leghista e nell’opportunismo degli altri alleati.
Sì, spesso (troppo spesso) mi sento un panda. Intorno a me vedo la progressiva scomparsa dei principi fondamentali di convivenza civile e dignità: eguaglianza, giustizia sociale, solidarietà, pace, diritto al lavoro, diritto allo studio, diritto alla vecchiaia, equità fiscale, e così via… Ma forse i panda sono messi peggio, perché loro possono solo affidarsi alla tutela e al buonsenso di qualcuno. Io, invece, nutro la speranza di riportare questi valori alla base della società: mi impegno ogni giorno per condividerli con chi ho intorno e chi incontro. Il mio personale progetto politico guarda in quella direzione, che mi appassiona, anche se è un lavoro duro, lungo, immane…
Secondo te la Federazione della Sinistra (ovvero la federazione tra Rifondazione, PDCI e altri partitini) è la risposta giusta per il rilancio della sinistra italiana?
Per recuperare nel DNA delle persone quei valori e quei principi che riteniamo fondamentali, non possiamo ricondurci al metodo e alle categorie concettuali di trent’anni fa: non funzionano perchè il degrado di questi valori è ormai un fatto antropologico, non solo culturale.
Berlusconi è ammirato proprio perché ha fatto sempre quello che voleva, in modo spudorato e fregandosene delle regole scritte e non scritte. Non è forse questo il più recondito istinto tribale che alberga dentro ogni persona? Pensiamo davvero di ribaltare l’attuale scala dei valori enfatizzando i nostri simboli e la nostra tradizione?
I simboli hanno indubbiamente la funzione fondamentale di riconoscere un’appartenenza, di costituire un legame tra persone. Questa dovrebbe essere la loro funzione principale, ma se non riescono più a svolgerla, diventa allora un problema promuovere e salvaguardare i contenuti che essi dovrebbero veicolare.
Riconosco a Nichi Vendola la capacità di parlare alla gente con un linguaggio semplice, ma allo stesso tempo profondo; un linguaggio chiaro, ma articolato. Nichi parla a tutti, ma soprattutto ai giovani, che sono coloro sui quali dobbiamo investire per garantire il futuro dei nostri principi. Oggi la figura di Nichi svolge la funzione di punto di riferimento. Può non piacere, ma il leaderismo che si è costituito intorno a lui è un veicolo fondamentale per rilanciare la Sinistra. Nichi, infatti, raggruppa le persone intorno ai principi fondamentali della Sinistra e crea senso di appartenenza. A lui ormai da mesi guardo perché mi riconosco nelle cose che dice e gli riconosco la capacità di trasmetterle alla gente.
Per queste ragioni, dopo diversi mesi di riflessione, nelle scorse settimane ho deciso di aderire a SEL. Ovviamente io guardo ben oltre SEL, perché auspico di mettere a sintesi tutte le anime della Sinistra per ricostruire le fondamenta perdute. Non possiamo puntare al risultato elettorale, se prima non abbiamo recuperato la consapevolezza e la coscienza degli Italiani.
Come si sta al Governo con il PD a Colorno? Che difficoltà e che sintesi hai trovato?
Il nostro gruppo consigliare “Rifondazione per la Sinistra” esprime tre consiglieri su 12 eletti. Abbiamo raggiunto questo risultato proprio quando anche a Colorno i partiti di Sinistra hanno registrato il minimo storico. E’ chiaro che il paese ha riconosciuto l’impegno e la credibilità dei nostri candidati e del movimento di persone che si è costituito intorno a loro, anche a seguito della positiva esperienza maturata con l’Amministrazione Gelati. I nostri rapporti all’interno della maggioranza sono basati sul buonsenso, sulla coerenza e sul rispetto del programma.
Ad esempio?
All’inizio di quest’anno su proposta del PD, abbiamo approvato una modifica dello Statuto che dichiara il servizio idrico “privo di rilevanza economica”. Per coerenza con questo principio, quando Enìa ha inviato la documentazione per la fusione con Iride, come gruppo consiliare abbiamo proposto di non approvare la fusione. La maggioranza ha riconosciuto che non è possibile da un lato dichiarare la pubblicità dei beni comuni e dall’altro non considerare che Iren è partecipata anche da società offshore. Purtroppo però credo che alla fine siamo stati l’unico Comune su tre province ad esprimere questa coerenza.
La sintesi politica in genere non è mai semplice; ma devo riconoscere alla Sindaco Canova che in maggioranza, quando ci confrontiamo, ragioniamo con buonsenso e ragionevolezza. Ciò che più ho apprezzato in questi mesi, sta nel fatto che non si è mai ragionato in termini di scambi o reciproche concessioni. Affrontiamo i problemi che si pongono e cerchiamo di portarli a sintesi con equilibrio e coerenza.
Penso che per i prossimi mesi, tra le questioni più delicate da affrontare vi sia quella di trovare il modo di procedere con percorsi partecipativi efficaci nonostante le esigue risorse di bilancio. Partecipare, significa anche far partecipi i cittadini delle difficoltà in cui ci troviamo oggi nel garantire l’ordinario funzionamento dell’ente. Si tratta di uno sforzo di trasparenza e relazione da rivolgere sia all’esterno che all’interno del Comune, certamente molto impegnativo, sia in termini di tempo che sul piano del metodo.
Sulla tua pagina di facebook hai pubblicato il manifesto “Mai con Fini. Sono di sinistra”. Secondo te l’obiettivo di mandare a casa Berlusconi non è compatibile con un’alleanza con un ex fascista?
Non scherziamo. Confidare nell’azione politica di Fini sarebbe come affidarsi ai “lanci di souvenir” di Tartaglia!
Noi dobbiamo puntare a risvegliare la coscienza degli italiani sui valori sociali di riferimento: non possiamo costruire l’alternativa politica sperando nella provvidenza. Certamente le prese di posizione di Fini hanno aperto una crepa nella maggioranza ma non rappresentano una svolta nel pensiero politico che domina il Paese. Prevedo che dall’iniziativa di Fini, alla fine si rafforzerà il binomio Tremonti-Lega che oggi è quanto di più reazionario esista in Italia.
Ammetto che sarebbe utile se oggi esistesse una maggioranza parlamentare in grado di sostituire l’attuale legge elettorale; ma confido poco in una soluzione tecnica basata solo sul buonsenso. Spero che il PD non venga allettato da facili soluzioni politiche che però non affrontano il nodo cruciale della questione: il Paese oggi esprime ancora una maggioranza di destra. L’obiettivo deve quindi essere quello di portare il Paese a Sinistra, non quello di spostarsi a destra per governarlo.
Come vedi il partito di rifondazione comunista di Parma? Se la segreteria Paola Varesi ti chiedesse qualche consiglio, quale le daresti?
Vedo la difficoltà del partito nel trovare spazi e percorsi per parlare con la gente ed apprezzo la tenacia e la dedizione dei compagni e l’impegno di Paola di rilanciare il PRC.
Condivido gli obiettivi politici e sociali di Rifondazione, ma non mi riconosco nella strategia individuata in occasione del congresso del 2008 per arrivare a questi obiettivi. Da allora sono rimasto per quasi due anni nel partito; ma nel frattempo la situazione all’esterno è precipitata. Adesso occorre pensare ad un nuovo inizio.
Nelle riunioni sento spesso dire che per recuperare consensi, dobbiamo tornare nelle fabbriche e far vedere che ci siamo. Magari fosse così semplice. Oggi anche nelle fabbriche troviamo troppa gente che cerca di sopravvivere ed ha perso il senso della solidarietà, della lotta comune. Non basta far vedere che ci siamo; occorre prima far rinascere il valore della solidarietà, della legalità, dei diritti, della giustizia sociale. Come dicevo, il problema ormai è antropologico.
La mia generazione ha delle grosse responsabilità per la situazione che si è determinata. Abbiamo goduto dei diritti ottenuti con le lotte di chi si è battuto affinché noi potessimo avere il tempo indeterminato, il sabato non-lavorativo, il diritto alla maternità, le aspettative, più giorni di riposo. Presi dal godimento di questi diritti, non ci siamo nemmeno chiesti se sarebbero durati per sempre e non ci siamo battuti a sufficienza perché rimanessero tali per quelli che sarebbero venuti dopo di noi. Ma soprattutto, non abbiamo insegnato a quelli dopo di noi che questi diritti esistono e vanno difesi.
Il consiglio dunque è quello di veicolare prima i contenuti che il contenitore. In questo modo, senza la barriera di un’adesione, di una scelta di militanza, può essere più facile avvicinare soprattutto i giovani. A Colorno ci proveremo attivando una “Fabbrica di Nichi”, ovvero un luogo nel quale confrontarsi e discutere apertamente, con l’obiettivo principale di far circolare le idee e di aprirsi al confronto.