
Luigi Alfieri, giornalista e scrittore, promotore del Movimento “Parma non ha paura” fa il punto della situazione sulla sicurezza sulla sua pagina facebook: “I ladri, sbagliando finestra, sono venuti a casa mia l’8 febbraio. E sono stati scacciati. Il comitato Parma non ha paura è nato qualche giorno dopo, fondato da me e da due vicini di casa, per caso ma non per scherzo.
Avevamo diversi, ambiziosi, obiettivi, quasi impossibili da centrare:
1) sensibilizzare l’opinione pubblica di Parma sul fenomeno sicurezza e ordine pubblico dimostrando di non essere fascisti o razzisti; portarla (l’opinione pubblica) a non accettare la situazione attuale, ad arrabbiarsi in modo civile ed educato, ma fermo.
2) Fare pressione, col massimo della correttezza possibile, sulle autorità impegnate nella difesa della sicurezza pubblica, prefetto, questore, comandante dei carabinieri (ma abbiamo sempre detto che da parte dell’arma riconoscevamo un impegno già forte) e sindaco, per spingerli a dare, pur di fronte alla scarsezza dei mezzi a loro disposizione, sempre di più, soprattutto per spingerli a fare sentire i cittadini meno soli davanti al crimine. Dicendo che se non ci sono i mezzi per una repressione totale almeno si andasse tra la gente per fare capire che lo stato c’è.
3) Sensibilizzare al massimo i politici locali, anche quelli non impegnati nell’amministrazione, perché capiscano i problemi della gente comune e si adoperino per fare, insieme a noi, di Parma non ha paura, pressioni su autorità, comune, legislatori per ottenere, finalmente, qualche risultato. La paura più grande degli italiani, ha rivelato un sondaggio pubblicato di recente dalla stampa di Torino, è trovarsi i ladri in casa, proprio mentre anche la famiglia del proprietario è in casa.
4) Fare delle iniziative pubbliche per dimostrare che le persone per bene, italiani o stranieri non importa, vogliono riappropriarsi della città e liberarsi dello spaccio, col sorriso sulle labbra, ridendo, scherzando e senza violenza.
Sembra un sogno, un incredibile sogno. Ma abbiamo centrato (quasi) tutti e quattro gli obiettivi.
Vediamo i vari punti:
1) Da quell’8 febbraio, migliaia e migliaia di persone ci seguono sul web attraverso la pagina Parma non ha paura su FB e il mio profilo Facebook. I nostri post hanno centinaia e centinaia di condivisioni e di mi piace ogni giorno. I siti web (Repubblica, Parma Daily e Gazzetta di Parma) e i blog ci danno uno spazio notevole, amplificando il lavoro su FB. Ogni nostra iniziativa è seguita da una massa incredibile di cittadini. Inoltre in pochi giorni, abbiamo prodotto, io e gli amici di Facebook, un instant book, Parma non ha paura, alla cui presentazione sono accorse un’infinità di persone, e che sta diffondendo in modo silenzioso ma potente, le nostre idee, non solo sulla sicurezza, nella città. Il tutto nel completo isolamento da parte della Gazzetta cartacea, che ci ha ostentato indifferenza e ostilità, che riduce al minimo possibile o al nulla l’informazione sulle nostre attività: ma nel 2016, si può stare in contatto con decine di migliaia di persone senza la Gazzetta. E infatti ormai tutta la città e la provincia conoscono Parma non ha paura. (Alla Gazzetta dedicheremo un post speciale domani o mercoledì)
2) Da quando è nata Parma non ha paura, la lotta alla microcriminalità ha subito un’impennata fortissima (non è ancora sufficiente, dobbiamo insistere, insistere, insistere). I carabinieri in special modo, hanno fatto diverse retate e incursioni sui luoghi dello spaccio. Hanno messo in campo i cani antidroga nei parchi, in viale Toschi, in Viale dei MIlle e viale vittoria. Si vedono più pattuglie in giro. Qualche risultato c’è in piazzale della Pace. Con la questura c’è dialogo e sta partendo un ambizioso progetto di “Polizia partecipata” che vede i cittadini impegnati di fianco alle forze dell’ordine nel controllo di vicinato. Il miracolo lo abbiamo fatto mettendo in moto sul tema l’amministrazione comunale: il sindaco, che nella relazione di Sant’Ilario non aveva nemmeno incluso la parola sicurezza, corre, insieme ai suoi assessori, come una formichina impazzita, per fare vedere che lavora nel campo della sicurezza. Speriamo che non siano solo parole, ma intanto apprezziamo. In città c’è la netta sensazione che qualcosa sta cambiando.
3) I politici li abbiamo svegliati dal letargo. Il nostro è un movimento apartitico, non siamo con nessuno né contro nessuno. Caso mai staremo con chi farà vedere sul campo che si impegna sulla sicurezza e saremo contro chi non fa nulla. Comunque il più grande partito cittadino, il PD, che nella sicurezza, almeno a livello nazionale, ha il suo punto debole, a Parma, dopo una lunga inerzia, si sta muovendo. Il 9 aprile organizzeranno un convegno dal titolo: Parma è una città sicura? Mi hanno invitato a partecipare. E io ci andrò per dire quello che è sotto gli occhi di tutti: Parma non è una città sicura. E’ una città che nella sua storia non ha paura, ma oggi sì, ha paura. E il partito ha le sue responsabilità. Così come rispondiamo all’invito del Pd, stiamo rispondendo all’invito di tanta cittadini che sostengono l’opposizione al Pd o governano contro il Pd in vari paesi della provincia. Andremo a Sala e Langhirano. Siamo stati a Fontanellato e qui c’erano diversi sindaci di diverso orientamento politico, dalla Lega al Pd: ebbene, nel dibattito sulla sicurezza erano tutti d’accordo. E questo è il nostro scopo: unire tutti nella lotta per la sicurezza. Tutti i partiti e i movimenti sulle cose da fare si possono unire. Siamo in emergenza e le emergenze richiedono il superamento degli steccati. Domani siamo a Fidenza per un convegno organizzato dalla maggioranza, mi aspetto l’intervento di tutte le opposizioni per parlare con concretezza dei problemi della città.
4) I più grandi successi di Parma non ha paura sono stati la presentazione dell’Instant Book all’Accademia di belle arti (sala esaurita e stracolma) e la camminata fotografica di giovedì. Nonostante l’ostilità della Gazzetta di Parma che non ha pubblicato una sola riga di presentazione della passeggiata, grazie all’aiuto del tam tam di FB, dei siti web (compreso Gazzetta Web) e dei blog abbiamo portato in strada centinaia di persone con in testa i migliori showman cittadini. Siamo riusciti a fare uscire di casa centinaia di persone di sera (21 e 30 l’appuntamento), a farle camminare per 7 chilometri per le strade e i quartieri dello spaccio (alcuni si sono ritirati dopo i primi chilometri vinti dalla stanchezza) a fare una festa allegra e gioiosa e allo stesso tempo trasmettere il messaggio che questa città è casa nostra, di noi cittadini e stranieri per bene. La marcia, grazie Corrado Medioli e la sua fisarmonica, Mauro Adorni, Gianpaolo Cantoni, Enrico Maletti, Maurizio Trapelli (Al Dsèvod in divisa), Mirella Cenni, e altri generosi artisti è stato un vero e proprio cabaret ambulante, con la gente che si affacciava alle finestre per vedere, applaudire e divertirsi. E tutti hanno capito che cosa vogliano le persone per bene di questa città, essere padroni in casa propria, indipendentemente dalla idee politiche e dal colore della pelle. Non so se la camminata entrerà nella storia cittadina, ma una cosa è sicura: resterà nella storia di chi c’era. E questi sono fatti e non parole”. (leggi anche l’intervista a Luigi Alfieri)