
Dopo la senatrice di Italia Viva Silvia Fregolent (leggi l’intervento) anche Lorenzo Casadei, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle in Emilia-Romagna interviene sulle dichiarazioni sull’aborto di Priamo Bocchi (FdI).
“Durante la seduta di ieri in Assemblea Legislativa ho presentato, insieme al gruppo AVS, una risoluzione a mia prima firma per chiedere alla Regione Emilia-Romagna di istituire zone di accesso sicuro nelle strutture sanitarie dove si pratica l’interruzione volontaria di gravidanza, per proteggere le donne e il personale sanitario da pressioni esterne, come le vergognose “veglie di preghiera” organizzate davanti agli ospedali che mirano a colpevolizzare le donne e ostacolare un diritto pienamente riconosciuto dalla Legge 194. Nel corso del dibattito, a spiccare è stato – ancora una volta – l’intervento fuori luogo del consigliere di Fratelli d’Italia Priamo Bocchi”, dichiara Lorenzo Casadei, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle in Emilia-Romagna.
“Definisce violenta la somministrazione della pillola RU486 a domicilio, – continua il consigliere pentastellato – affermando che ‘si consente a una donna di abortire da sola nel bagno di casa, espellendo il feto e tirando lo sciacquone’. Parole gravissime ed irricevibili da parte di un rappresentante delle istituzioni, che oltraggiano la dignità delle donne e trasformano un tema di salute pubblica in un’arena di disprezzo ideologico. È inaccettabile che nel 2025 si usi un linguaggio tanto volgare e disumanizzante contro chi esercita un diritto garantito dalla legge. Davanti a questa deriva reazionaria e oscurantista, continueremo a lottare contro ogni tentativo di riportarci a un Medioevo culturale, in cui il corpo delle donne è oggetto di controllo, giudizio e colpevolizzazione.”
“Lo stesso Bocchi, già noto per altri storici episodi, come aver mostrato il sedere in consiglio comunale a Parma e per dichiarazioni aberranti secondo cui ‘le violenze degli uomini sulle donne sono dovute a un calo generale della virilità maschile’, ha concluso il suo intervento affermando di ‘preferire essere nato 55 anni fa piuttosto che essere abortito’. Siamo davanti al tentativo di trasformare l’Assemblea Legislativa in un talent show per epigoni di Sgarbi. È sconcertante che di fronte a un simile curriculum di provocazioni e affermazioni misogine, nessun esponente del suo partito o della sua coalizione abbia sentito il dovere di dissociarsi pubblicamente. Il silenzio è complicità, e la difesa d’ufficio di certe esternazioni rivela una precisa volontà politica a cui ci opporremo con ogni forza”, conclude il capogruppo M5S in Emilia-Romagna.