
Tra marzo, aprile e maggio, si è molto ironizzato sui proprietari di cani che approfittavano degli sventurati amici a quattro zampe per passeggiare indisturbati; una delle scuse più utilizzate per uscire di casa.
In molti Paesi è stato lanciato l’allarme dello svuotamento dei canili a causa del Covid. E in molte città italiane al culmine dell’estate, sono stati denunciati il doppio degli abbandoni rispetto agli anni precedenti.
Gli animali domestici sicuramente hanno aiutato a superare la solitudine delle persone e probabilmente molti genitori hanno valutato l’ipotesi di adozione di un cucciolo per permettere ai figli di sopportare meglio le lunghe giornate chiusi in casa. Meno nobile naturalmente è stata la questione del motivo valido per uscire di casa più volte. Ci siamo chiesti quindi, se nel periodo del lockdown ci fu un aumento di adozioni o di acquisto di cani e gatti e in estate anomalie negli abbandoni. Anche perché la prospettiva che stiamo per affrontare è qualcosa di molto vicino alla chiusura totale già vissuta nella primavera scorsa.
La via più economica è sicuramente quella dell’adozione attraverso le strutture comunali che a Parma sono quattro: un canile (“Lilly e il vagabondo”) che ospita circa 120 cani e tre gattili (gli “Aristogatti” e le Oasi Feline “Garfild” e di Vicofertile) che complessivamente possono ospitare tra i 150 e 180 gatti.
In realtà i numeri non si sono discostati dalla norma, ci spiega l’assessora Nicoletta Paci che ha, fra le deleghe, anche quella al Benessere Animale.
“Da metà dicembre 2019 al 30 giugno di quest’anno sono stati adottati 84 gatti e 30 cani. Questi numeri più o meno corrispondono a quelli degli anni precedenti; gli affidi sono nella norma, non si sono discostati di tanto. C’è da dire però che nel periodo del lockdown abbiamo stretto le maglie e chiuso il canile e successivamente consentito l’accesso solo dietro appuntamento”.
L’assessora Paci ci conferma che anche dopo il lockdown non sono stati registrati – per fortuna – più abbandoni del solito. “Per quanto riguarda le rinunce di proprietà. Non abbiamo registrato impennate, ma c’è da dire che il lavoro che facciamo prima di dare in affido un animale è molto scrupoloso, perché vogliamo prevenire il problema. Vengono intervistati i richiedenti, per capirne i bisogni e siamo molto attenti soprattutto con chi non ha mai avuto animali.
La richiesta maggiore, naturalmente, è per i cuccioli, ma il canile comunale non è un negozio che vende esemplari di razza, abbiamo anche animali non più giovanissimi. Il nostro obiettivo è riuscire a far incontrare le esigenze di chi adotta con quelle degli animali stessi. Cerchiamo una mediazione e facciamo poi attente verifiche per capire come stanno gli animali affidati nelle loro nuove case”.
Paci segnala però una problematica a proposito delle adozioni: “C’è una rete parallela e difficile da controllare che è quella dei canali social dove avvengono scambi veloci e scarsamente tutelati. La nostra politica è quella di educare l’utente, perché un cane o un gatto sono un impegno, anche oneroso e per la vita. Non sono giocattoli”.
Ugualmente sul fronte privato non sembrano esserci grosse differenze nella richieste rispetto alla norma.

Alberto Tardini è allevatore di Boxer (“Boxer del Ducato di Parma”) e ci spiega che è una razza di cani sempre molto apprezzata e desiderata: “No, non posso dire di avere avuto richieste superiori rispetto al solito. Io sono molto scrupoloso, faccio lunghe interviste per sapere in quali abitazioni e con chi andranno a vivere i cuccioli e se non mi convincono i cani non li vendo. Per esempio se mi dicono che il cane rimarrà in giardino oppure se capisco che gli acquirenti sono fuori casa per lavoro tutto il giorno, piuttosto perdo una vendita, perché il boxer è un razza che deve dormire in casa e avere vicino il padrone. Noi abbiamo sempre tante richieste e comunque penso che chi voglia sfruttare il cane solo per uscire, non acquista certo un esemplare di razza, perché sono più delicati, hanno delle spese di mantenimento elevate. Abbiamo 15 anni di esperienza in questo settore e sappiamo valutare i potenziali acquirenti. Se la prima domanda che mi fanno è “quanto costa”, il cucciolo rimane con noi”.
Anche sul fronte felino, che non offre naturalmente possibilità di “passeggiate”, ma semplicemente compagnia, coccole e affetto, non sembrano esserci grosse variazioni. Francesco Ferrari, piccolo allevatore di Maine Coon (“Mega Mosè”) ci dice che: “Avevo 17 cuccioli tra marzo e aprile e quasi tutti erano prenotati; un paio hanno rinunciato all’adozione. Semmai devo dire che la richiesta è un po’ diminuita rispetto al solito”.
L’auspicio di Nicoletta Paci è che i cittadini possano essere maggiormente responsabili nei confronti dei propri animali, delle loro necessità e abitudini. “In particolare – dice – vorrei sottolineare il tema del recupero deiezioni; questo è un punto cruciale del vivere civile. A questo proposito stiamo lavorando a un nuovo regolamento comunale per fare in modo che i cittadini si informino di più, per rispettare i propri animali e gli altri. Per quanto riguarda invece i canili e gattili comunali abbiamo appena affidato la direzione sanitaria e il servizio veterinario per il polo integrato degli animali d’affezione. Lo scorso anno erano andate deserte due procedure di gara e per assicurare la continuità del servizio avevamo chiesto la collaborazione a diversi veterinari e all’Ausl”.
Tatiana Cogo