
23/09/2011
h.15.10
L’art. 1, comma 12, periodi terzo, quarto, quinto e ultimo di cui all’oggetto, ha introdotto da lunedì scorso 19 settembre un fortissimo aumento dell’Imposta Provinciale di Trascrizione (IPT) che colpisce le immatricolazioni e i passaggi di proprietà dei veicoli, attraverso l’applicazione della previsione di cui all’articolo 17, comma 6 del decreto legislativo 68/2011 (Federalismo fiscale) in assenza del DM previsto (e mai emanato).
Un ulteriore carico fiscale, attuato da questo esecutivo e poco pubblicizzato, che andra’ a colpire le tasche del consumatore finale e che mettera’ in ginocchio la gia’ martoriata industria dell’automobile.
Di seguito si riporta stralcio delle segnalazioni operate da Quattroruote che danno contezza dell’impatto economico della sopra citata norma.
Per gli atti soggetti a Iva, cioè gli acquisti effettuati in concessionarie e saloni, si paga un’imposta fissa di 151 euro, che ogni Provincia ha facoltà di aumentare fino al 30% (e infatti 104 amministrazioni su 110 l’hanno fatto, 49 fino al massimo consentito di 196 euro, come la Provincia di Parma).
Per gli atti non soggetti a Iva, invece, cioè le compravendite tra privati, si paga la stessa imposta fissa se le autovetture hanno fino a 53 kW di potenza, mentre oltre questa soglia essa diventa progressiva ed è pari a 3,51 €/kW, anche in questo caso con facoltà, per le Province, di aumentarla fino al 30%. Il federalismo provinciale ha equiparato l’Ipt per gli acquisti effettuati nelle concessionarie e quelli tra privati. L’effetto, in base agli importi attuali, produrrebbe aumenti dell’imposta a doppia, e persino a tripla cifra (per i veicoli commerciali e industriali specialmente).
Ora, oltre all’apparire tale previsione in contrasto con i principi del diritto tributario e con lo Statuto del Contribuente (poiché si dovrebbe applicare quantomeno alle immatricolazioni e agli atti successivi all’entrata in vigore della legge di conversione del DL 138, altrimenti colpirebbe retroattivamente), la statuizione dell’ultimo comma dell’art. 12 del DL 138 sarà facilmente un ulteriore boomerang per le casse provinciali, venendo a bloccare il già asfittico mercato automobilistico, aggravando così la crisi del settore come risulta evidente dalle notizie di stampa di queste settimane.
Ecco alcuni esempi che ben chiarificano la portata dell’evento.
In base agli importi attuali, un automobilista milanese che acquisterà una Volkswagen Golf 1.6 TDI 5p. Comfortline dal prezzo di listino di 22.850 € pagherà di Ipt 352 € invece dei 196 che paga oggi, il 79,6% in più.
Un automobilista di Agrigento, altro esempio, che acquisterà un’Alfa Romeo 159 SW 2.0 JTDm Progression, vettura che costa, a listino, 29.900 €, pagherà di Ipt 571 € invece dei 196 che paga
oggi, il 191,3% in più, cifra che sale al 423% per una mercedes Classe Cls, fino al 683 per cento per i paperoni che possono permettersi una Ferrari California.
Al di là delle macchine più costose, la gran massa degli aumenti colpirà le medie cilindrate con aumenti che raggiungeranno il 100 per cento.
Anche le piccole imprese di trasporto saranno penalizzate: rincari del 300 per cento per gli autocarri oltre gli 80 quintali.
A cio’ aggiungasi che i pesanti aumenti dell’IPT non si applicano a cittadini e imprese residenti nelle Province autonome e delle Regioni a Statuto speciale, con manifeste rilevanti sperequazioni, e porteranno poi le grandi flotte (noleggio, leasing, autotrasporto) a trasferirsi in tali contesti territoriali per godere della minore pressione fiscale, a detrimento delle restanti Province “normali”!
Emerge quindi il quadro chiaro della situazione e soprattutto la sensazione che “il sistema di tassazione ora vigente in materia di IPT” produrrà effetti di sicuro devastanti per il commercio dell’auto e dei relativi servizi, peserà in ogni caso sulle tasche di Consumatori ed Imprese, non favorirà alcun sostegno per una mobilità più sostenibile, genererà danni alle casse di alcune Province rispetto ad altre e permetterà il ritorno di procedure amministrative, nella gestione dei veicoli consegnati ai commercianti, che tenderanno ad eludere il pagamento di imposte, così “pesanti” a tal punto da sembrare “intollerabili”.
Un sistema “fiscale” che risulta inaccettabile “per il senso del comune interesse” quando vede generare “concorrenze fiscali così marcate” come si rileva nella lettera UPI del 15/9 u.s. ma che si infrange, però, con il dettato normativo vigente (vedi lettera del Min. Economia e Finanze) e con l’indisponibilità delle realtà “autonome” di “aderire” alla nuova pesante tassazione, politicamente poco gradita!
Alla luce di quanto detto l’auspicio del Movimento Nuovi Consumatori è che l’ Amministrazione Provinciale di Parma, che si era gia’ contraddistinta nello scongiurare gli aumenti del costo dei biglietti Tep per le corse extraurbane, si attivi con la massima urgenza per valutare ogni azione utile ad evitare per la nostra Collettività gli scenari sopradescritti.
Dott. Filippo Greci
Presidente Nazionale Movimento Nuovi Consumatori