“Babbo Natale non viene da Nord” è una commedia garbata

SMA MODENA
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Marcello è un cinquantenne divorziato che campa esibendosi come prestigiatore in locali poco raccomandabili. Dopo il suo ultimo spettacolo viene assalito da un’avvenente signora che si scopre essere la moglie del proprietario, e dunque il compenso della serata per Marcello viene ridotto all’osso. Il suo manager, Gerardo, gli trova un incarico come Babbo Natale adibito alla consegna dei regali ai clienti di un McDonald’s di Salerno e Marcello, rassegnato, accetta. Peccato che sua figlia India, cresciuta con la madre a Varese, abbia scelto proprio le vacanze di Natale per riavvicinarsi al padre, responsabile secondo lei (e la sua psicologa) di aver condizionato in negativo i suoi rapporti con gli uomini. La situazione (letteralmente) precipita quando Marcello, vestito da Babbo Natale, cade da un transennato a Salerno e perde la memoria, risvegliandosi in un centro di accoglienza per bambini gestito da un prete, il combattivo Padre Tommaso. Riuscirà Marcello a ritrovare la memoria e a recuperare il suo rapporto con India?
Alla sua seconda regia cinematografica dopo Una donna per la vita, Maurizio Casagrande, attore della scuderia di Vincenzo Salemme il cui talento non è stato ancora sufficientemente valorizzato, prova a creare per sé quei ruoli da protagonista che il grande schermo italiano gli ha finora negato. È un tentativo legittimo che mette in luce le sue qualità di interprete ma anche le sue ingenuità di neoregista e sceneggiatore. Con slancio partenopeo però Casagrande mette quanta più carne al fuoco possibile, creando una storia complessa e ricca di personaggi minori, e circondandosi di ottimi comprimari, a cominciare dalla cantante Annalisa che debutta sul grande schermo nei panni di India, aspirante performer che ha il problema di assomigliare come una goccia d’acqua… alla cantante Annalisa. È questo tipo di guizzo narrativo a fare la differenza in una trama per altri versi eccessivamente naif, così come naif è una regia che usa il campo e controcampo fino allo sfinimento e abbonda di errori di continuità.
Motore della storia è il genuino entusiasmo di Casagrande, e la sua commedia si solleva dalla media di quelle che popolano il cinema italiano contemporaneo per alcune magistrali scene da teatro classico napoletano che scateneranno l’ilarità del pubblico. In queste scene gli attori danno il meglio di sé dimostrando come il ritmo comico partenopeo sia inarrivabile, e contenga dentro di sé il dna di Eduardo. Anche i passaggi che flirtano con lo stereotipo, ad esempio quelli che vedono protagonisti i piccoli guitti che frequentano il centro di accoglienza di Padre Tommaso o i tre sciamannati al pronto soccorso, sono salvati dall’abilità degli interpreti, dal surrealismo intrinseco alla comicità napoletana e dalla naturalezza con cui Casagrande interagisce con tutti gli attori, di fatto dirigendoli “dall’interno”. Babbo Natale non viene dal nord è una commedia garbata, del tutto priva di volgarità, ricca di siparietti comici esilaranti e di una bonomia genuina e accattivante che fa perdonare al regista-sceneggiatore-interprete i piccoli (e grandi) passi falsi.

(Si ringrazia Mymovies.it per la collaborazione)
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