Bene lo stop a questa metro, ma…

SMA MODENA
lombatti_mar24

21/03/2010
h.18.20

La notizia che il Ministero alle Infrastrutture avrebbe deciso la cancellazione del finanziamento già erogato per la Metropolitana di Parma non può che essere accolta con grande rammarico da chi, come Il Borgo, ha sempre ritenuto che il progetto, pur sbagliato in aspetti fondamentali, esprimesse un’esigenza reale per la città e che, quindi, si dovesse tentare ogni strada per rivederlo anche radicalmente, rimanendo fedeli all’ambizione che lo aveva generato.
Coerentemente con questa posizione Il Borgo riteneva che si dovessero tentare tutte le strade per confermare il finanziamento erogato dal Cipe, mantenendolo nel medesimo capitolo di spesa della mobilità sostenibile.
La città ha bisogno di interventi strutturali nel settore della mobilità, perché il livello di inquinamento dell’aria rischia di divenire intollerabile ed in futuro si potrebbero rendere necessarie misure restrittive, anche drastiche, di limitazione dell’uso dell’auto, con il rischio conseguente di paralisi degli spostamenti, in assenza di un sistema alternativo di trasporto pubblico moderno ed efficiente. Piccoli interventi o semplici palliativi non serviranno a risolvere il problema.
Il Borgo, già dal suo documento del 2008, condiviso con le associazioni ambientaliste di Parma, e nel successivo documento, presentato con un’iniziativa pubblica all’Assessore alla mobilità del Comune, Davide Mora, e al Presidente di Smtp, Pier Domenico Belli, nel dicembre del 2009, aveva lanciato la proposta, coordinata dall’ing. Paolo Scarpa, che si tentasse una riconversione tecnica del progetto, per esplorare l’ipotesi di una rete di metrotramvia di superficie, sul modello di quanto già avviene in tutta Europa, soprattutto in Francia e in Germania.
Riconvertire il progetto era ed è, a nostro avviso, necessario e possibile. Una linea di superficie costa per ogni chilometro realizzato meno della metà di una linea in sotterranea. Essa è di facile fruizione e, dove è stata realizzata, ha portato ad incrementi massicci nel numero di utenti del trasporto pubblico urbano, contribuendo a radicali miglioramenti della qualità di vita nelle città.
Realizzare un sistema di trasporto pubblico a guida vincolata di superficie a Parma non può essere considerato utopico, in una città che ha dimostrato in molti settori di potere essere al passo con le realtà europee più avanzate. Il Borgo aveva anche suggerito strade di compartecipazione tecnico finanziaria tra Ente pubblico e Contraente Generale sul modello di società partecipata che, per esempio, è stato attuato in Italia, nel caso della metropolitana di superficie di Firenze.
Purtroppo sulla proposta del circolo Il Borgo, ovviamente avanzata come semplice contributo indipendente alla città, si è manifestato un forte interesse, ma ad essa non è stato dato alcun seguito concreto da parte delle forze politiche. E questo, alla luce della decisione governativa, che segue un sostanziale congelamento del dibattito in questi mesi, appare oggi assai poco comprensibile.
Parma ha bisogno di costruire strategie sul proprio futuro, in cui non potranno essere ignorati i nodi cruciali della sostenibilità. Deve tornare, al di là di sterili polemiche, a nutrire ambizioni forti, calate tuttavia nella realtà vera di una società che cambia e di un ambiente che non è risorsa inesauribile.
La perdita dei finanziamenti da parte del Governo è una sconfitta che riguarda tutti.
In questa vicenda si sono probabilmente accumulati errori su cui non è nostro compito esprimerci, ma che accomunano sia chi ha gestito il progetto nelle sue varie fasi, sia chi non ha saputo avanzare, anche dall’opposizione, proposte alternative credibili.
Una riflessione collettiva, soprattutto sulle prospettive future e sulla lezione che questa vicenda può impartire alla città, riteniamo sia necessaria.