Candidatura e dimissioni di Bernazzoli: Comune e Provincia di Parma commissariati al voto nel 2012

SMA MODENA
lodi1

28/10/2011

Ieri è partito un sondaggio telefonico promosso dal centrosinistra per rilevare il gradimento della candidatura a sindaco di Parma di Vincenzo Bernazzoli e di altri esponenti della coalizione.
Bernazzoli, Presidente della Provincia di Parma in carica eletto nel 2009, può candidarsi a primo cittadino della città? Se sì, a quali condizioni?
Al di là di valutazioni etiche sul doppio incarico ribadite dal PD nazionale e locale e dalla sentenza di questi giorni dalla Corte Costituzione, è la legge che impone a Bernazzoli di dimettersi preventivamente da Presidente della Provincia perché altrimenti “ineleggibile” a sindaco. E alle dimissioni farà seguito il Commissariamento dell’Ente (art. 53 del Testo Unico Enti locali D.lgs n.267/2000 – leggi). La normativa e la procedura, infatti, sono i medesimi per i Comuni che sono stati seguiti per le dimissioni di Vignali e la nomina del Commissario Cancellieri. Diverso era stato nel 2003 il caso del subentro a Presidente della Provincia dello stesso Bernazzoli a seguito della morte di Andrea Borri. La normativa distingue il caso di dimissioni (che comporta il Commissario, art 53 comma 3) dal caso di decesso (che consente il subentro del vice presidente fino alle prima data elettorale utile, art 53 comma 1).
Perché Bernazzoli è ineleggibile? L’art. 60 “Ineleggibilità” del Testo Unico Enti locali (D.lgs n.267/2000) è chiaro a riguardo: “Non sono eleggibili a sindaco i titolari di organi individuali ed i componenti di organi collegiali che esercitano poteri di controllo istituzionale sull’amministrazione del Comune” (leggi). La Provincia, non fosse altro perché ha la competenza di esprimere pareri di merito sugli strumenti urbanistici dei Comuni, esercita a tutti gli effetti un controllo istituzionale sul Comune, e non potrebbe essere diversamente essendo un Ente sovraordinato.
In merito all’ineleggibilità l’art. 60 prevede anche che “l’ineleggibilità non ha effetto se l’interessato cessa dalle funzioni per dimissioni non oltre il giorno fissato per la presentazione delle candidature”. Quindi Bernazzoli potrebbe dimettersi anche all’ultimo minuto, ad esempio a primavera inoltrata, ma così facendo la Provincia verrebbe commissariata per più di un anno. L’art. 8 legge n.120/1999 dispone infatti che “le elezioni dei consigli provinciali si possono svolgere in un turno annuale ordinario da tenersi in una domenica compresa tra il 15 aprile ed il 15 giugno. Le elezioni dei consigli provinciali che devono essere rinnovati per motivi diversi dalla scadenza del mandato (ndr: ad es. nel caso di dimissioni volontarie) si svolgono nella stessa giornata domenicale del periodo di cui sopra se le condizioni che rendono necessario il rinnovo si sono verificate entro il 24 febbraio, ovvero nello stesso periodo dell’anno successivo, se le condizioni si sono verificate oltre tale data” (leggi).  
In pratica, per andare a votare nella primavera del 2012 anche in Provincia, l’iter delle dimissioni dovrà essere concluso completamente entro il 24 di febbraio. Anche il ritardo di un solo giorno ulteriore comporterebbe il commissariamento di un anno della Provincia (come è avvenuto per il Comune di Bologna – leggi -).
Pertanto, nel caso davvero volesse candidarsi a sindaco, per stare tranquillo ed evitare il Commissariamento di un anno della Provincia che non pare una soluzione auspicabile, Bernazzoli dovrà protocollare la lettera delle sue dimissioni entro la fine di gennaio 2012 (come noto poi servono 20 giorni prima che le dimissioni diventino effettive).
A quel punto potremmo trovarci sia il Comune che la Provincia di Parma contemporaneamente commissariati con le contestuali elezioni per il sindaco di Parma e per il presidente della Provincia nella primavera 2012.
Sarebbe un vero e proprio D-Day elettorale!
Si potrebbe anche dire: un Commissario tira l’altro…

Andrea Marsiletti