Caro Vescovo, non sono d’accordo sul sacerdozio solo maschile. Sono donne le stelle più luminose della cristianità (di Andrea Marsiletti)

SMA MODENA

TeoDaily – L’intervista al Vescovo di Parma Enrico Solmi è ricchissima di spunti, chiara, profonda (leggi).

Mi è piaciuto il passaggio quando il Vescovo parla di “uomo cristico” e cita Ponzio Pilato che “presenta Gesù ai giudei e dice ‘Ecco l’uomo’ professando – dichiara mons. Solmi – la verità più profonda dell’uomo“.

Bravissimo.

 

Papa Leone, il futuro della Chiesa, coppie omosessuali, sacerdozio femminile. INTERVISTA al Vescovo di Parma Enrico Solmi

 

Cos’è l’uomo cristico?

Sant’Ireneo e altri Padri della Chiesa affermavano che “Dio si è fatto uomo affinché l’uomo diventi Dio” (divinizzazione), e in questo senso l’uomo cristico è colui che vive pienamente in Cristo, configurato a Lui. Oso spingermi oltre, alla mistica: l’“uomo cristico” è colui che ha attraversato un cammino di purificazione, illuminazione e unione con Dio, fino a diventare “alter Christus” (un altro Cristo).

Mi convince meno la posizione del Vescovo sul sacerdozio femminile. Egli, nel pieno rispetto della figura femminile,  propone una lettura dei Vangeli, a mio giudizio, troppo letterale: “Il Signore ha scelto dodici uomini e li ha voluti con lui perchè fossero trasmettitori del suo ministero.

Innanzitutto, se iniziamo a leggere il Nuovo Testamento alla lettera entriamo in un terreno minato, per non parlare del Vecchio Testamento che ci condurrebbe in una spirale di violenza, stupri, uccisioni di donne, vecchi e bambini ordinati da Dio da far accapponare la pelle. Ci insegnano che bisogna contestualizzare, e quindi contestualizziamo, ci mancherebbe.

Orbene, nei vangeli canonici e apocrifi le donne emergono come più devote, più fedeli, più coraggiose degli uomini.

Le figure più sante della cristianità sono due donne: sicuramente Maria Vergine, probabilmente Maria Maddalena. La prima è la madre di Dio, è l’unica che ha ricevuto il privilegio del proprio concepimento immacolato e subito alla morte di assurgere in corpo al cielo, senza dover attendere la “fine dei tempi” e la resurrezione dei corpi; la seconda è la discepola prediletta di Gesù, colei che per prima vide il Risorto. Gesù ha scelto una donna, Maria Maddalena, come testimone e annunciatrice della sua resurrezione (“Va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”. Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: “Ho visto il Signore!” e ciò che le aveva detto Gv, 20,17), in un contesto culturale ebraico in cui la donna era considerata al pari di un animale e la sua testimonianza non aveva alcun valore in tribunale. I rabbini ebrei non potevano neppure insegnare a una donna. Il messaggio neo testamentario di Gesù è rivoluzionario, ancora una volta.

E’ una donna, Veronica, l’unica che aiuta il Signore durante la passione (a Gerusalemme una stazione della Via Crucis è dedicata a Veronica).

Gesù, che ha sempre la parola giusta e vincente in ogni occasione, perde un solo confronto dialettico e ciò accade con una donna, cananea, pagana. E’ una donna a “convertirlo”, a fargli comprendere che la sua missione è la salvezza di tutti i popoli, non solo di quello di Israele.

E’ l’emorroissa che perde sangue, impura per gli ebrei, che viola le regole giudaiche, supera la paura, rompe un tabù, tocca Gesù e guarisce. Il suo gesto è un atto di fede incarnata: non solo crede, ma agisce, si espone, rischia.

Sotto la croce, quando tutti gli apostoli maschi rinnegavano il Figlio dell’Uomo al canto del gallo, c’erano solo donne (“Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala”, Giovanni 19,25-27). Sono le donne che non si rassegnano alla morte del Signore e tornano al Sepolcro, mentre gli uomini terrorizzati si nascondono per paura degli ebrei.

Se è vero come è vero, quindi, che le stelle più luminose della cristianità sono donne, che gli esempi di fede più intensi sono femminili, mi pare immotivato limitare il ministero sacerdotale ai soli uomini, perchè i dodici apostoli erano uomini, quando, tra l’altro, è possibile che nell’ultima cena mentre Gesù istituisce l’eucarestia, fossero presenti anche delle donne, alle quali sarebbe stato detto “Fate questo in memoria di me“. Se Gesù ha affidato una donna (Maria Maddalena), e non un uomo, la prima missione apostolica evangelizzatrice, suvvia, perchè le donne non potrebbero predicare la sua parola?

 

† C’erano anche delle donne nell’Ultima Cena? E’ possibile, è probabile (di Andrea Marsiletti)

 

 

La discriminazione della donna nei ruoli della Chiesa è, a mio giudizio, teologicamente immotivata. La si comprende solo nel contesto patriarcale e maschilista in cui è nato il cristianesimo primitivo che poi, per inerzia, è diventato tradizione della Chiesa. Ma la tradizione è consuetudine e interpretazione di uomini, non volontà di Dio.

Caro Vescovo, mi permetto di ribaltarLe la questione: non è che una lettura letterale dei Vangeli ci induca a ritenere che il sacerdozio dovrebbe essere riservato alle sole donne?

Provocazioni a parte, La ringrazio ancora per la disponibilità che mi ha dimostrato, e La saluto con stima e affetto.

Andrea Marsiletti