
Laura Cavandoli, Deputata della Lega eletta a Parma, oltre che Consigliere di minoranza del Comune di Parma, prende posizione sul tema del taglio ai comuni: “Con un certo ritardo rispetto all’approvazione della legge di bilancio, i sindaci si accorgono che quest’anno la manovra deve rispettare i paletti delle regole europee per il nuovo patto di stabilità che devono andare nella direzione di ridurre il debito pubblico. La grande novità per gli enti locali è che non si chiede ai comuni di restituire fondi ma di accantonare le risorse, che diverranno disponibili nella primavera del prossimo anno, dopo l’approvazione del bilancio 2025. Queste risorse potranno essere utilizzate, a seconda delle esigenze, per “accelerare” il ripiano del disavanzo accumulato o per realizzare investimenti, non ci saranno quindi “tagli”. In questo modo, anche gli enti territoriali contribuiranno alla realizzazione degli obiettivi complessivi di finanza pubblica.
La riduzione delle risorse disponibili per i comuni va inquadrata all’interno della Legge di bilancio 2025 nel contesto in cui si inserisce, caratterizzato per lo più da due fattori – non dipendenti dall’attuale Governo – che hanno portato a dimezzare le risorse utilizzate nella manovra: il superbonus 110% e la riforma della governance economica europea. Quest’ultima obbliga lo Stato a ridurre il debito pubblico, colpendo la spesa di tutte le amministrazioni, e i comuni sono quelli che hanno subito le riduzioni minori.
Di contro l’effetto devastante del Superbonus peserà sul debito pubblico per circa 40 miliardi di euro all’anno fino al 2027 e ha ridotto a 25 miliardi l’importo della Legge di Bilancio 2025, che ha comunque previsto a favore dei comuni un incremento complessivo del fondo di solidarietà comunale di oltre un miliardo di euro per i prossimi cinque anni. La manovra ha previsto anche l’istituzione di un fondo di 300 milioni per contribuire all’assistenza ai minori allontanati dalle famiglie – che impatta maggiormente sui piccoli comuni – e un incremento di 300 milioni per le funzioni fondamentali di province e città metropolitane. Inoltre, sono previsti oltre 120 milioni per integrare il fondo nazionale per il trasporto pubblico locale e un fondo straordinario di 5 milioni di euro per rafforzare i servizi sociali nei piccoli comuni in difficoltà finanziaria. È stato anche cancellato l’ipotizzato blocco del turn over dei dipendenti.
Non è stata una legge di bilancio redatta con leggerezza e tagli indiscriminati, ma realizzata con la responsabilità di mantenere in equilibrio un Paese che deve crescere. E ora con la medesima responsabilità e competenza, il Governo sta per intervenire sui costi delle bollette. Purtroppo, le lamentele della sinistra banalizzano gli interventi, trasformandoli in chiacchiere da bar: per la cronaca i tagli fatti ai ministeri superano i 3 miliardi di euro. Allo stesso modo, chi si lamenta del fatto che lo Stato non ha fornito fondi per la casa, riconosce di aver ricevuto 6 milioni di euro dal MIT per abitazioni ERP a basso reddito e continua a chiedere fondi ministeriali per progetti anche poco realistici.
Il ministro Giorgetti non ha sicuramente intenzione di ‘fare cassa’ sui comuni e, nelle circostanze economiche sopra descritte, ha cercato di tutelare il più possibile i comuni, consapevole del fatto che sono l’istituzione più vicina ai cittadini, ma non è con lamentele – chiaramente giustificate – e banalizzazione che si risolvono problemi importanti.
E infatti non ci sono proposte concrete di risorse alternative: del resto la sinistra, quando è all’opposizione, oltre a lamentarsi, afferma di avere le soluzioni giuste ma non le indica, mentre quando è in maggioranza, come nella nostra Regione, provvede immediatamente ad aumentare tasse e costi dei servizi”.