
Celebrare la Giornata della memoria in piena pandemia non sembrava facile, perché le iniziative cui in passato la città ha partecipato hanno sempre avuto al centro la relazione, la vicinanza. Eppure, il Centro studi movimenti ‒ in collaborazione con il Comune di Parma ‒ ci ha provato lo stesso, perché considera l’indifferenza verso l’ingiustizia ormai troppo diffusa per saltare un’occasione di riflettere e di tentare di capire così importante.
E così, in questa situazione di emergenza sanitaria, il Centro studi si è fatto bastare ciò che si poteva e ha organizzato due incontri che, pur da dietro uno schermo, hanno commosso per la loro potenza.
Mercoledì 27 gennaio, Riccardo Goruppi, partigiano triestino, ha raccontato della sua terribile esperienza al lager di Dachau, con una pacatezza e una compostezza che tutti dovremmo imparare. Giovedì 28 Michele Andreola, guida del Memoriale di Auschwitz-Birkenau, ci ha fatto virtualmente entrare dentro il più grande campo di sterminio del sistema concentrazionario nazista e, mostrandoci resti di baracche e camere a gas, ha raccontato la storia delle milioni di persone che lo hanno attraversato, la maggior parte delle quali per poche ore appena.
Dall’altra parte dello schermo c’erano 200 classi delle scuole secondarie di Parma e provincia, per un totale di circa 4500 studenti, molti di loro senza parole e incollati allo schermo. 4500 studenti che hanno potuto ascoltare e fare domande, moltissime domande.
Il Centro studi e il Comune di Parma lo consideravamo un esperimento imposto dalla situazione: visti i risultati cominciamo a pensare che forse non tutto il male viene per nuocere e che dalle difficoltà possiamo imparare.
