“Che fortuna nascere in Corea del Nord!”

SMA MODENA
lodi1

26/08/2014

Christian Pivetta, delegato ufficiale Italia dell’Associazione Italia – Corea del Nord, racconta il suo viaggio di un mese nella Repubblica Popolare, il “Paese più inaccessibile al mondo”. ParmaDaily documenterà il viaggio con foto, commenti e opinioni sul campo di Pivetta condivisi con noi dal suo profilo Facebook. Cristian che ci dà l’opportunità di un reportage straordinario per i nostri lettori (e in generale per tutti gli italiani) e per questo lo ringraziamo di cuore. Il servizio giornalistico si concluderà con l’intervista di Pivetta per ParmaDaily. Andrea Marsiletti

IL PARCO ACQUATICO, IL TEATRO E LA TORRE DALLA JUCHE A PYONGYANG (guarda le FOTO!)

Anche oggi alle ore 7.15 col mio fare da gatto, sguscio solitario via dall’hotel e decido di ampliare il territorio di mia conoscenza.
Mi incammino lungo il viale che porta al fiume Taedong e decido di farmi una tranquilla passeggiata lungo il fiume fino a meta da destinarsi. Una leggera nebbiolina è ancora presente ma non toglie l’entusiasmo né a me né tantomeno alle schiere di pensionati pescatori che incontro lungo il fiume. Per chi non lo sapesse, l’età pensionabile prevista dalla costituzione della RPD-Corea è di 55 anni per le donne e 60 per gli uomini, punto e chiuso il discorso. Altro che legge del demone Fornero.
Lungo il percorso diversi cittadini che si allenano con la classica corsetta mattinale, qualcuno con gli auricolari, chi col cellulare e chi con l’ hiphono o il lettore di mp3, nonché qualche gruppetto di ginnasti qua e là con la musica o senza che pratica un po’ di sana ginnastica. Non mancano i tipici gruppi di pensionati che, avendo molto tempo a loro disposizione, si interessano nel dare consigli ed un po’ di assistenza a chi ha avuto qualche guasto con la bicicletta… classica scena che può essere traslata in qualsiasi paese del mondo.
Proseguo lungo il fiume salendo in testa all’argine per poter ammirare sia il panorama cittadino sul lato sinistro che quello fluviale sul lato destro. Senza accorgermene sono arrivato fino all’altezza della torre Juche; avverto della musica e scendo sul lato del fiume a vedere che cosa c’è.
Un folto gruppo di “sciure” attempate, probabilmente dandosi appuntamento tutte le mattine in questo luogo e portandosi con sè dei potenti impianti di diffusione musicale, ballano e fanno ginnastica in assoluta allegria al tempo della musica. Alcune gestiscono l’impianto musicale, altre sono intente a distribuire le bevande; alcuni passanti come me si fermano a guardare il piccolo spettacolo, uno della guardia popolare osserva e guarda anche me certamente chiedendosi che ci faccia io da solo li.
Mi siedo lungo la gradinata che scende dall’argine a contemplare il ballo ginnastico delle signore e mi interrogo sul fatto di quale diritto abbia la stampa occidentale nel definire questo il “Paese più brutto del mondo”, dove le persone sono tristi, perché a loro dire non vedrebbero rispettati i propri diritti umani. Non nego che dalla rabbia e dal dispiacere di constatare l’assoluta totalità delle menzogne propagandate dai tirapiedi del capitale mi scende qualche lacrima. Vivo per un attimo un disagio totale nell’accostare la fotografia che gli zerbini delle maggiori testate giornalistiche danno di questo Paese e la fotografia che ho davanti ai miei occhi, che hanno la garanzia di essere finiti in un posto a caso guidati da nessuno a constatare che qui le persone sono molto più sorridenti, felici e tranquille che nel mio “libero&democratico” Paese delle banane!
Peccato che da noi molti anziani sono tristi, abbandonati a se stessi considerati un peso da scaricare poiché non più in grado di produrre plusvalore. Camminano soli lungo le strade della mia città sempre guardinghi e malfidenti per difendersi da chi li vuole truffare, da chi li vuole scippare; un sistema ed una società che si preoccupa invece di tutelare delinquenti, malviventi e farabutti rilasciando, come accade in questi giorni, i carcerati per strada e non si preoccupa minimamente di quello che accade ai più deboli quali gli anziani per le sprovvedute scelte dettate dagli amanti dei diritti umani che rimettono in strada criminali e spacciatori liberi di riaggredire i più indifesi. Un Sistema che non si occupa di difendere i più deboli è un Sistema senza diritti umani.
Per non parlare di quelli che in continuazione si tolgono la vita! negli ultimi 12 giorni a Milano in metropolitana si sono gettate sotto il treno 4 persone… molti anziani e giovani, una ragazza di 17 anni. Ad alcune operazioni ed interventi, vista la mia mansione di capostazione, ho dovuto intervenire pure io. E nel vedere corpi di 17 anni straziati dalle ruote del treno, che hanno scelto una morte così terribile, la mia domanda è: in quale società vivo? E la risposta è molto semplice: una società che non è più in grado di tracciare un futuro, sia esso lavorativo, politico, ideologico, culturale, morale, una non società!
Chi ha la fortuna di nascere nella RPR-Corea non deve preoccuparsi del proprio futuro, perché quelli che sono i veri diritti umani sono garantiti fin dalla nascita. Esiste un senso della Comunità elevatissimo e la solidarietà e presente in tutta la catena del sistema educativo. Nessun cittadino deve preoccuparsi se avrà o meno un lavoro, una casa, un’educazione, un sistema sanitario ed una vita culturale soddisfacente. Non voglio certo dare false illusioni od affermare che è una società perfetta, priva di problemi o difficoltà, certo è che moltissimi problemi che attanagliano il nostro Paese qui non solo non esistono ma sono anche molto difficili da spiegare e far comprendere alle persone che ho conosciuto.
Penso, inoltre, a quanto mi sia perso nei precedenti viaggi a non scappare solitario per toccare con mano la realtà di questo Paese, espressa nei sorrisi e negli occhi di tutte le persone che ho incrociato nelle mie fughe solitarie. Affermo con assoluta convinzione che qui i volti delle persone sono molto più allegri e rilassati di quelli che incrocio lungo i viali milanesi.
Anzi, se devo muovere una critica nei confronti di questo Paese è proprio nel fatto che nulla ha da nascondere agli occhi degli stranieri, ai quali andrebbe mostrata anche la realtà quotidiana del vivere comune del Popolo. Invece spesso il visitatore straniero viene inserito in un ciclo virtuoso di visite a palazzi e monumenti o di brevissime passeggiate in luoghi stabiliti, alimentando l’idea che via siano molte cose da nascondere dando a credere che le menzogne e falsità sparse dai vari delinquenti dei giornalisti di turno possano essere vere. Invece nulla di tutto questo è vero!!!!
E’ ora di rientrare all’hotel, quindi mi rimetto in cammino risalendo su piazza Kim il Sung, percorrendo il viale Sungri e le altre vie fino all’hotel. Si parte assieme a tutte le altre delegazioni che iniziano ad essere tante; tre pulmini e ci dirigiamo verso il quartiere Taedonggang per visitare il nuovissimo parco acquatico Munsu voluto dal Maresciallo Kim Jong Un, costruito in tempi rapidissimi dall’Esercito Popolare, naturalmente statale al 100% dove a rotazione a tutti i cittadini di campagna e di città lo Stato invia gratuitamente i biglietti di ingresso o ne lascia la libera fruizione per chi desidera accedervi con i soldi del proprio stipendio. Si tratta di un meraviglioso ed enorme parco acquatico con 48 tipologie di giochi e scivoli differenti, saune, piscine ecc; parte del parco è al chiuso, riscaldato per la stagione invernale, e parte all’aperto per la stagione estiva. Vengo invitato dalla KCNA a rilasciare un’intervista per la televisione cosa che faccio volentieri e che verrà trasmessa nei giorni seguenti, ma non avrò modo né di vedere nè di rintracciare (saranno dei cittadini al parco che mi informeranno di avermi visto in televisione in un’intervista sul parco acquatico Munsu).
Il contenuto dell’intervista è il seguente: “Mentre nei Paesi capitalisti si utilizzano gli eserciti per fare guerre, bombardare, portare morte e distruzione, qui grazie alla politica del Songun ulteriormente sviluppata dal Generale Kim Jong Il, l’esercito viene utilizzato per costruire queste enormi meraviglie per il Popolo da creare invidia anche ai paesi più sviluppati”. In effetti io un parco acquatico cosi bello e cosi grande in vita mia non l’ho mai visto; farò promettere alla mia guida Jong Chol Dongji che, considerata la mia lunga permanenza, un giorno lo trascorreremo nel testare se l’Esercito Popolare ha lavorato bene!
La mattina termina con una rapida visita alla torre Juche alta 150 metri e sormontata da una struttura a forma di torcia, dalla quale è possibile godere di una vista molto suggestiva sull’intera città. Ai piedi della torre vi è anche un altro monumento raffigurante una contadina che leva al cielo una falce, un operaio che l’affianca con un martello ed un intellettuale che impugna un pennino. L’unione simbolica di falce, martello e pennino, unitamente alla fiaccola, rappresenta l’unione di tutte le categorie lavorative del popolo coreano nella comune filosofia politica del Juché. La torre e il monumento sono stati anch’essi costruiti nel 1982 in occasione del settantesimo compleanno del Presidente Kim Il Sung. Dalla torre si notano le due distinte parti della città costruite sulle sponde del fiume Taedong e si possono altresì notare le differenze tra la parte vecchia della città, costruita a partire dal termine della Guerra di Corea, e quella più nuova, la cui costruzione è iniziata a partire dagli anni Settanta. Mentre nella parte più vecchia gli edifici appaiono di struttura più spartana e più vicini gli uni agli altri, la parte nuova rappresenta una vera e propria opera d’arte dell’architettura moderna.
Un altro aspetto ben visibile in un’analisi della struttura urbana è la totale assenza di edifici antichi. Tali edifici non esistono più, non solo a Pyongyang, ma in tutte le principali città della RDP di Corea a causa dei violentissimi bombardamenti operati dagli Stati Uniti e dalle forze alleate durante la Guerra di Corea. In particolare a Pyongyang è stato stimato che fu sganciata una media di una bomba per ogni abitante.
Rientrati in hotel per il pranzo, mi rimangono a disposizione, prima dello spettacolo teatrale, un paio di orette, che di certo non intendo sprecare, né per dormire, né tantomeno per visitare i negozi posti all’interno dell’Hotel Koryo. Pertanto mi incammino lungo la via perpendicolare all’hotel e mi faccio la mia bellissima passeggiata per digerire l’eccesso di kimchi che ho mangiato. Lungo questa via scorgo un grosso edificio scolastico composto da piu parti e collegato tra di esso da diversi cortili; nella parte esterna diversi ragazzi e ragazze in divisa universitari stanno praticando le più svariate attività: chi si diletta nel piantumare il giardino, chi ad innaffiarlo, altri ancora invece più fortunati si divertono a giocare a pallavolo. Capisco che si tratta di un’università ma solamente una mia seconda rivista a questo luogo con la compagna Hun Hui mi permetterà di capire che si tratta dell’università di medicina.
Trascorro la mia ultima oretta seduto sulle panchine disposte attorno alla piazzetta posta frontalmente alla stazione dei treni, dalla quale posso osservare sia il gigantesco schermo che trasmette musica e trasmissioni varie, e sia lo svolgersi della vita nei pressi della stazione. Gruppi di cittadini probabilmente in attesa del proprio treno, chi carico di bagagli e chi no, trascorrono il tempo, chi sonnecchiando, chi disponendosi a cerchio a mangiare del cibo da asporto. Una coppietta sulla panchina fronte a me sta mangiando un gelato. Un folto gruppo di militari ordinatamente seduti a terra guardano le trasmissioni sul maxischermo.
Mi rigiro verso il sole e mi godo questi istanti di tiepido vento primaverile
Rientrato all’hotel ci spostiamo presso il teatro sito all’interno della complesso Central Youth Hall nel quale assisteremo ad uno dei tanti spettacoli di musica internazionale presenti a Pyongyang in questi giorni. Sono presenti artisti da diverse parti del mondo. Mancano solo gli italiani, ma con sorpresa i russi effettuano un ballo con della musica italiana.
La giornata volge al termine e mi ritiro soddisfatto nella mia stanza per un profondo sonno rigeneratore.

Christian Pivetta

Gli altri giorni del viaggio in Corea del Nord:
Partenza verso Pechino!
Addio Capitalismo! Sono arrivato a Pyongyang!
Pyongyang è una fiaba incantata