
19/11/2012
L’ultima volta ci ho mollato pure io! Il livello del dibattito in Consiglio comunale era imbarazzante. Se il massimo di elaborazione politica che riesce a produrre un Consiglio è il battibecco deprimente e ripetuto fino allo sfinimento in ogni sede “Ecco, siete gli eredi di Vignali”, “No, siamo costretti a votare dai vincoli ereditati”… beh, allora dopo due ore è difficile non disconnettersi dalla diretta streaming.
Ma purtroppo la qualità della scorsa seduta non ha fatto eccezione rispetto alle precedenti. In questi mesi i consiglieri hanno proposto varie mozioni di principio, espresso tanta solidarietà a Tizio, Caio e Sempronio, ci hanno detto cosa pensano delle guerre, della commessa di cacciabombardieri italiani e dei referendum sull’acqua, di come andrebbero gestiti i rifiuti senza un inceneritore mentre il cantiere del forno procede a ritmi forsennati. Ma se ci si domanda se hanno votato una delibera meritevole di essere citata si fa fatica a dare una risposta. A me viene in mente solo quella del Registro delle Unioni Civili, a detta degli stessi relatori, però, dai pochi effetti pratici e dal valore più che altro testimoniale e di stimolo nei confronti del Parlamento.
Fin dall’inizio sono arrivate in consiglio interrogazioni quando va bene banali e minimali, comunicazioni a cui la maggioranza non risponde se non per “ringraziare”, con i consiglieri che vogliono prendere la parola ad ogni costo, anche quando non hanno nulla da dire, per mettere a verbale un minimo di vitalità e farsi inquadrare da una telecamera. Qualcuno prova addirittura, parlando di niente, a strappare un titolo su un giornale usando la stessa tecnica del protagonista della canzone di Iannacci (“Vengo anch’io, no tu no”) che andava allo zoo comunale e gridava “Aiuto, aiuto, è scappato il leone!” “per vedere l’effetto che fa”.
L’unico consigliere che si sforza di scendere nel merito delle delibere è Massimo Iotti (Pd). Forse il solo che si prenda la briga di prenderne visione… il lavoro del consigliere comunale è duro, solitario e soprattutto gratuito. I suoi colleghi fiutano l’aria, improvvisano discorsi generici che non richiedono né impegno, né competenze né la lettura dei testi.
In aula la maggioranza rifiuta il confronto dialettico con la minoranza ed il suo contributo alla giunta è nullo. Le critiche dell’opposizione sono per lo più di “metodo” (“mi avete mandato i documenti con due giorni di ritardo”, “non c’è condivisione”, “manca trasparenza”, “non possiamo apprendere le cose sempre dai giornali”) o procedurali (“bisognava prima discuterne in Commissione”, “non è questo l’ordine del giorno deciso dai capigruppo”)… mai un numero, una controprova, per non parlare di una controproposta.
La cosa non sarebbe così grave se questa superficialità e mancanza di idee facesse perdere del tempo solo ai colleghi consiglieri o a quei disperati dei giornalisti costretti ad ascoltarli e, paradossalmente, anche a prendere appunti… ma purtroppo questo tran tran noioso e cialtrone non aiuta la città che, per i problemi che ha, meriterebbe ben altri attivismo e creatività.
Nessuno vuole vedere scorrere il sangue tra i banchi del consiglio comunale e fare come le “tricoteuses”, le donne che durante il periodo del Terrore della Rivoluzione francese andavano a sedersi in anticipo intorno alla ghigliottina per non perdere i posti in prima fila e lavoravano a maglia per ingannare il tempo in attesa delle decapitazioni.
No, non ci interessa la politica cruenta o spettacolo.
Ci accontenteremo di qualche idea.
Possibilmente applicabile.
Se utile per la città meglio ancora.
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