Diga di Vetto: via libera all’invaso da 86 milioni di metri cubi in Val d’Enza

Concluso l’iter tecnico del documento di valutazione delle alternative progettuali: l’opera da 519 milioni di euro sarà destinata a usi irrigui, potabili e industriali

di Tatiana Cogo

Dopo anni di studi, verifiche e confronto tra enti, arriva un passo decisivo per la realizzazione dell’invaso di Vetto, lungo il torrente Enza. I Consorzi di Bonifica dell’Emilia Centrale e della Bonifica Parmense hanno infatti completato e approvato il documento di valutazione delle alternative progettuali (Docfap), chiudendo la prima e complessa fase dell’iter progettuale.

Il documento, redatto dal raggruppamento guidato da C.&S. Di Giuseppe Ingegneri Associati con la partecipazione di numerosi studi tecnici specializzati, definisce nel dettaglio la soluzione ritenuta più idonea: un invaso con una capacità complessiva di oltre 86 milioni di metri cubi d’acqua, di cui più di 70 milioni regolabili per scopi irrigui, potabili, industriali e ambientali, nel pieno rispetto delle normative sul deflusso minimo vitale.
Il costo complessivo dell’opera è stimato in 519 milioni di euro.

L’invaso sorgerà in corrispondenza della Stretta di Vetto, tra i comuni di Vetto (Reggio Emilia) e Neviano degli Arduini (Parma), una soluzione ritenuta preferibile rispetto ad altre ipotesi progettuali. Il documento, ora nelle mani del commissario straordinario per la Diga di Vetto, professor Stefano Orlandini, sarà oggetto di dibattito pubblico prima del prosieguo dell’iter.

Siamo estremamente soddisfatti di questo risultato fondamentale – ha dichiarato Lorenzo Catellani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale –. Con la conclusione del Docfap si chiude la prima fase di un progetto strategico per il futuro idrico del territorio. È il frutto di una forte sinergia tra enti e di un impegno straordinario dei nostri tecnici. L’invaso non è solo una risposta alla siccità, ma un atto di responsabilità verso le future generazioni”.

Sulla stessa linea la presidente della Bonifica Parmense, Francesca Mantelli:
Questo passaggio rappresenta un nuovo e prezioso inizio per la Val d’Enza. Dopo anni di attesa, finalmente possiamo guardare a una soluzione concreta per garantire un approvvigionamento costante di risorsa idrica, fondamentale per agricoltura, imprese e comunità locali”.

Con la chiusura del Docfap, la diga di Vetto si avvicina dunque a diventare una realtà concreta, pronta a trasformarsi in una delle infrastrutture idriche più strategiche per la sicurezza e la sostenibilità dell’intera area emiliana.

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