
28/03/2013
ParmaDaily pubblica alcune traduzioni del parmigiano Christian Stocchi tratte dal suo recente libro “Dizionario della favola antica” (BUR).
La grande e complessa tradizione della favola greca e latina, le cui antichissime origini si perdono nei primordi della civiltà, si estende su più secoli, con una sorprendente coerenza di temi e figure: per la prima volta in Italia questo dizionario la cataloga, da Esopo a Fedro fino alle raccolte tardoantiche e medievali, senza trascurare influssi ed echi biblici, mesopotamici, indiani. Volpi astute, scimmie sciocche, lupi spietati, piante vanitose, pastori beffati: il variegato universo della favola è popolato di personaggi umili, e i suoi protagonisti, animali, piante o esseri umani che siano, mettono in scena i motivi del conflitto e dei rapporti di forza, della rinuncia e dell’immutabilità del destino individuale, in un’esortazione continua al pragmatismo e alla scoperta della verità nascosta sotto le apparenze. A ciascuno di essi è dedicata una voce di presentazione e una ricca scelta di favole – oltre cinquecento – e di proverbi; se gli indici e gli ampi apparati sono preziosi per una consultazione puntuale, il repertorio favolistico e proverbiale offre il piacere della lettura – e della rilettura. L’AMANTE E LA DONNA (Esopo)
Un uomo andava di nascosto, durante la notte, da una donna e s’intratteneva con lei. Le aveva dato un segnale perché si accorgesse di lui: quando, giunto fuori dalla porta, abbaiava come un cagnolino, lei gli apriva. Si comportava in questo modo ogni giorno. Un altro uomo lo vide mentre camminava di sera per quella strada e, intuendo la sua disonestà, una notte lo seguì da una certa distanza, di nascosto. L’amante, senza sospettare nulla, giunse alla porta e si comportò come d’abitudine. L’uomo che lo seguiva vide tutto e tornò verso casa sua.
La notte successiva, egli partì e giunse per primo dall’adultera e, poiché abbaiava come un cagnolino, la donna, confidando che fosse il suo amante, spense la lampada, perché nessuno lo vedesse e aprì la porta. L’uomo entrò e si unì a lei. Dopo poco tempo, giunse anche il primo amante, abbaiando da fuori come un cagnolino, così come era abituato. Dopo che l’uomo all’interno della casa si accorse di quello che abbaiava dall’esterno come un cagnolino, egli stesso prese ad abbaiare con forza, come un cane di grandissime dimensioni.
Allora l’amante che se ne stava fuori pensò che l’altro fosse più grande di lui e se la diede a gambe.
Le altre favole pubblicate de “Dizionario della favola antica”
L’uomo che defecò il senno
La volpe e il riccio
Il pastore e le pecore