
27/04/2011
h.12.20
Il progetto, presentato dallo Studio Canali, è probabilmente quanto di meglio potesse essere fatto applicando, a regime, l’altezza massima di 14 metri prevista, per il comparto, dall’art. 50 N.T.A. della Disciplina Particolareggiata del Centro Storico.
Indubbio pregio del progetto è avere interrotto, con due carugi, la massività delle due costruzioni, prevista dal progetto precedente, rispettivamente, in metri 70 e metri 45 per il primo ed il secondo corpo di fabbrica.
Il progetto ha naturalmente eliminato il piano attico che superava l’altezza vigente di 14 metri, la cui realizzazione era stata assentita con l’adozione della delibera consiliare n. 127/29 del 27.10.2009. Atto, questo, che tentava di regalare un piano al costruttore. Fortunatamente alla delibera (alla quale Monumenta ha presentato “osservazioni”) non ha fatto seguito la approvazione in via definitiva della variante.
Il vizio d’origine al quale il Comune non ha peraltro ovviato nemmeno ora è che l’art. 50, richiamato, ignora e disapplica l’art. 8 del D.M. 2.04.1968 n. 1444. Norma questa che prevede l’altezza massima delle nuove costruzioni in zona A del Centro storico in misura non superiore all’altezza degli edifici circostanti di carattere storico artistico.
Mi rendo, naturalmente, conto che la gara per la vendita dell’area di proprietà comunale ha avuto luogo sulla base dell’altezza di 14 metri, e che su tale altezza la società proprietaria ha basato la propria aspettativa edificatoria presentando l’offerta di un prezzo consentaneo. Ed ancora (ma sempre in quest’ottica) ha cambiato l’originario progettista e, con lo Studio Canali, ha presentato un progetto ben più raffinato del precedente.
L’altezza di 14 metri contrasta smaccatamente con quella degli edifici originari circostanti, due dei quali sono addirittura inferiori agli 8 metri e, tra essi, è la casa natale di Toscanini. Un altro è di m. 8,40. Altri tre edifici non superano, mediamente, i metri 10. Insomma nelle misure prese in loco non ho trovato nessuno degli edifici “antichi” che superi i metri 13,35.
La conclusione è che la norma tecnica comunale contrasta brutalmente con ratio e dizione letterale del già citato articolo 8 del D.M. 1444/1968.
Il progetto dovrebbe perciò abbassare l’altezza dei corpi di fabbrica di un altro piano per rispettare il disposto del Decreto. Mentre il Comune si è ben guardato dal rivedere l’art. 50 NTA della D.P.C.S., nonostante l’osservazione puntualmente presentata alla precedente deliberazione. Insomma quando il Comune fa “cassetta” con l’urbanistica i conti non tornano.
L’incontro – ben organizzato dal Parma Urban Center il 26 u.sc. – ha permesso di constatare che non si è parlato (come era nelle previsioni) del progetto dell’Ospedale Vecchio. Resta quindi la speranza che società Pizzarotti ed Università continuino e concludano le trattative per insediarvi una parte di Facoltà: gettando alle ortiche le non ammissibili previsioni di insediarvi un hotel (al quale un pensionato od una foresteria sono da equiparare), nonché una odiosa impensabile sfilza di negozi lungo tutto il porticato!
Avv. Arrigo Allegri
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