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05/11/2010
h.13.40
La crisi del settore edilizio-immobiliare a livello nazionale, ma in particolare a Parma per il peso del settore nel sistema economico locale, risulta ancora in tutta evidenza difficile e pesante: solo la Giunta di Parma ha continuato a negare l’evidenza e a sottovalutare il problema, negando la gravità, continuando a pensare solo a far cassa con l’edilizia per far fronte ad un bilancio sempre più deficitario.
Le misure rese note da questo secondo pacchetto, peraltro annunciato l’estate scorsa e mai messo in pratica, non risultano ancora deliberate.
Tale proposta è tardiva e non tocca i problemi più gravi:
– la riduzione del valore di perequazione (oneri economici richiesti dal Comune che comunque si traducono in costi per gli acquirenti di abitazioni) poteva essere accolta oltre un anno fa accogliendo l’allora richiesta delle Imprese di Costruzione in fase di approvazione del POC. La Giunta non accettò nemmeno di mettere in discussione in consiglio la questione ed ora agisce sotto la pressione di un ricorso al TAR. Analogamente per i coefficienti correttivi, richiesti da tempo e mai accolti prima, così come per la Commissione consultiva sull’andamento del mercato immobiliare. Tutte richieste già avanzate in precedenza e rimandate al mittente.
– Sulla semplificazione delle procedure, peraltro appena assai complicate dal nuovo Regolamento urbanistico edilizio (RUE) che ha introdotto ulteriori e complessi adempimenti, poco o nulla: la sospensione del collaudo acustico è già stato sospeso dalla mancata approvazione di provvedimenti nazionali da parte di un governo assente su tutto.
– Sulla dilazione dei pagamenti di contributi di perequazione (ulteriore aggravio economico) attendiamo di conoscere i dettagli perché la rateizzazione era già prevista: chiediamo piuttosto all’Assessore Manfredi come pensa di dilazionare su più rate importi già messi a bilancio e in buona parte già impegnati tra 2009 e 2010.
– Per gli extra-oneri del Contributo per la città pubblica (l’“Imposta Parma”, assolutamente non dovuta) siamo alle solite!!
– Solo slogan su provvedimenti dell’annunciato prossimo piano urbanistico (PSC) peraltro totalmente privi di efficacia in tempi brevi per far fronte alla crisi dell’edilizia.
NIENT’ALTRO!!! Un vuoto assoluto di proposte, la totale mancanza di analisi e proposta sui problemi reali del settore.
Noi siamo convinti che occorra invece fare molto di più e di diverso, in particolare mettere in campo impegni economici veri e non continuare a pensare l’urbanistica come fonte di prelievo di risorse.
Gli stessi provvedimenti annunciati nel precedente pacchetto edilizia della Giunta, di scarsissima rilevanza ma che si vuole prorogare al 2011, non sono mai stati messi in pratica, nemmeno inseriti nel RUE appena approvato o nelle norme di POC (vedi proroga scadenza dei permessi di Costruire già ampiamente possibili, superficie minima dei comparti di espansione, tempi di attuazione dei piani attuativi attualmente tutti quasi fermi).
Il gruppo consiliare PD ritiene necessario mettere in atto:
– Sostenere ed incentivare l’edilizia convenzionata in tutti gli ambiti edificatori portando l’esenzione del contributo di costruzione per tali abitazioni al massimo consentito (80%), vincolando il provvedimento alla riduzione del prezzo di vendita a mq. a beneficio degli acquirenti di case a medio-basso reddito e garantendo al meglio la certezza del prezzo di acquisto.
– Avviare da subito provvedimenti urbanistici, non serve aspettare un nuovo PSC, per avviare una grande iniziativa urbana diffusa in grado di sostenere e agevolare l’adeguamento energetico delle abitazioni esistenti attraverso Piani speciali di Rigenerazione urbana, innanzitutto applicando la norma regionale prevista per l’esenzione totale dei contributi di costruzione, riscrivendo il regolamento energetico che la Giunta colpevolmente ha prima fatto approvare un testo inapplicabile poi non lo fa rispettare.
– Mettere in campo tutte le risorse degli oneri di perequazione per affiancare interventi di riqualificazione e recupero delle periferie. Per fare questo gli strumenti attuativi sono già previsti dalle leggi regionali.
– Intervenire con accordi specifici con il sistema bancario locale, non per incrementare l’indebitamento comunale, ma per garantire il sostegno al credito per le imprese.
– Di fronte al totale fallimento dl Piano-Casa di Berlusconi (l’assurda idea di ripartire dall’ampliamento delle villette unifamiliari) occorre porre le condizioni per regolare e sostenere il mercato immobiliare locale, dopo i disastri programmati con i POC della Giunta Vignali, con indiscriminato inserimento di nuove aree per far cassa.
– Rivedere totalmente la politica della Giunta degli extra-oneri, da accantonare completamente in una fase di crisi come questa.
Chiediamo si venga subito in Consiglio Comunale a discutere della questione urbanistica e della crisi dell’edilizia, senza reticenze.
Massimo Iotti, Giorgio Pagliari, Franco Torreggiani, Danilo Amadei, Matteo Caselli, Giuseppe Crialesi, Carla Mantelli, Giuseppe Massari, Pierpaolo Scarpino, Maurizio Vescovi, Maria Rita Zennaro
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05/11/2010
h.21.30
Manfredi su piano anticrisi edilizia: “Piace agli operatori del settore. Mi basta”
L’assessore all’Urbanistica Francesco Manfredi risponde all’opposizione sul tema del pacchetto anticrisi per l’edilizia: “Potrei liquidare la solita strumentale polemica di una parte dell’opposizione limitandomi a ricordare il positivo interesse degli operatori del settore, i soggetti veramente titolati ad esprimere giudizi. Mi basta e basta per tranquillizzare i concittadini sulla sua efficacia. Voglio però dimostrare, ancora una volta, la “qualità” delle polemiche della minoranza affinché i cittadini se ne facciano un’idea.
Circa quarant’otto ore fa, i consiglieri del Pd polemizzavano perché su un’area agricola è stato imposto dall’Amministrazione un contributo perequativo secondo loro troppo basso (per la cronaca, 2,8 milioni di euro, addirittura superiore a quello fissato per le aree residenziali). Oggi, a due giorni di distanza, gli stessi consiglieri polemizzano sostenendo che tale contributo perequativo non deve mai essere chiesto e ironizzano sull’”imposta Parma”. Nello stesso documento, alla voce “proposte”, all’inizio sostengono che “bisogna mettere in campo tutti gli oneri di perequazione per le riqualificazioni delle periferie” (cosa che peraltro l’Amministrazione sta già facendo), mentre tre righe più sotto tornano ad affermare che “gli oneri di perequazione sono da accantonare completamente”.
Qui, confesso la mia totale inadeguatezza a comprendere ed accettare il metodo dell’opposizione, cioè il sostenere che prima si dice che una cosa si deve fare perché giusta e dopo tre righe che la stessa cosa non si deve fare perché sbagliata. E’ il barattare la possibilità di dimostrarsi seri e coerenti amministratori con la possibilità di fare polemiche fini a sé stesse. Un metodo che non mi appartiene.
Confesso anche la mia inadeguatezza nell’immaginare il contributo risolutivo che l’opposizione sarà in grado di dare al dibattito sullo sviluppo sostenibile della città. Fino a prova contraria, sono gli eredi di coloro che negli anni Ottanta e Novanta hanno prodotto lo sviluppo insostenibile che oggi vediamo: frazioni cresciute in modo incoerente e senza le minime infrastrutture, nessun processo serio di riqualificazione dell’esistente, infrastrutture pubbliche monche ed inadeguate, nessuna attenzione al tema della qualità urbana, un piano regolatore, quello di Gabrielli, che a dieci anni dalla sua approvazione non ha visto concretizzarsi pressoché nulla e di cui tutto si può dire tranne che abbia guidato in modo efficace lo sviluppo della città.
Mi sfugge come pianificatori di questa levatura possano credibilmente pretendere di dare lezioni sui temi urbanistici.