Energie rinnovabili, “seguire l’esempio di Obama”

SMA MODENA
lombatti_mar24

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17/06/2010
h.18.10

Il Consigliere Provinciale Giampaolo Lavagetto interviene sulle dichiarazioni della dottoressa Gabriella Meo, consigliere regionale dell’Emila Romagna.
“Prendo atto con stupore e preoccupazione delle dichiarazioni fatte dalla dottoressa Meo, consigliere regionale dell’emilia romagna, sul tema degli impianti ad energia rinnovabile che potrebbero sorgere sul nostro territorio.
Una presa di posizione che rappresenta un’entrata a gamba tesa sulla discussione in corso di commissione provinciale relativamente al Piano energetico territoriale che ha come obiettivo di lanciare e regolamentare questa tipologia di impianti nella provincia di Parma. Pensare che nelle stessa giornata il Presidente americano Obama a veva appena dichiarato “..la marea nera è il modo piu’ doloroso e potente per ricordarci che ora e’ il
momento per scegliere l’energia pulita..”
E’ possibile che la situazione espressa dal Presidente Obama valga solo per gli USA e non per il nostro Paese. Stando ai dati presentati nell’ultima sede di commissione dall’assessore provinciale Castellani, verrebbe da dire che se c’è una realtà che dovrebbe seguire con decisione tale sprono è propria la Provincia di Parma. Dai dati ufficiali emerge che la nostra Provincia, non solo importa quasi totalmente l’ energia necessaria, rendendoci di fatto totalmente dipendenti da altri, ma ha un consumo della stessa energia pari al 38% in più degli indici nazionali ed europei.
Poiché, naturalmente, non stiamo parlando di energia rinnovabile, ciò ci pone in vetta ai territori che emettono anidride carbonica. Un primato di provincia inquinante che condividiamo con buona parte del resto di quella regione di cui la dottoressa Meo è emerita ed importante rappresentante istituzionale. Per capire quale sia il trend di questo aumento, basti pensare che oggi l’emissione di CO2 nella nostra provincia è aumentate del 24% rispetto al 1990.
Poiché gli accordi di Kyoto ci impongono una riduzione entro il 2010 di CO2 del 20% rispetto a quanto emesso nel 1990, questo significa che per la nostra provincia si impone una riduzione pari al 45% circa in 10 anni!! Ora, se risulta doveroso ritenere che parte della riduzione potrà essere effettuata con una educazione al risparmio della società, appare chiaro che l’approccio più serio e
realistico dovrà essere quello di seguire l’esempio di Obama ed investire sulle energie rinnovabili. E’ chiaro che questo impone un approccio non estremistico ne in un senso ne in altri da parte delle Istituzioni che sono chiamate ad una alta prova di responsabilità e di sano realismo nei confronti di un tema che mette in gioco il futuro dell’intera umanità. Se si ritiene che il nucleare possa ancora rappresentare una strada non scevra di incognite, le strade da percorre sono quella dell’eolico, delle biomasse, dell’idroelettrico, del fotovoltaico e del geotermico. Per diverse motivazioni, non ultima la nostra collocazione geografica, sono soprattutto le prime due che allo stato attuale potranno dare i maggiori risultati.
Nella sua bozza di progetto l’ assessore castellani, ci ha evidenziato che l’amministrazione provinciale riterrebbe di ottenere dagli impianti a biomassa oltre il 60% dell’energia pulita necessaria. Alla luce delle difficoltà di controllo soprattutto per gli impianti più piccoli, ma anche per le possibili conseguenze sui prodotti dell’ industri agroalimentare, non mi pare la soluzione più praticabile per il nostro territorio. All’eolico, la bozza lascia il 27%, parrebbe escludendo alcune delle aree a maggiore vocazione eolica. Motivazioni di tale bassa previsione per questa fonte di energia pulita rispetto agli alti potenziali sono i vincoli, le paure dei comitati, l’impatto visivo sul paesaggio ed altro.
In altre parole, tutto ciò che Obama ha sintetizzato sempre nel suo discorso di ieri con questa frase “Per decenni, non siamo riusciti ad agire con il senso di urgenza che questa sfida richiede. Di volta in volta, il percorso in avanti è stato bloccato, non solo dai lobbisti dell’industria petrolifera, ma anche da una mancanza di coraggio politico e candore”.
L’intervento della consigliera regionale, nel merito e soprattutto nel metodo non aiuta certamente ad agire con il senso di urgenza che la sfida richiede. Se si escludono gli impianti ad uso domestico, gli impianti eolici che servono veramente al bene comune devono avere pale che partono dagli 80 metri di altezza in su, basta andare a vedere quelli già presenti al Passo della Capella. Le colate di cemento di cui parla sono in realtà le fondamenta degli impianti che poi vengono sotterrate. Infine, va ricordato il grande vantaggio economico per il territorio che li ospita.
Lavoro per le imprese locali (la green economy, rispetto al resto dell’economia è in continuo aumento per la creazione di posti di lavoro), opere di miglioramento e mitigazione, ma soprattutto le importanti compensazioni economiche per i Comuni limitrofi. Poiché le aree più idonee a tali impianti, sono quelle delle nostre comunità montane, direi che sarebbe il miglior modo per risollevare queste zone dalla grave e continua crisi che le coinvolge.
Per tale motivo, ritengo che il Sindaco di Corniglio abbia proposto un illuminate e lungimirante progetto. Un progetto di massima che può essere seriamente discusso e anche migliorato ma non certo criminalizzato o boicottato. Ora spetta alle nostre Istituzioni competenti, Provincia e Regione, scegliere se affrontare la questione con lo spirito di chi ha capito la lezione della “marea nera” oppure rimanere ancorati a quella mentalità che ci ha portato alla situazione ambientale in cui ci troviamo.

Giampaolo Lavagetto
Consigliere Provinciale PDL