
10/03/2013
E’ polemica in Regione. Il consigliere regionali Giovanni Favia, espulso nei mesi scorsi da Beppe Grillo e poi candidato alle politiche con la lista Rivoluzione civile di Ingroia, ha deciso di rimanere come indipendente nel gruppo del M5S. Tale scelta non è stata condivisa dal capogruppo Andrea Defranceschi che ha dichiarato: “Non posso impedirlo per i regolamenti del Consiglio”.
Questi i loro post su Facebook.
Giovanni Favia ha deciso di non passare al Gruppo Misto, ma di restare all’interno del Gruppo Consiliare del Movimento 5 Stelle come indipendente. E’ una scelta che NON condivido assolutamente, ma che rientra tra le possibilità che gli strumenti legislativi gli consentono. Dopo numerosi incontri con la Direzione Generale dell’Assemblea Legislativa, è risultato infatti evidente che non ho alcuna possibilità di oppormi o modificare la situazione.
Pertanto, in qualità di Capogruppo, permane a mio carico la gestione e la responsabilità, amministrativa e penale, del budget assegnato per il personale e il funzionamento del Gruppo Consiliare e gli strumenti e materiali fin qui acquistati per lo svolgimento delle attività del Gruppo. Il personale tecnico, attualmente distaccato da altri uffici regionali, continuerà a fornire il suo supporto ad entrambi i consiglieri. Il personale con incarichi fiduciari, nello specifico l’Ufficio Stampa, lavorerà esclusivamente con me.
Tutti gli atti politici prodotti (interrogazioni, risoluzioni, progetti di legge) su carta intestata del Movimento 5 Stelle, riporteranno unicamente la mia firma, fatta ovviamente salva la possibilità per qualunque altro Consigliere dell’Assemblea Legislativa di aggiungere successivamente la propria firma, se li riterrà condivisibili.
Tutti i comunicati stampa, i post sul sito regionale o sulle pagine facebook locali del Movimento regionale, sono redatti da me e sotto la mia responsabilità, in qualità di unico portavoce del Gruppo Assembleare del Movimento 5 Stelle della Regione Emilia-Romagna.
Ovviamente per quanto mi concerne nulla cambia nelle modalità di gestione dell’avanzo che nasce dalla differenza con lo stipendio da me realmente percepito (l’extra-stipendi, come lo chiamiamo di solito), così come deciso dalle Assemblee regionali. La completa rendicontazione di questi fondi, assieme alle buste paga, è come sempre disponibile, attualmente alla chiusura di bilancio 2012, nell’apposita sezione Trasparenza del nostro sito.
Andrea Defranceschi
capogruppo M5S Emilia Romagna
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Ho incassato molti colpi bassi in questi mesi. Mesi difficili. Tante le delusioni, le persone che per convenienza hanno voltato le spalle, non tanto a me, ma a quello che dichiaravano fino al giorno prima.
Il successo, il potere elettorale che oggi ha il m5s ha trasformato molte delle persone che fino ad oggi credevo di conoscere. Fortunatamente non tutte. Andrea è una di queste. Nonostante alcune sue uscite che hanno prodotto, involontariamente, titoli di giornale umilianti per il sottoscritto (tanto uno in più uno in meno, non cambiava la situazione) Andrea mi è sempre rimasto umanamente vicino. Tra di noi negli ultimi giorni non vi è stato nessun scontro, anzi.
Dopo l’assurda espulsione che ho ricevuto, un esercito di pavidi mi ha girato le spalle, gli stessi che fino a pochi giorni prima si spellavano le mani alle semestrali confermandomi fiducia. Il nuovo che avanza, che si piega ai diktat della dirigenza monocratica. Alcuni me le hanno girate in pubblico ma non in privato. Li ho compresi e non gli ho fatto pesare la cosa.
Sono l’unico dei consiglieri espulsi che ha deciso di lasciare il suo mandato prima della sua fine naturale. E’ una mia libera scelta, nessuno me lo imponeva. Potevo restare come hanno fatto gli altri. Ho sempre detto che lo avrei fatto terminate alcune battaglie che avevo iniziato da tempo, sia come consigliere che come presidente di commissione. Non ho mai cambiato versione in questi mesi.
Ho continuato a tagliarmi lo stipendio, ho rinunciato al vitalizio (dopo l’espulsione) ed ho affrontato anche il tema della composizione tecnica del gruppo con Andrea. Per chiarezza: il gruppo consiliare non è del “partito” ma è legato ai consiglieri. Lasciarlo significherebbe privarlo di risorse (in seguito alla riduzione della composizione numerica) rompere il gruppo e lo staff che da oltre due anni lavora armonicamente e con ottimi risultati, trasversalmente sia con me che con Andrea, mettendo inoltre i dipendenti di fronte a delle scelte difficili. Nessuno ci guadagnerebbe: non io, non Andrea, non i cittadini. Ma l’accanimento è già partito e gli insulti anche.
Per questo mi ha ferito leggere il messaggio di Andrea, privo di spiegazioni, dal quale menti suggestionabili deducono che io rimanga nel gruppo solo per tenermi una poltrona. E via col linciaggio dei fanatici, che mi preoccupa sempre di più. Quando gruppo misto o gruppo attuale, per quanto concerne la poltrona, non cambia nulla… Gruppo attuale che io ho da oltre due anni ed in maniera determinante contribuito a creare ed organizzare…. Se quel gruppo deve avere una paternità, non è certo quella del “partito” ma dei due consiglieri che lo hanno messo in piedi, come dinamiche lavorative, come gruppo e come contenuti. Quei due consiglieri che aldilà delle espulsioni del capo continuano ad essere un picchetto di resistenza in consiglio regionale, un terminale per i cittadini.
Domani parlerò con Andrea, sono certo che non era nelle sue intenzioni scatenare questi attacchi. Vi terrò aggiornati.
Giovanni Favia
consigliere regionale (indipendente)
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