Festival Verdi, “ancora niente programma”

SMA MODENA
lombatti_mar24

25/08/2011
h.16.50

Sulle reti Mediaset sono usciti gli spot che pubblicizzano il Festival Verdi di Parma. La cosa strana è che, se si cerca sul sito dedicato all’evento, o su quello della Fondazione Teatro Regio, non si riesce a trovare – a un mese e mezzo dall’inizio della kermesse – la minima traccia di un programma, se non una generica indicazione di titoli.
Per un’Amministrazione che desidera che il Festival sia un evento di grande livello nazionale e internazionale, e quindi fortemente attrattivo per la città, è una mancanza sconcertante.
Quali possono esserne i motivi? Innanzitutto, la mancanza di fondi. La Fondazione Teatro Regio ha problemi di bilancio seri e un passivo significativo, anche a causa dal mancato arrivo di risorse statali, tante volte promesse e annunciate, ma mai giunte e che probabilmente mai arriveranno. Inoltre c’è il problema degli artisti. Sembra, infatti, che molti tra coloro che si sono esibiti nella edizione 2010 non siano ancora stati pagati e rivendichino, legittimamente, i loro compensi.
Anche nomi prestigiosi, che calcano le scene dei teatri di tutto il mondo, risulterebbe “stiano discutendo” con il nostro teatro per il mancato rispetto dei pagamenti, con un’ulteriore ben magra immagine della nostra città. Anche a livello culturale, invece di Parma città europea e della cultura, Parma città dei debiti!
E’ lecito chiedersi a che punto sia effettivamente la programmazione del Festival, quali siano davvero le opere in programma e gli artisti coinvolti e quanto ci costerà, considerato il momento di crisi che stiamo vivendo. O forse dobbiamo incominciare a pensare che il Festival Verdi non si farà? Di certo anche per il Teatro Regio è finita la fase della “grandeur”.
La città non può più permettersela. L’attuale dirigenza del teatro e la sua produzione artistica hanno costi assolutamente eccessivi, superiori di gran lunga a quelli di molti altri teatri italiani più grandi, e comunque non rapportabili ai risultati prodotti. Il Teatro Regio e la produzione lirica a Parma possono continuare con qualità anche in altro modo, a costi differenti e più ridotti.
Dobbiamo valorizzare le capacità parmigiane interne al Teatro, senza continuare ad acquistare “chiavi in mano” da altri. Siamo un teatro di produzione; abbiamo valenti artigiani come falegnami, sarte, attrezzisti e scenografi, che paghiamo e che mortifichiamo professionalmente, non sfruttando appieno il loro grande potenziale. Non coltiviamo adeguatamente rapporti con altri teatri per coproduzioni e collaborazioni, in modo da trarre ricavi dal lavoro e dagli investimenti fatti.
Senza bisogno di rivolgerci sempre all’esterno, abbiamo anche a Parma professionalità artistiche di egregia qualità che lavorano, o si esibiscono in tanti altri teatri, coinvolte troppo poco, o per nulla e, soprattutto, abbiamo giovani di talento che potrebbero essere valorizzati e sui quali un laboratorio lirico cittadino potrebbe lavorare con profitto.
E’ ora che si cambi atteggiamento culturale. Visto che il granaio è ormai vuoto, per avere nuovo raccolto occorre seminare. Occorre capire che bisogna fare un salto di qualità nel rapporto tra il Teatro Regio, la Città, la sua Provincia e la sua Regione. E’la fase del lavoro serio, dell’umiltà e dell’ equilibrio, per uscire dalla difficile situazione attuale, riacquistare credibilità e ottenere postivi risultati, facendo del Teatro una risorsa viva e vera del nostro territorio!

Maria Teresa Guarnieri
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