
“Non è il momento di creare nuove strutture, ma di migliorare quelle che già esistono”, afferma Tommaso Fiazza, consigliere regionale della Lega, che ha recentemente presentato un’interrogazione alla Giunta regionale.
Il documento riguarda la proposta di creare una nuova Unità Operativa Complessa di Psicologia presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e l’Azienda Usl di Parma, proposta avanzata nel 2024 dal dottor Massimo Fabi, attuale Assessore alla Salute. Secondo Fiazza, l’idea di aggiungere una nuova UOC è una risposta inadeguata ai problemi del sistema sanitario.
“Con la creazione di nuove strutture rischiamo di disperdere risorse, quando dovremmo invece concentrarci sulla qualità dei servizi e sull’adeguamento delle risorse umane” precisa Fiazza. Il tema della riorganizzazione del sistema sanitario parmigiano era già stato sollevato nella passata legislatura dall’allora consigliere regionale Emiliano Occhi, oggi nel direttivo della Lega, che aveva evidenziato la necessità di una razionalizzazione delle risorse esistenti piuttosto che l’introduzione di nuove strutture.
“Oggi vediamo una proposta che rischia di frammentare ulteriormente il sistema senza offrire soluzioni concrete – commenta Occhi -. In un momento di difficoltà per il sistema sanitario, non possiamo permetterci di moltiplicare le strutture senza una valutazione precisa del loro impatto, positivo o negativo, sui servizi ai cittadini”.
† Il Vangelo di Pietro, l’unico che descrive com’è avvenuta la resurrezione di Gesù (di Andrea Marsiletti)
L’interrogazione chiede alla Giunta di spiegare se la proposta di una nuova UOC sia già stata ufficialmente avanzata e quali compiti avrà, ma chiede anche chiarezza sul numero di operatori coinvolti e sulla sua integrazione con le Case di Comunità, e, non da ultimo, solleva anche la questione della nomina del nuovo direttore per la UOC di Psicologia. “
Più strutture non significano necessariamente servizi migliori – è il monito di Fiazza -. Serve piuttosto una riorganizzazione intelligente. È prioritario rispondere ai bisogni di salute mentale con più operatori qualificati e una migliore organizzazione, non con la creazione di ulteriori comparti stagni”.